ANCONA – I fiumi costituiscono l’ultimo rifugio di molte specie animali e vegetali, tuttavia nonostante la rilevante importanza ecologica, questi preziosi ecosistemi sono sempre più minacciati dalla cementificazione e dagli inquinamenti. Già dagli scorsi anni lo stato di salute dei corsi d’acqua delle Marche è stato monitorato con sopralluoghi focalizzati anche sul reticolo idrografico minore, che meno frequentemente è oggetto di attenzioni da parte degli organi di controllo. Infatti, le sostanze inquinanti riversate nei corsi d’acqua, fatalmente contaminano le falde e, presto o tardi, raggiungono i fiumi principali e il mare.

Per queste ragioni il Corpo forestale dello Stato in collaborazione con l’Agenzia Regionale per le Protezione dell’Ambiente nelle Marche, ognuno nell’ambito dei rispettivi compiti istituzionali, hanno avviato nel 2012 un protocollo sperimentale di monitoraggio dello stato di salute dei fiumi marchigiani, attraverso l’utilizzo di termo camere installate su elicotteri in dotazione al Centro Operativo Aeromobile del Corpo forestale dello Stato, che ha consentito di individuare e sanzionare diverse situazioni d’illegalità e di criticità idrogeologica.

L’attività denominata “Operazione Teti”, di durata triennale, si è conclusa nel dicembre 2014, ed ha richiesto un lungo lavoro di monitoraggio, elaborazione delle informazioni raccolte e conseguente attività di polizia giudiziaria e amministrativa da parte dei reparti impegnati in tutte le Province Marchigiane.

Gli obiettivi e la pianificazione dell’operazione sono stati individuati sulla base dei dati precedenti sullo stato di salute dei corsi d’acqua monitorati periodicamente per i quali sono ufficialmente definite le stazioni di monitoraggio che costituiscono la rete regionale.
I voli hanno interessato la maggioranza delle stazioni poste lungo il bacino dei corsi d’acqua interessati dall’operazione e per le quali è noto lo stato di qualità ambientale derivante dalle complesse attività di classificazione eseguite istituzionalmente da Arpam.

Le termo camere installate sugli elicotteri A109N corredate di un’ottica all’infrarosso a lungo raggio, con un semplice e speditivo passaggio lungo il corso d’acqua, sono in grado di realizzare graficamente mappe di temperatura delle acque dei fiumi, consentendo di individuare e monitorare scarichi di acque reflue di temperatura diversa rispetto a quella delle acque di scorrimento.
Nelle circa 23 ore di volo compiute sono stati percorsi i tratti più critici dei fiumi Esino, Foglia, Metauro, Potenza e Tronto, rilevando oltre 86 scarichi, poi sottoposti ad accertamenti territoriali dalle squadre di controllo composte da personale Cfs e Arpam, che hanno eseguito i prelievi e analizzato le acque reflue.

Per le analisi di laboratorio delle acque di scarico prelevate, è stata eseguita la determinazione delle principali caratteristiche chimico fisiche, dei metalli pesanti e dei contaminanti di natura organica, opportunamente selezionati sulla base delle eventuali conoscenze precedenti del sito, della natura degli scarichi, e delle prescrizioni contenute nelle rispettive autorizzazioni allo scarico, se presenti.

Sono stati percorsi a piedi dalle squadre decine di chilometri negli alvei di fossi e torrenti segnalati come critici dal telerilevamento aereo, alla ricerca di scarichi e manufatti abusivi, rifiuti abbandonati, prelievi illeciti di acqua e inerti, fenomeni di erosione e instabilità spondale, opere idrauliche in cattivo stato di manutenzione: tutti fenomeni che sono stati puntualmente riscontrati, segnalati e sanzionati.

L’”Operazione Teti”, ha portato alla comunicazione di quattro notizie di reato all’Autorità Giudiziaria e alla contestazione di cinque illeciti amministrativi per un totale di 20 mila euro.

In particolare, quattro persone sono state deferite per deturpamento di bellezze naturali in Comune di Fabriano, immissione di rifiuti in acque superficiali e danneggiamento di acque pubbliche in Comune di Sassoferrato, gestione illecita di rifiuti e danneggiamento delle acque in Comune di Serra San Quirico.

Nella provincia di Ascoli Piceno sono stati contestati quattro illeciti amministrativi per un valore di 14 mila euro per inquinamento idrico, tra i quali l’impianto di depurazione “Campolungo” di Ascoli Piceno sanzionato per difformità di gestione rispetto all’autorizzazione.

Anche in provincia di Macerata è stato contestato un illecito amministrativo per inquinamento fluviale e superamento dei limiti tabellari, per un valore di 6 mila euro, a carico dell’insediamento industriale sito in località Sambucheto in Comune di Recanati.