Da Riviera Oggi 1023, in edicola dal 27 febbraio

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La stagione turistica 2015 si sta avvicinando e le strutture ricettive della Riviera si stanno preparando ad accogliere i villeggianti che sceglieranno San Benedetto del Tronto come meta turistica. Recentemente sono stati resi noti i dati delle presenze turistiche nel 2014. Numeri che hanno soddisfatto l’ambiente rivierasco nonostante il sorpasso di Senigallia. Per essere più competitivi nella stagione turistica imminente si stanno valutando dei metodi che possano catturare l’attenzione dei vacanzieri. Inoltre negli ultimi giorni vari alberghi sono stati multati per violazioni di pagamento riguardante la tassa di soggiorno inerente al 2012. Abbiamo parlato di tutto ciò con Luciano Pompili, proprietario dell’Hotel Bologna e presidente dal 2013 della Federalberghi del Piceno.

Una considerazione sui dati della stagione 2014.

“Siamo stati leggermente sorpresi dai numeri positivi. Temevamo l’effetto negativo del maltempo che ha caratterizzato l’estate 2014. Nonostante ciò, dati alla mano, è stata una stagione positiva. Siamo contenti del risultato ottenuto con la consapevolezza però che si poteva fare meglio. Nonostante la positività dobbiamo tener conto dell’altra faccia della medaglia. L’aumento di presenze non ha corrisposto a un forte aumento di guadagni ma di costi. C’è da migliorare in quest’ambito perché altrimenti c’è il rischio di far sparire quel margine di guadagno ottenuto”.

Che cosa ne pensa del sorpasso di Senigallia? A suo parere il cartellone di eventi stilato per l’estate 2014, era soddisfacente o si poteva migliorare con altri di forte richiamo?

“Ci tengo a rilevare che il sorpasso non è stato compiuto nell’ambito alberghiero. A Senigallia ci sono stati più turisti ma questi ultimi hanno soggiornato di più nelle nostre strutture ricettive che nel comune Anconetano. Comunque è un dato di fatto su cui riflettere. Il cartellone di eventi dell’estate appena passata era, a mio parere, buono. Mi permetto soltanto un appunto. A San Benedetto manca un evento di richiamo che prenda l’attenzione dei turisti e che concentri la loro presenza in un determinato periodo della stagione turistica. Come succede esattamente a Senigallia con il Summer Jamboree. Se si creasse un’attrazione turistica di questa portata, sicuramente l’intera comunità ne trarrebbe beneficio”.

Un pensiero per l’imminente stagione turistica. Cosa si può fare per migliorare i dati di presenze nel futuro prossimo?

“Al di là della creazione di un evento di richiamo, bisogna migliorare lo sviluppo del territorio e della vendita dei posti letto. La presenza turistica si basa soprattutto sul fatto del villeggiante che si sposta dalla sua abitazione e passa almeno una notte in una struttura ricettiva. Questa è la presenza turistica. Da parte della Federalberghi abbiamo il compito di migliorarci per indurre il turista a pernottare nei nostri alberghi. Attenendoci naturalmente alle linee guida create dalla Regione Marche. La promozione del territorio spetta soprattutto agli enti pubblici. Non è una nostra responsabilità. Credo che privati e pubblici si dovrebbero prima riunire in due tavoli distinti per sviluppare proposte inerenti al proprio ruolo. Infine ci si può confrontare per migliorare le iniziative create. Prendendosi comunque ognuno la responsabilità di ciò che si è attuato”.

Parliamo dell’attualità. Che cosa pensa delle multe conseguite a vari alberghi della città inerenti alle violazioni di pagamento relative alla tassa di soggiorno?

“Siamo rimasti più che altro sorpresi dalla tempistica. Le sanzioni sono arrivate tre anni dopo. Abbastanza paradossale. Era il primo anno di applicazione e molte regole sono state riviste nel tempo. Bisogna solitamente raccogliere le selezioni dei clienti e tutti i dati. Non è un lavoro facile. Sono stati compiuti a mio parere errori di forma più che di sostanza. Escludo assolutamente il dolo e l’essere ‘furbetti’. Ciò sarebbe stato un comportamento molto ingenuo. Aspettiamo di sapere in cosa consistono effettivamente queste irregolarità e nel caso faremo i nostri chiarimenti riguardo a questa vicenda. Certo non è facile gestire un’azienda con continue leggi che variano nei giorni. Il sospetto è che si sia voluto fare un po’ di ‘cassa’ con introiti extra. Solo un sospetto niente di più”.

A marzo riospiteremo  la Tirreno-Adriatico, che quest’anno festeggerà mezzo secolo. A San Benedetto solo otto alberghi di San Benedetto saranno coinvolti. Non crede che l’evento andasse gestito meglio?

“In effetti sì, l’occasione andava gestita meglio. Sarebbe stato bello creare un evento particolare per festeggiare questa ricorrenza. Si poteva approfondire il focus inerente alla città di San Benedetto del Tronto. Una notevole promozione del territorio innanzitutto. Naturalmente poi ne avrebbero tratto beneficio anche le strutture ricettive. E’ strano che non si sia voluto pensare a una cosa del genere. In teoria il tempo per organizzare qualcosa ci sarebbe ancora ma ho l’impressione che non se ne farà nulla. Sarebbe un peccato, un’occasione non sfruttata”.

A che punto è la consacrazione del Piceno come unico brand di richiamo per una promozione di grande spessore?

“Non si può negare che il vostro direttore ma anch’io e altri spingiamo da anni affinché si formasse un ente turistico unico, invece delle solite iniziative isolate che non hanno portato grandi vantaggi al turismo rivierasco. Adesso c’è perché, su proposta di tre soci fondatori (Assoalbergatori Riviera delle Palme, Marche Experience, Cuore dei Sibillini) è stato formato un gruppo di privati che ha la denominazione di Piceno Dmo. Un’associazione che si propone di fare da tramite tra il territorio Piceno e la regione Marche per stabilire termini della promozione fino ad oggi determinata da soggetti disparati. Abbiamo insomma creato un punto di riferimento che sicuramente semplificherà procedure e programmazione a vantaggio non della costa ma dell’intero territorio, dalle colline alle montagne, alle città d’arte con Ascoli in testa”.

Insomma, la sua idea è di caratterizzare la zona del Piceno alla pari di altri territori – vedi Salento – che sono nell’immaginario un punto di riferimento popolare.

“In effetti è questo il profilo dell’associazione che ha come presidente Silvio Antognozzi di Amandola. Adesso si sta lavorando affinché, in parallelo, si formi un gruppo (comitato scientifico) formato da una decina di soggetti che interagiscono per conto dei 33 comuni piceni e conseguentemente con Piceno Dmo”.

Tutti i comuni stanno aderendo?

“Mi auguro di sì ma credo che non farlo sarebbe un errore perché rimarrebbe isolato e senza identificarsi con la dicitura Piceno con il quale, come ho già spiegato, si vuol far crescere tutto il territorio”.

Quali sono gli associati di Piceno Dmo, oltre i già citati tre fondatori?

“L’associazione San Benedetto, Federalberghi, Acot e Terra delle Meraviglie”.