
Dal numero 1006 di Riviera Oggi
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La telenovela “stadio” sembra proprio non voler aver fine. Una brutta pagina della storia di San Benedetto che ha coinvolto vari soggetti e soprattutto penalizzato i cittadini e i tifosi della Sambenedettese che vorrebbero vedere l’impianto sportivo messo definitivamente a norma. Ne abbiamo parlato della questione con Renato Ciarrocchi, rappresentante della Troiani & Ciarrocchi, ponendogli qualche domanda. Anche sulle tanto discusse pensiline fotovoltaiche.
Qual è la sua previsione riguardo al “problema stadio”? Come potrebbe risolversi?
“È senza dubbio una previsione difficile da fare. La soluzione non è né semplice né a portata di mano. La Rdp, ditta che ha realizzato la copertura dello stadio, sta per fallire. Di conseguenza è complesso portare avanti un progetto in queste condizioni. A mio parere era consigliabile una mediazione generale di tutti i soggetti interessati per recuperare il salvabile. Ma non è stato possibile. Poi c’è anche la questione Decasol. Quindi sono presenti una serie d’intrecci che non sbrogliano per nulla questa delicata situazione. Tentai di coinvolgere una società romana che poteva ed era interessata alla gestione dell’impianto sportivo durante il fermo calcistico, tramite eventi o concerti. Ma anche in questo caso la mediazione non fu possibile”.
Su questa intricata vicenda, c’è stato qualcosa di oscuro o nuovo che non sia stato detto o comunque tenuto nascosto?
“Semplicemente fin dall’inizio i titolari di allora della Sambenedettese dichiararono che non erano presenti debiti. Naturalmente se avessero detto o avessimo saputo del contrario, non ci saremmo imbattuti sul progetto. L’oscurità quindi è stata causata dai vecchi soci della Samb. Peccato perché Gianni Moneti ci è subito sembrato una persona motivata e molto competente che si è dovuto ritrovare questa patata bollente in mano.
Tra Spina, Cinciripini e Gaspari chi butterebbe giù nel famoso gioco della torre?
(Sorride Ciarrocchi) “Tutti i soggetti da lei citati hanno avuto un ruolo diverso nella questione. Comunque non butterei nessuno dei tre. Spina e Cinciripini, stando alle carte, ci hanno rimesso un paio di milioni di euro. Il sindaco aveva avuto una buona idea a relegare ai privati lo stadio, poi si è ritrovata questa grana non volutamente”.
In una conferenza stampa di qualche anno fa lei disse che era disposto a donare 100 mila euro alla Samb. Il progetto del fotovoltaico allo stadio è andato in porto, lei, di fatto, è il principale beneficiario. Ma non risulta che abbia mai dato un contributo alla squadra di calcio, come mai?
“Noi abbiamo sponsorizzato per 120 mila euro la Samb. La metà di questa somma è stata erogata. Il resto rimase incompiuto perché influenzato dalla nostra crisi. Quando ce lo potevamo permettere, una mano l’abbiamo comunque data. Attualmente abbiamo problemi più seri da risolvere. L’intenzione è sempre di poter aiutare ma ora non ce lo possiamo permettere”.
Qual è l’introito dell’impianto fotovoltaico allo stadio, e complessivamente, di tutti i pannelli fotovoltaici impiantati nei terreni a seguito dell’operazione?
“Inizialmente era di 440 mila euro l’anno. Poi lo Stato ha posto un primo taglio sull’energia per 60 mila euro. In seguito con l’entrata dello Spalma Incentivi si è aggiunto un altro 20% di circa 80 mila euro. Quindi attualmente l’introito è di 300 mila euro”.
Secondo lei esistono margini affinché pure con gli introiti del fotovoltaico o con una loro espansione nella zona stadio si riesca a ultimare il Riviera delle Palme?
“No perché il fotovoltaico è ‘finito’. Non ci sono più incentivi. Non ci sono ragioni economiche per ‘fare’. Tranne che sui piccoli impianti di autoconsumo. Ho detto alla Decasol di soddisfare l’autoconsumo attuale della Samb. Ci sarà almeno un risparmio di qualche migliaio di euro. Per il resto credo avverrà un contenzioso tra Comune, Samb e Decasol”.
