SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Stiamo sviscerando l’argomento, ma al momento non esiste nemmeno una bozza”. Antonio Rosati, dirigente del settore Servizi Sociali, allunga i tempi per la costituzione di un eventuale Registro delle coppie di fatto a San Benedetto. “So che c’è l’intenzione di istituirlo, gli uffici stanno studiando. Comunque, a livello giuridico non darebbe quasi niente, avrebbe piuttosto un valore simbolico”.

Il sindaco Gaspari avrebbe deciso di approvare il punto già in occasione del prossimo Consiglio Comunale, dopo un rinvio che si protrae ormai da due anni. Difficile però che il tutto vada in porto entro questo mese, considerando che un testo da approvare, per l’appunto, ancora non esiste.

Nell’autunno del 2012, il primo cittadino affrontò la questione rispondendo su Twitter ad un utente che chiedeva lumi in materia. Tuttavia, i buoni propositi di Gaspari andarono a cozzare con l’insurrezione di diversi componenti della sua stessa maggioranza, non proprio entusiasti dell’opportunità di avallare le unioni civili.

L’Italia, ad oggi, non ha una legislazione in merito e ciò comporta una privazione di vari diritti (ereditari, familiari, lavorativi…). Questi non vengono pertanto acquisiti con la creazione del Registro, che consentirebbe a malapena di accedere a qualche scontistica o agevolazione comunale riservata sennò solo alle coppie sposate.

Il regolamento approvato a Cagliari nel giugno 2012, ad esempio, specifica che l’atto “non interferisce con alcuna normativa di tipo civilistico e comunque riservata alle competenze statali, con le competenze amministrative di qualunque altra pubblica amministrazione, né con il vigente regolamento dell’anagrafe e dello stato civile”.

A livello di Isee le coppie di fatto vengono al contrario riconosciute, grazie al loro inserimento nella casella dei vincoli affettivi, che si sommano all’affinità, alla parentela e, ovviamente, al matrimonio.

Il significato del Registro sarebbe soprattutto politico. Gaspari si aggiungerebbe agli altri sindaci italiani che hanno approvato il provvedimento, in barba alle contestazioni del Ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Dagli Uffici di Viale De Gasperi preferirebbero invece attendere le mosse del Governo, per buttare giù un documento aderente alle disposizioni che usciranno dal Parlamento e che eviti ulteriore confusione.

Va infine analizzata la reale popolarità dei Registri. Al netto del caos mediatico generato, in diverse città si è assistito ad un clamoroso flop di iscrizioni. Bologna, Napoli e Firenze contano adesioni irrisorie, mentre Varese e Gubbio lo hanno abolito per “inutilità”.