
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Gianluca Pasqualini è stato chiamato a rappresentare l’intera città, non un solo quartiere”. La segretaria del Pd, Sabrina Gregori, tenta di mettere un punto alla polemica che ha visto come protagonista il consigliere comunale democratico.
“Quando ci si candida, non si è referenti di una sola parte di San Benedetto, bensì di tutta la collettività”, prosegue la Gregori. “In Parlamento è normale che deputati o senatori pongano l’attenzione sul loro territorio d’appartenenza, ma in piccoli centri come il nostro bisogna ragionare in maniera ampia”.
Pasqualini aveva alzato la voce alla cena di maggioranza della settimana scorsa, dando un’effettiva scossa ad alcuni progetti strettamente legati alla zona Agraria. Dopo l’ottenimento del doppio senso nel sottopasso San Giovanni, è stata quindi la volta delle antenne Vodafone di Via Gronchi, rimosse in fretta e furia.
“Andrò in Consiglio libero di votare”, continua a ripetere Pasqualini. Eppure, la segretaria comunale non fa una piega. “Sono convinta che l’amministrazione arriverà a scadenza naturale, nel 2016. Non si farà una riunione ad hoc su questa vicenda, siamo tranquilli”.
Respinto, di fatto, anche l’accostamento col caso Emili, che tenne banco nel Pd fino all’approdo della dissidente nel gruppo dei Diversamente Democratici, assieme a Pezzuoli. “Era una situazione differente. Lì la frattura era collegata all’azione amministrativa del sindaco. Stavolta è tutto più semplice. Credo che Gianluca avesse da ridire per questioni personali, non politiche”.
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Per far si che la giunta resti unita sino alla scadenza del mandato è
sufficiente dare ad ognuno un pezzo della “torta” e il gioco è fatto, ma
questo lo sanno tutti, difficoltà nelle pozioni?
Massimo e Nazzareno secondo me avete sbagliato nella pubblicazione di questo articolo. All’inizio va specificato che Sabrina Gregori, nonostante sia la segretaria del primo partito cittadino, rifiuta da quasi un anno di farsi intervistare, ad esempio, da me, dando prova di scarsa democraticità e di competenza politica. Non è che dobbiamo dare spazio a chicchesia e accettare il rifiuto del minimo confronto democratico.
ignoro perché io compaia con la faccia del falcions :D
Scusate ma dove ‘recala sta segretaria del PD, adesso mi vuol far credere che quando il PD ha fatto le liste nella scelta di inserire Pasqualini i voti dell’Agraria non li hanno considerati? Ma mi faccino il piacere questi cialtroni alla ricerca di una nuova verginità ormai irrecuperabile con l’appoggio indiscusso per 8 anni a Gaspari. Ormai non siete credibili e per ottenere voti dovete soltanto alzare le poste dei premi fedeltà, come richiede Pasqualini. Questo è il conto da pagare per chi ha voluto gestire il consenso non sui programmi, non sulla progettualità ma con il bastone e la… Leggi il resto »
Il consenso sui programmi lo si potrebbe ottenere qualora facessero seguire alle ridicole “campagne d’ascolto”, che mettono in atto al solo scopo di far credere agli EX elettori che quanto rappresentano ha un peso, delle azioni amministrative. Ma poiché delle esigenze della cittadinanza fanno carta straccia, per non dire “igienica”, è chiaro che i programmi sono redatti al solo scopo di adempiere ad una mera formalità di partito. Nel merito dei segretari poi sarebbe buona cosa stendere un velo pietoso, eletti da congressi pro-forma già confezionati sulla base dei “signor si” !!!!
il consenso sui programmi non esiste! Tutti i cittadini sono d’accordo ad un nuovo PRG (come riportato più volte nei programmi di quest’amministrazione) ma tutti sono disposti a votarti se gli fai alzare un piano quando si sposa il figlio! Non siamo una cittadinanza ancora così matura da comprendere che la Res Pubblica non va gestita come merce di scambio per il consenso. Le campagne di ascolto sono solo marketing per far conoscere i volti di chi si dovrà votare, sono spesso autoreferenziali e le critiche non sono ben accette. E la lista degli scempi cittadini si allunga…..
Fermo restando che sulla vicenda del PRG del Comune di San Benedetto del Tronto ci sarebbe da stendere un “tendone da circo” più che il cosiddetto “velo pietoso”, l’azione amministrativa non si risolve e non si deve risolvere solo approvando varianti e/o nuovi strumenti di pianificazione urbanistica. Concordo, e non sarebbe possibile diversamente, sul fatto che le Amministrazioni comunali utilizzino i piani urbanistici come strumento di accattonaggio del voto mediante la trasformazione di suoli agricoli in edificabili (o viceversa visto che in molti oggi preferiscono ottenere il contrario), incremento di indici volumetrici e altre “regalie” del genere, e dove non… Leggi il resto »
Concordo, il mio era solo un esempio per far comprendere che il merito dei programmi conta fino ad un certo punto, poi nel voto spesso agiscono dinamiche diverse che con i meriti c’entrano ben poco.