Dal numero 1015 del settimanale Riviera Oggi, in edicola.

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Inutile girarci intorno: aveva ragione la Emili. A due anni dalla rottura con la sua maggioranza, la cronaca recente restituisce l’orgoglio all’ex capogruppo dei democratici, all’epoca costretta alle dimissioni dopo essersi rifiutata di votare, assieme a Sergio Pezzuoli, l’atto di indirizzo per la realizzazione di una pompa di benzina in Viale dello Sport.

Lasciando volutamente in un angolo le vicende giudiziarie che stanno infuocando la Capitale, la nostra attenzione si sposta sul fronte politico. Perché per il centrosinistra sambenedettese il famigerato distributore low-cost è stato solo sinonimo di guai.

Secondo l’ex assessore, la gara per la vendita del terreno di 3700 metri quadrati viaggiava parallela al caso dello stadio, nonostante l’amministrazione abbia sempre contestato la falsa traccia della dissidente, rispondendo semmai che coi soldi incassati sarebbe stata acquisita un’area in piazza Caduti del Mare per la realizzazione di un parcheggio multipiano.

Ma la Emili insistette, ricordando le discussioni nelle riunioni di maggioranza svolte ‘in tempi di pace’. Non solo: rispolverò le dichiarazioni rilasciate alla stampa da Paolo Gaetani. L’avvocato riferì di una trattativa privata avviata dal Comune con l’imprenditore Fabio Russo che, in cambio dell’appezzamento, avrebbe estinto i debiti contratti dalla Rdp con i fornitori per la messa a norma del Riviera delle Palme.
I crescenti malumori nel Pd – antecedenti alla rottura della capogruppo – fecero però saltare l’accordo, sostituito in un secondo momento da un bando alla luce del sole. Una gara a cui non si presentò nessuno.

Tutto questo senza considerare il Tar, che il 9 gennaio 2014 bocciò il testo dell’iniziale delibera, nel frattempo corretta dalla giunta. L’atto includeva infatti la dicitura “no logo”, poi sostituita da “low-cost”. Per le norme sulla libera concorrenza, non potevano essere fissati tali paletti, dato che il basso costo del carburante non comportava l’automatica esclusione delle grandi ditte.

I giochi sono conclusi e di pompa di benzina non si parla ormai da tempo. Resta tuttavia la soddisfazione a posteriori di chi contestò l’intera faccenda in tempo reale. Oggi la Emili si ritrova isolata nel gruppo misto dei Diversamente Democratici e continua ad annunciare che la sua avventura politica si fermerà nel 2016. In realtà sarebbe uno dei pochi nomi ancora spendibili da una sinistra ai minimi storici di gradimento. Sempre che in pista non torni Paolo Perazzoli. In quel caso i tentennamenti della Emili acquisterebbero tutto un altro significato…