MONTEPRANDONE – La “Cucina dello Spirito” prosegue il suo racconto nel 2014 dedicando come ormai da sette anni una serata dedicata alle tradizioni monastiche (e non solo) di San Martino, momento canonico e festoso della svinatura e dei sapori e profumi del tardo autunno. Appuntamento l’8 novembre all’Hotel San Giacomo di Monteprandone dalle 20.30.

Nell’appuntamento proposto quest’anno la cena sarà dedicata esplicitamente alla grande figura di Monteprandone virtualmente ispiratrice della “Cucina dello Spirito”, e così la ricorrenza di San Martino sarà pretesto per narrare ancora una volta San Giacomo della Marca, ma anche il suo omonimo San Giacomo Apostolo, nei suoi simboli e nelle espressioni della sua devozione.

Ad esempio indagando nelle memorie della vita di questi due protagonisti, come anche nelle cronache di diverse comunità monastiche attraverso i secoli, si può scoprire come questa ricorrenza venisse onorata a tavola non solo con le ricche provviste offerte dal bosco in questo periodo, ma talvolta anche con risorse ittiche provenienti dal mare o più frequentemente da laghi e dei fiumi, anche per onorare il precetto di magro ed astinenza dalla carne spesso tassativo per i religiosi.

I “temi” alimentari tipici di San Martino e di inizio novembre, dalle fave alla zucca per finire con le castagne, si incroceranno anche con altre produzioni caratteristiche di questo spicchio del calendario, come ad esempio l’arte casearia e la confezione e stagionatura dei formaggi. Autentici riti di condivisione conviviale come la fonduta o la bagnacauda (salsa di aglio ed acciughe), quando ciascuno intinge la propria porzione in intingoli serviti in piatti comuni centrali, riferiranno così di esperienze antiche e tradizionali provenienti da territori differenti (per la prima volta non solo da tutta Italia, ma anche europei con citazioni svizzere e spagnole) indagandone non solo le caratteristiche storico-gastronomiche ma anche i valori simbolici che con tutto il loro carico devozionale e spirituale affioravano anche nei refettori e nelle cucine dello spirito, appunto.