
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Innanzitutto i complimenti alla mia redazione, in particolare a Pier Paolo Flammini, per il servizio sulle brutture del centro cittadino che versa in condizioni pietose. Un vero problema e molto sentito come testimoniano inequivocabilmente le circa 40 foto e i commenti di nostri lettori. Una buona amministrazione comunale, speriamo quella che verrà, dovrebbe in qualche modo prendere di petto la situazione e porvi riparo. Non è un compito facile ma qualcosa bisogna fare. Un degrado così non è accettabile per una città che vanta ambizioni turistiche. Se le vanta ancora.
Chiaramente mi riferisco all’aspetto estetico (nuovo lungomare compreso) e non a quello promozionale per il quale servono ben altre iniziative. Estetica e pulizia sono il minimo da garantire agli ospiti come quando vengono nelle nostre case: si ricevono nel salotto buono, lucidato a puntino per la circostanza.
Una premessa necessaria per introdurre l’argomento più importante, la promozione turistica. Si sa che il compito aspetta alla Regione Marche alla quale, però, oltre a chiedere un trattamento equo tra le varie provincie occorre dare gli indirizzi giusti che, chi vive nel territorio, conosce sicuramente meglio.
Secondo me bisogna abbandonare definitivamente l’idea di promuovere le spiagge della Riviera Picena. Per la loro promozione non va speso nemmeno un euro pubblico. Euro risparmiati che dovranno essere utilizzati per un percorso inverso. La valorizzazione della storia, della cultura, delle tradizioni, della gastronomia del territorio collinare, dalla città di Ascoli ai paesi grandi e piccoli dell’intero Piceno.
Alla Regione Marche bisogna dare una direttiva molto precisa in tal senso e come tale devono rispettarla. Ne guadagnerebbero tutti. Soltanto così sulla riviera picena ricadrebbero benefici in via indiretta ma sicuramente più grandi di quelli attuali.
Nelle Marche fino a 30-40 anni fa c’erano solo due grandi spiagge, San Benedetto e Senigallia, adesso tutte le località marine ne hanno una propria e simile alla nostra. Ecco un esempio: 50 anni fa spiaggia e lungomare di San Benedetto erano poco meno di adesso; sulla spiaggia sud di Grottammare (Viale De Gasperi) c’erano solo erbacce, il mare era invaso da bucce di pomodoro scaricate dalla Sapca, una fabbrica che si trovava a ridosso dell’attuale lungomare. Cupra Marittima era un borgo con spiaggia per pochi intimi. Andateci adesso. Stessa cosa, in direzione nord, per Porto Sant’Elpidio, Lido di Fermo, Porto Recanati, eccetera eccetera. Andateci adesso.
Normale che avere oggi una bella spiaggia (ce l’hanno tutti) non è più una caratteristica utile per giustificare costose promozioni. Quello che invece hanno poche realtà in Italia, e nessuno come noi, è il caratteristico territorio Piceno con tanto da studiare, vedere e visitare in un raggio di pochi chilometri oltre che, appunto, … a pochi minuti dal mare.
Un altro discorso è l’accoglienza con la quale le varie località possono fare la differenza. In particolare quelle sul litorale dove il turista diventa anche villeggiante durante l’estate (ma anche d’inverno, perché no? Durante i week end) con chiari benefici per alberghi, chalet, b&b, bar e altre strutture turistiche. Accoglienza che dovrà riguardare l’estetica della quale scrivevo prima, l’informazione e la qualità degli eventi culturali, storici, ludici che sono solo la conseguenza di tutto il resto. A quel punto anche le ultime idee lanciate dal presidente di Confesercenti turismo, Sandro Assenti, possono diventare un valore che fa quadrare il cerchio. Aggiungerei anche un’adeguata segnaletica delle caratteristiche principali e più importanti. Un esempio su tutti: sulla statale 16, sulle vie cittadine sambenedettesi non esiste un cartello che indichi quel gioiello rappresentato da Scultura Viva sul Molo sud. Il costo sarebbe vicino allo zero.
