SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Il malaffare occupa militarmente il sud, ma ripulisce il denaro nelle zone tranquille. Se posso dare un consiglio non richiesto, invito a lasciare morire questa storia, nell’interesse della città, dell’amministrazione e del nostro partito. E’ una storia che fa male, non risolve i problemi. Sono preoccupazioni che ho detto al sindaco”.

Parlava così Paolo Perazzoli (dal minuto 45.40) quasi due anni fa, in una puntata di YouRiviera che oggi torna incredibilmente d’attualità. Era il 17 gennaio 2013 e l’ex primo cittadino veniva interpellato sul distributore di benzina low-cost, questione che pochi mesi prima aveva sancito lo strappo tra la moglie Loredana Emili – all’epoca capogruppo Pd – e la maggioranza di centrosinistra.

Secondo Perazzoli ed Emili la gara per la vendita del terreno di 3700 metri quadrati viaggiava parallela al caso dello stadio, nonostante le ripetute smentite di Gaspari, che ribadiva di voler realizzare con i soldi incassati un parcheggio multipiano in Piazza Caduti del Mare. Ma i dissidenti insistettero, ricordando le discussioni nelle riunioni di maggioranza e le dichiarazioni rilasciate alla stampa da Paolo Gaetani. L’avvocato riferì di una trattativa privata avviata dal Comune con l’imprenditore Fabio Russo che, in cambio dell’appezzamento, avrebbe estinto i debiti contratti dalla Rdp con i fornitori per la messa a norma del Riviera delle Palme. I crescenti malumori nel Partito Democratico – antecedenti alla rottura della capogruppo – fecero però saltare l’accordo, sostituito in un secondo momento da un bando alla luce del sole. Una gara a cui nell’agosto 2013 non si sarebbe presentato nessuno.

Oggi il nome di Russo riemerge nell’ambito delle bollenti indagini romane e le parole di Perazzoli fanno – se possibile – ancora più rumore. “Si tenta di risolvere una situazione gestita male con un altro inciampo che peggiora le cose. Prima la trattativa era addirittura diretta. Che si dia un’area ad un signore per un impianto di carburante così da pagare il debito di una società non sta né in cielo né in terra. Tanto più che oggi viviamo in una fase in cui i consumi di carburante sono tornati agli anni Sessanta. E’ allo studio un provvedimento nazionale per incentivare la chiusura di 6-7 mila impianti in Italia. Non rendono. Perché a San Benedetto dovrebbe rendere tanti soldi da dare poi alla Samb? Non è chiaro. Sappiamo come funzionano certe cose nel nostro Paese. Come fa un’attività economica in difficoltà ad avere i soldi per pagare un debito di altri? Gaspari afferma che non c’è collegamento tra i due argomenti? Possiamo far credere ad un Parlamento che Ruby sia la nipote di Mubarak, questa no. E non mi si venga a dire di andare in Procura. Se avessi delle certezze ci sarei andato”.