SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Il partito sono gli iscritti, non le ambizioni delle prime donne di cui parlano i giornali”. I Circoli Centro e di Porto d’Ascoli del Pd tentano di gettare acqua sul fuoco, rischiando però di generare l’effetto contrario.

“Duelli, scontri, autocandidati, patti segreti, renziani della prima ora, della seconda, forse della terza, cuperliani,  civatiani, strane alleanze per il potere, associazioni che nascono come i funghi con l’intenzione di sostituirsi al partito, manifestazioni dove si contano i partecipanti come fossero i buoi del Duce”, denunciano i segretari Giobbi e Rosetti. “Pensiamo invece che sia necessario tornare a parlare di programmi ed idee per risolvere i problemi del nostro territorio”.

Si torni quindi a parlare del lavoro che non c’è, il resto viene dopo. “Noi segretari e i nostri iscritti siamo stufi di polemiche e velati ricatti da qualsiasi parte provengano; è ora di fare politica e l’agenda politica attuale ci dice che dobbiamo fare le primarie per scegliere il candidato del Pd alla Presidenza della Regione Marche, visto che a livello regionale non si è riusciti ad esprimere una candidatura unitaria. Non è questa l’ora delle candidature per i consiglieri e tanto meno delle autocandidature. Noi aspettiamo le autocandidature dei nostri iscritti che vorranno impegnarsi ad organizzare al meglio le primarie. Queste sono le sole autocandidature che ci piacciono. Fatte le primarie, capito quale sarà il programma del nostro partito, discuteremo con gli iscritti delle candidature del nostro territorio e lo faremo scegliendo tra chi si metterà a disposizione per questo compito. Saranno gli iscritti  e non sostenitori di Tizio o Caio a scegliere i nostri candidati”.

Un cenno pure al ruolo di Sabrina Gregori: “Lei deve in modo equilibrato gestire questa delicata fase che ci porterà alle prossime elezioni regionali. Noi segretari dei circoli insieme agli esponenti del partito più rappresentativi dobbiamo lavorare accanto a lei per aiutarla a prendere le giuste, equilibrate e necessarie decisioni. Uniti si stravince, divisi si può anche perdere”.

L’accusa a quattro mani di Giobbi e Rosetti isola di fatto il circolo Nord guidato da Andrea Manfroni, a cui fa riferimento proprio Fabio Urbinati, mai citato ma chiaramente evocato.