SAN BENEDETTO DEL TRONTO- Profondamente orgogliosa e legata al mondo a cui appartengo, due anni fa, decisi di intraprendere il viaggio nella vita dei marinai. L’appartenenza al mare, quindi, segna la mia storia familiare e quella della maggior parte dei cittadini sambenedettesi, dove la fatica, la partenza per “altri mari” ed i lutti sono i protagonisti.

La mia avventura nella vita dei marinai sta volgendo a termine, ma prima vorrei dedicarmi al luogo dove tutto ha inizio: i cantieri navali.

San Benedetto non ha una lunga tradizione cantieristica, ma è molto importante il calafataggio. Il calafato era un vero e proprio artigiano, specializzato nell’impermeabilizzazione delle imbarcazione, stoppando ed incatramando con la pece le fessure del fasciame. Sul finire del ‘600 a San Benedetto giungono due famiglie, i cui capostipiti sono chiamati “mastro d’ascia” o “calafato”. La famiglia Palestini, oltre ad esplicare l’attività di calafataggio a San Benedetto, eserciterà, anche, lo stesso mestiere a Grottammare, dove nello stesso periodo giunge la famiglia Venieri. A fine ‘700 un’altra grande ed importante famiglia di calafati giunge a San Benedetto: i Mascaretti.

Le generazioni dei Mascaretti andarono avanti e venivano ricercati per impegno e precisione. Hanno esercitato la propria attività presso lo squero situato sull’arenile fino alla prima metà del ‘900.

Prima che nel novecento a San Benedetto si avviasse un’intensa attività cantieristica ad opera dei Latini, dei Marchigiani, degli Sciarra e degli Ascolani, nella seconda metà dell’800 un’altra importante famiglia si affaccia prima al mondo del calafataggio e poi alla costruzione di barche pescherecce. E’ sul finire del XIX secolo, infatti, oltre ai Mascaretti che impiantano una vera e propria impresa di costruzione barche si affiancano anche i Bruni. E’ questo il periodo nel quale San Benedetto si afferma, anche, nel campo cantieristico.

Attualmente sono attivi i cantieri navali di Francesco Ascolani e la Navaltecnica, quest’ultima specializzata nella costruzione di navi in ferro.

Quando è stato fondato il suo cantiere navale? Di cosa è specializzato?

“Il mio cantiere navale, ubicato in viale Marinai d’Italia, nei pressi del molo sud, è stato fondato nel 1960 ed è preparato nella costruzione di imbarcazioni da pesca fino a 200 tonnellate. Il cantiere è iscritto all’albo dei fornitori del ministero della difesa, della marina militare, della guardia di finanza e dei carabinieri. L’attuale produzione è costituita da pescherecci mediterranei, motovedette, imbarcazioni da diporto, da lavoro e yacht”.

Qual’era il primo motopeschereccio che ha costruito? Quante imbarcazioni vanta finora?

“La prima imbarcazione fu costruita nel 1962 e venne denominata “Gianfranco”. Nel 1980 costruimmo la prima motovedetta della guardia di finanza per il comune di Venezia. Ad oggi posso affermare di aver costruito circa 200 imbarcazioni. Abbiamo costruito, anche, due barche in acciaio: il “Vassette” ed il “Giuliano Carfagna”. La crisi ha colpito duramente il nostro settore ed ora produciamo pochissime imbarcazioni, infatti attualmente ci dedichiamo, principalmente, alle riparazioni e agli alaggi con la motogru anfibia”.

Quanto tempo impiegate per la costruzione di un’imbarcazione?

“Per la fabbricazione di un motopeschereccio impieghiamo, circa, sette-otto mesi, dipende dal numero dei dipendenti impiegati per la costruzione e dal tipo d’imbarcazione”.