MACERATA – Alle prime luci dell’alba del 24 febbraio, a Macerata e Catania, i carabinieri maceratesi, unitamente a quelli della Compagnia di Camerino ed al Reparto Operativo di Catania, a conclusione di complessa ed articolata attività di indagine, tesa ad individuare gli autori dell’omicidio di Pietro Sarchiè, commerciante di prodotti ittici su delega del Procuratore della Repubblica di Macerata Giovanni Giorgio, davano esecuzione a quattro ordinanze di custodia cautelare.

Due in carcere nei confronti di Giuseppe e Salvatore Farina entrambi  ritenuti responsabili di omicidio premeditato in concorso, porto abusivo di armi, rapina, occultamento, vilipendio, distruzione, soppressione e sottrazione di cadavere, violenza privata, sostituzione di persona.

Gli arresti domiciliari sono stati decisi per Santo Seminara e Domenico Torrisi colpevoli dei reati di favoreggiamento personale, ricettazione e riciclaggio.

Il procedimento trae origine dall’attività investigativa intrapresa dai Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Macerata e della Compagnia di Camerino, a seguito della scomparsa dell’ambulante di prodotti ittici Pietro Sarchiè di San Benedetto del Tronto il 18 giugno 2014, nella zona dell’alto maceratese. A conclusione di serrate ricerche, il 5 luglio 2014, i Carabinieri rinvenivano il cadavere dell’uomo, sotterrato ed occultato in zona isolata della Valle dei Grilli del Comune di San Severino Marche.

Le indagini conducevano successivamente all’individuazione di un capannone di proprietà di Santo Seminara dove era stato smontato il furgone della vittima, in parte venduto come pezzi di ricambio e altri disseminati nelle campagne circostanti. Si risaliva, pertanto, con certezza all’individuazione degli autori dell’omicidio quali Giuseppe e Salvatore Farina, padre e figlio, di origine siciliana, ambulanti di prodotti ittici.

Il movente è da ricercarsi nel rancore nutrito verso la vittima da parte dei due Farina per la concorrenza nell’ambito della vendita ambulante dei prodotti ittici, determinata, anche probabilmente dalla restrizione della domanda a causa della grave recente congiuntura economica.

Dalle indagini svolte, coordinate dalla Procura della Repubblica di Macerata, emergeva che i Farina avevano agito con premeditazione, organizzando il delitto già nelle settimane precedenti e compiendo a questo scopo reiterati sopralluoghi in località Sellano, frazione di Seppio, nei pressi della chiesa Arcangelo di Contrada Perito, luogo dell’agguato.

Secondo la ricostruzione dei fatti, il 18 giugno 2014, verso le 7, Salvatore Farina seguiva a bordo della propria auto Y 10 il furgone del Sarchiè, tenendosi a stretto contatto telefonico col padre. All’altezza di Sellano, nei pressi della suddetta chiesa,  Salvatore costringeva la vittima a fermarsi, provocando una collisione frontale tra i due veicoli e verosimilmente a quel punto interveniva Giuseppe, esplodendo 6 colpi di pistola all’indirizzo della vittima. Quindi verso le 8.45 i due si recavano a Valle dei Grilli, zona isolata e in aperta campagna del comune di San Severino Marche, dove si sbarazzavano ed occultavano il cadavere, che in un secondo momento veniva coperto con materiale edile. Alle 9 entrambi si recavano presso il Capannone del Seminara, sito in Castelraimondo, per iniziare l’operazione di smontaggio e distruzione del Ford Transit frigo, unitamente all’amico Torrisi.

Nei giorni successivi i Farina vendevano alcune parti del furgone come pezzi di ricambio a un autodemolitore di San Severino Marche, portando altri pezzi presso una ditta di Treia specializzata nello smaltimento di rifiuti speciali e disseminando i restanti pezzi nelle campagne circostanti di Valle dei Grilli (Sant’Anna di Matelica) presso una cava di ghiaia di Castelraimondo e presso l’abitazione e il garage di Domenico Torrisi, al fine di occultare le prove dei reati.

Il 6 luglio 2014 i militari del Reparto Operativo rinvenivano alcune parti del furgone presso il Capannone del Seminara, quindi i Farina sentendosi braccati dalle forze dell’ordine, si trasferivano celermente in provincia di Catania.

L’importante operazione di cattura dei killer è stata condotta nella mattinata del 24 febbraio con la partecipazione di 30 militari del Comando Provinciale di Macerata e 15 del Comando Provinciale di Catania e con l’ausilio del Nucleo Cinofili e del Nucleo Elicotteri.

I Farina sono in viaggio per essere reclusi presso la Casa Circondariale di Camerino, a disposizione dell’autorità giudiziaria di Macerata.