SAN BENEDETTO DEL TRONTO –  Si è tenuta oggi l’ennesima assemblea, presso l’aula consiliare del Comune, per cercare di trovare soluzioni all’imminente messa in opera della centrale per lo stoccaggio del gas presso la zona Agraria.

Tanti gli interventi, molti veramente utili alla causa, ma anche alcune bugie o omissioni. Le più gravi riguardano chiaramente la politica che vorrebbe chiudere la porta della stalla (purtroppo solo a chiacchiere fino ad adesso) dopo che i buoi sono fuggiti. Pasqualino Piunti, dopo aver giustamente detto che l’attuale maggioranza ha finora gettato solo fumo sul grave problema, ha detto che nel 2012 la Provincia della quale era vice presidente ha dato parere negativo, ammettendo il ritardo con cui il presidente Celani è intervenuto e augurandosi che l’attuale presidente D’Erasmo continui sulla stessa linea.

In rappresentanza della Giunta Gaspari (assente per altri impegni) hanno parlato gli assessori Canducci e Sorge. Mentre la seconda ha detto pochissimo e niente del problema specifico, l’assessore all’ambiente ha candidamente affermato che la giunta è stata sempre contraria (secondo i fatti non sembrerebbe) e che ADDIRITTURA nel 2012 ha commissionato all’Università di Camerino uno studio per capire bene a cosa andava incontro la nostra città.

Dopo di che la parola più giusta l’ho ascoltata dal presidente della Confesercenti Traini che ha parlato di ‘mea culpa‘. Neanche l’ombra, invece, anzi.   Canducci con il suo intervento ha lasciato intendere che la Giunta Gaspari non ha nulla di cui pentirsi, avendo fatto tutto per bene.

A quel punto io che un po’ di storia sambenedettese la conosco, mi sono sentito preso in giro (fortunosamente avevo in mano le carte per dimostrare in modo inequivocabile quello che stavo per dire) e ho chiesto di intervenire:

Sull’aspetto tecnico scientifico e sui conseguenti pericoli non mi pronuncio mentre sono più che certo che la Centrale, per i motivi espressi più volte, penalizzerebbe fortemente l’economia turistica della riviera picena.  A dimostrazione che il danno c’è ed è grande. Ma purtroppo è anche vero che un’ipotetica opposizione non è in ritardo ma… fuori tempo massimo. Solo una presa di posizione vera e seria (ne dico una: minaccia di dimissioni in massa che ridarebbe credibilità a Gaspari & C.), da parte dell’attuale maggioranza, potrebbe aprire qualche piccolo spiraglio per una marcia indietro. Altre soluzioni sarebbero sovversive e violente e quindi vanno scartate a priori

Ho davanti a me le prove che, della pericolosità (duplice se ci mettiamo anche il turismo), il sindaco Gaspari ne era a conoscenza ben sei anni prima (2006)  del 2012, rispetto a quando è stato chiesto il parere dell’Università di Camerino.

Perché? Cosa ha fatto il governo gaspariano dall’ottobre 2006 a quel momento? Sicuramente niente di buono per scongiurare l’imminente arrivo della messa in opera”.

Ho quindi. a mò di prova, letto il titolo di un giornale che avevo sottomano “Gas per 2 miliardi di mc scaricati sotto la Riviera?” e due passi dell’articolo nel quale era anche scritto che si sarebbe trattato di uno Stoccaggio fra i più grandi d’Europa con queste aggiunte ‘maligne’ da parte del giornalista: Un affare da far golaAbbiamo buone ragioni per ritenere che una simile “bomba” sotto i nostri piedi era – tanto clamorosa quanto apparentemente incredibile – ahinoi fosse assolutamente vera.

A fine articolo una testimonianza che si commenta da sola perché fotografa il momento esatto in cui il nostro sindaco ne è venuto a conoscenza: “A botta calda il sindaco Gaspari si è detto «all’oscuro di tutto» ed ha aggiunto preoccupato «Fino a prova contraria (adesso c’è! Ndd), un sindaco che amministra la superficie di questo sottosuolo in vendita, dovrebbe saperne qualcosa». Ora, però, aggiunge il giornalista, la cosa “deve” essere chiarita e spiegata.

Data del giornale: 23 ottobre 2006.

Chiarita e spiegata? Nemmeno oggi, oltre 8 anni dopo, secondo me. Appunto perchè mi pare assolutamente insufficiente la spiegazione “nel 2012 la giunta Gaspari ha interpellato l’Università di Camerino“.