
Italia. Ascoltando ieri la prima intervista di Roberto Mancini, appena tornato all’Inter, a parte l’aspetto sportivo mi ha colpito una sua risposta alla quale mi piace dare il giusto risalto. Alla domanda: dopo aver vissuto alcuni anni all’estero, ha notato differenze con la nostra cultura?“. Sì molta – ha risposto l’allenatore – c’è una mentalità totalmente diversa dalla nostra. Un aspetto che stando in Italia si intravvede soltanto, non si capisce a fondo”.
Il giornalista non ha insistito ma era chiaro che Mancini non si riferiva soltanto alla considerazione o meno di un calcio di rigore quindi al giudizio du un arbitro di calcio che si ha in Inghilterra bensì ad una mentalità meno egoistica, più attenta al merito che alle raccomandazioni, all’illegalità e alla prevaricazione viste come eccezioni e non come regola, più attenta al comportamento dei politici per i quali giustamente non esistono giustificazioni quando sbagliano, eccetera eccetera. Ho aggiunto qualcosa io ma non credo di essere andato molto oltre il pensiero del neo allenatore nerazzurro.
La mia speranza è che facesse riferimento soltanto all’Inghilterra dove ha allenato il Manchester City e non anche alla Turchia dove è stato come tecnico del Galatasaray. Spero proprio di no.
PS È un aspetto che ricorre molto nei miei DisAppunti nonostante io sia stato pochissimo all’estero e solo per qualche giorno. Un post scriptum per dire che molti miei connazionali hanno capito la differenza con i paesi più civili ma, da buoni italiani, si tappano le orecchie per convenienza personale. Insomma un circolo vizioso che va spezzato prima possibile. Un aiuto potrebbe darlo il volantino che viene distribuito in questi giorni dal comitato ‘rivoluzionario’ 9 dicembre. Al di là della bontà dell’iniziativa, il quadro reale dell’Italia è tutto scritto lì.
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