SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Gaspari rinuncia alla colletta. La decisione sarebbe maturata in seguito all’ultima giunta, dopo che il sindaco di Montedinove aveva dato vita nei giorni scorsi al comitato “A sostegno di Giovanni Gaspari”.

La scelta è probabilmente figlia dell’impatto mediatico generato dalla notizia, con immancabili polemiche politiche innescate dall’opposizione.

“In campo si scende in undici e una squadra condivide tutte le azioni di gioco”, scriveva il primo cittadino di Montedinove, affiancato dall’ex assessore Domenico Mozzoni, dal segretario comunale Guido Renzi e da Vincenzo Rosini, in passato consigliere comunale tra le fila della destra. “Non bisogna mai lasciare i singoli, fosse anche il capitano, da soli. Siamo convinti che non debba essere solo Giovanni a sopportare l’onere della sentenza”.

Gaspari a questo punto si affiderà all’assicurazione e, qualora la Corte dei Conti dovesse pretendere il rimborso prima della liquidazione della compagnia, sarà lo stesso sindaco ad anticipare l’intera somma.

L’iniziativa era stata difesa, tra gli altri, dall’assessore Luca Spadoni, che aveva sottolineato il principio di trasparenza del procedimento: “Gaspari prende 2.200 euro al mese, avreste preteso delle spiegazioni sulla raccolta di quella somma. Ormai le dichiarazioni dei redditi sono pubbliche, avreste chiesto la provenienza dei soldi. Così si saprà chi e quanto ha versato. Anziché dirlo dopo lo si fa prima”.