SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’elenco si allunga. Altre venticinque multe sono state elevate ad altrettanti alberghi per le violazioni di pagamento relative alla tassa di soggiorno. Una cifra che va ad aggiungersi ai cinque hotel puniti la settimana scorsa, per un ammontare complessivo pari a mille euro.

Stavolta il bottino è ben più corposo e tocca i 5800 euro e ci si arriva attraverso la somma di diciotto sanzioni da 256 euro e sette da 186. Le contestazioni più ricorrenti riguardano assenze sul modulo consegnato dal Comune dei clienti che hanno pernottato nella struttura e del numero dei soggetti esenti”. In altre circostanze si segnala una trascrizione incompleta “del numero dei pernottamenti esenti da imposta oltre le sei notti”.

La vicenda fa riferimento all’estate 2012. Non un fattore secondario, visto che la tassa di soggiorno venne introdotta proprio in quella stagione. “All’epoca era molto complicato, era facile cadere nei tranelli”, afferma il presidente dell’AssoAlbergatori Gaetano De Panicis. “Non dimentichiamo che negli ultimi tempi, causa crisi, il tempo di vacanza si è molto ridotto e spesso non arriva una settimana. Bisogna considerarlo. Non è questione di furbizia, si tratta di errori umani“.

De Panicis racconta pertanto le ansie e le responsabilità che pendono sulla testa degli operatori turistici: “La tassa si comincia a pagare superati i 12 anni. Vanno fatte le selezioni dei clienti e raccogliere tutti i dati è difficile. All’epoca in molti non avevano i programmi adatti, sono state fatte male le dichiarazioni, ma l’ente lo sa perché ha confrontato i numeri con quelli che spediamo alla Regione Marche. Da lì si è notato lo scostamento. Peccato però che la Regione abbia un programma specializzato, a differenza del Comune che all’epoca riceveva un conteggio a mano. Non è semplice gestire un’azienda al giorno d’oggi, affoghiamo in leggi e leggine, è da impazzire”.