Un’adeguata e magari costosa (inizialmente) promozione di Ascoli e delle nostre colline potrebbe anche ovviare alla mancanza di un grande evento caratterizzante per il quale si gira a vuoto da tantissimi anni.
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Direttore se i manager della Volkswagen avessero adottato la sua logica al prodotto Golf avrebbero perso la produzione di oltre 30 milioni di autoveicoli. Cito il caso della Golf perchè il miglior caso di Gestione del ciclo di vita di un prodotto. Questa volta il prodotto in questione è la nostra destinazione turistica. E’ evidente che il turismo balneare è ormai un prodotto maturo ed ha necessità di essere rivitalizzato per rilanciarlo, non è un prodotto che va abbandonato perchè esiste ancora (ed è anche grande) il mercato relativo al turismo balneare. Al momento abbiamo un problema di rapporto qualità… Leggi il resto »
Forse non mi sono spiegato bene o forse tu vuoi in ogni caso dire una cosa differente. Opto per la seconda ipotesi perché il tuo pensiero stavolta è molto vago e così zeppo di giri di parole e di una terminologia così forbita da rasentare l’incomprensione. Vedi l’esempio Golf. Il succo delle mie considerazioni è diverso da quello che tu contesti e cioè questo: ritengo che la rivalorizzazione della riviera picena può passare soltanto per un evento molto grande che la caratterizzi a livello nazionale e internazionale non più per una bella e ampia spiaggia o per le palme o… Leggi il resto »
La valorizzazione non può passare per “un evento” ma per una “STRATEGIA”. Gli eventi verranno ideati di conseguenza…. Ma senza una chiara strategia si è in balia delle onde della competizione dei mercati globali e il calendario degli eventi potrebbe sembrare un’accozzaglia di iniziative messe insieme per non scontentare nessuno, tuttavia scontentando i turisti….. Il problema sarà poi relazionare la strategia che può essere locale con la promozione che è regionale! Ma senza strategia cosa andiamo a promuovere? Direttore a me sembrava dal suo articolo che consigliava di abbandonare il prodotto turistico balneare per i prodotti turistici “storia, cultura, tradizioni…”.… Leggi il resto »
La mia è infatti un’idea che ritengo strategica e che non prescinde dal prodotto balneare che oltre ad essere trainante verrebbe anche trainato.
Si direttore, ma il problema è che non ho capito la sua proposta di strategia. Mi sembra di aver capito che lei propone di abbandonare gli investimenti nel turismo balneare per nuove forme di turismo incentrate su storia, cultura e tradizioni, è così? Tema promozione, la regione ragiona in termini di cluster di prodotto, la strategia che lei propone come si relaziona con questi cluster? Concordo che la direttiva deve essere precisa ma anche contestuale alle politiche turistiche regionali. Tema accoglienza, lei esalta le qualità del territorio Piceno, ma non è che il pesarese abbia una configurazione poi così diversa…… Leggi il resto »
La promozione sì. Secondo me va si deve puntare alla vera valorizzazione del Piceno che adesso è un “brand confuso”. I fondi vanno usati per raggiungere l’obiettivo che credo di aver spiegato chiaramente. Sì, anche per le altre strategie (“rapporto qualità prezzo impressionante”) io sono d’accordo con te. Credo che basti così. Ai posteri l’ardua sentenza.
Secondo me il brand piceno non esiste proprio…. banalmente non c’è nemmeno un logo…. discorso diverso per la riviera delle palme che è un brand vero e proprio anche se ha perso molto d’immagine per la caotica governance che c’è stata attorno al Consorzio. Io le ripeto che il suo obiettivo non mi è così chiaro, non ho capito quale sarebbe il target di clientela, come l’organizzazione del settore, insomma mi sembra che non sia così definita…
Turisti che diventano villeggianti.
Confermandomi che il brand piceno non esiste proprio mi dai ragione.
Più che te me la danno i risultati degli ultimi anni
Direttore, posso avere il suo permesso per dire una cosa diversa da quella del primo commentatore? Poi prometto che mi vado a confessare per questo peccato tanto ardito!
Prego