SAN BENEDETTO DEL TRONTO- Dopo la pausa estiva torna la nostra rubrica che si dedica al fenomeno dell’ emigrazione giovanile verso paesi esteri , la prima nostra emigrante di quest’anno si chiama Francesca Vallati, 27enne sambenedettese che è stata ben felice di parlarci della sua esperienza in Australia a detta sua ”un’esperienza consigliabile a tutti coloro che vogliono accrescere il proprio bagaglio personale di esperienza e di lavoro”.

Quando sei partita e per quanto sei stata in Australia?

Sono partita il 29 gennaio 2013 , e sono rimasta fino al 12 agosto 2013, per un totale di otto mesi.

Quali sono i motivi che ti hanno spinta a partire?
Sono partita per fare un’esperienza di lavoro all’estero e in particolare per imparare la lingua, sarei potuta andare in un posto più vicino, come Londra, ma ho sfruttato il fatto che mio fratello stava già lavorando in Australia.
Altri fattori che mi hanno convinta a scegliere l’Australia, erano le storie sulle buone opportunità di lavoro e il clima caldo.

In quale città sei stata? Di cosa ti occupavi?

Sono stata a Sydney, per il primo mese ho frequentato un corso di inglese per padroneggiare la lingua, subito dopo mi sono dedicata alla ricerca di un lavoro nel mio settore (Hospitality).Durante il corso che ho frequentato ho incrociato ragazzi/e di diverse etnie.

Quasi immediatamente ho trovato lavoro in un ristorante al centro di Sydney, una fortuna poiché marzo non è uno dei periodi migliori per cercare un’occupazione visto che li è considerata bassa stagione.
Purtroppo il lavoro non era a tempo pieno ma pagavano bene e riuscivo a mantenermi senza problemi, non avendo ancora grande scioltezza con l’inglese il mio lavoro era la “runner food” cioè portavo gli ordini ai tavoli ma non prendevo le ordinazioni.

Hai trovato grandi differenze nel tuo campo lavorativo con la realtà italiana? Se si parlacene.

In confronto all’Italia la differenza che ho trovato è l’opportunità di crescita all’interno dell’azienda, e questo vale dalla piccola alla grande impresa e qualunque settore di attività

Torneresti mai a vivere in Australia?

Non tornerei in Australia a vivere, in quanto sono partita per il mio scopo che era l’esperienza e la lingua, quindi una volta raggiunto non avevo altri interessi e in più vedendo esperienze di altre persone conosciute lì ho capito che se fossi partita qualche anno prima ci sarebbero state più opportunità di avere uno sponsor(azienda/impresa che garantisce per te dandoti un contratto di lavoro a lungo termine) ma negli ultimi anni c’è stata troppa immigrazione e questo sta portando anche lì troppa concorrenza, in particolare nel settore dell’hospitality, visto che tutti si propongono per quei lavori.

Si vive bene? Ci sono molte differenze con la nostra cultura?

La maggior parte dei ragazzi/e che ho conosciuto durante la mia esperienza erano backpackers (viaggiatori con lo zaino), persone che si spostavano spesso e lavoravano giusto il necessario per affrontare la prossima tappa del viaggio, quindi in realtà l’esperienza è personale e non so spiegare se si vive bene o male, Io, personalmente, per il periodo che sono stata in Australia mi sono trovata bene.

In una grande città come Sydney la maggior parte della gente è abituata a muoversi a piedi e con i mezzi, tutti fanno pranzo nei ristoranti o fast food mentre per quanto riguarda la cultura e al cibo non si può dare una definizione precisa, essendoci una moltitudine di etnie e la presenza degli australiani è difficile da notare.

Qual è stata la cosa che ti ha particolarmente colpita?

Appena arrivata, sono rimasta affascinata dalla frenesia e dal multiculturalismo che ho incontrato. La cosa che mi è piaciuta di più è stato proprio l’aver fatto amicizia con persone da ogni parte del mondo, vivere con loro e conoscere le loro esperienze. ma d’altro canto è anche più difficile riuscire a convivere con persone con abitudini completamente opposte alle mie, ma è stata comunque un’esperienza che mi ha fatto crescere.
In conclusione penso che l’esperienza all’estero sia un buon mezzo di crescita per tutti.