Le pensiline fotovoltaiche che sono presenti nella nostra città sono oggettivamente deturpanti. Non si sente in qualche modo colpevole di aver usato impianti così massicci e invasivi. Qualche cittadino ha domandato se non potevano essere adoperati altri tipi presenti in varie località come Recanati.
“Assolutamente non mi sento colpevole. Vede, purtroppo la maggior parte della gente bada esclusivamente all’aspetto estetico e non al vero e proprio tipo di uso che si fa dell’impianto. Sono stati fatti in questa maniera anche per venire incontro alle necessità dei mezzi pesanti che devono scaricare la merce o semplicemente per il loro posteggio. In altre città magari sono davvero più piccole ma riportano parecchi danni per la problematica che le ho appena illustrato. In città poi sono presenti soprattutto in zone adibite a parcheggi. Tranne che per la zona di San Filippo Neri che, in effetti, può essere discussa per varie ragioni visto l’area. Però bisogna anche dire che l’energia prodotta dalle pensiline soddisfa circa 1000 famiglie. E l’ambiente beneficia della loro esistenza. Sono stati spesi 400 mila euro per rifare i tetti nelle scuole. Ci siamo accollati l’onere di una manutenzione ventennale. Per 20 anni ricadrà su chi ha realizzato l’impianto. L’amministrazione avrà un introito di circa un paio di milioni di euro. Beneficio non indifferente. Mi dispiace che poi certa stampa faccia della mala informazione, non so per ignoranza oppure per speculare, e dichiara cifre e dati che non sono veritieri. Intorno alle pensiline ma anche alle energie rinnovabili vedo molto egoismo. Tanti dichiarano che va bene ma non a casa nostra. Lo trovo assurdo. Vanno bene le critiche, però bisogna anche riconoscere i valori”.
Terminiamo parlando della sua azienda. Qual è la situazione economica?
“Siamo stati costretti a chiedere un concordato omologato e ci siamo impegnati a riassumere parte del personale. Quindici unità sono state già riassunte, altre contiamo di farle rientrare nei prossimi mesi. Riguardo alle procedure di cassa integrazione non ci sono particolari problemi, godono appunto della cassa integrazione e poi ci sarà la mobilità. Ma ripeto, la speranza è di riassumere al più presto possibile gran parte del personale. Vorrei citare un episodio accaduto a Matteo Renzi durante il suo viaggio negli Stati Uniti che dovrebbe far riflettere sulla situazione di molte imprese italiane. Il premier era in riunione con alcuni imprenditori che uniti rappresentavano il Pil dell’Italia. Uno di loro si è rivolto al presidente del Consiglio dicendogli che era difficile far ripartire l’Italia dalla cultura del fallimento. Renzi non capiva quest’affermazione. Allora l’imprenditore, additando la platea presente, disse che ognuno in quella sala aveva avuto a che fare con un fallimento. Però invece di essere messi alla gogna perpetua gli è stata data la possibilità di ripartire. Il senso di ciò è che spesso alcune imprese falliscono naturalmente non in maniera voluta ma perché rispettano tutti i molteplici pagamenti previsti dalla legge e non sopravvivono. Però si pensa subito al peggio ovvero che l’impresa sia fallita perché non capace. Non è così. Ci sono invece imprese che tirano avanti non rispettando i vari parametri e i pagamenti. All’estero chi viene beccato si prende l’ergastolo. In Italia una pena irrisoria. Ben venga la meritocrazia ma bisogna dare comunque la possibilità a chi fallisce di ripartire in qualche modo e non di essere esposto alla gogna in maniera indeterminata”.
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Mi sconvolge il fatto che lei direttore gli abbia dato la parola. La sua intervista non è stata letta da me e spero che altri facciano lo stesso! Vergogna!
Se si potesse spiegare meglio e magari senza offese per le quali potrebbe rispondere, potremmo capire perché avremmo dovuto censurare chi fa parte della brutta vicenda dello stadio. Le conclusioni sulle sue parole (quelle di Ciarrocchi) poi spettano a chi legge ma sulle sue parole, ripeto. Cosa che certamente non si può fare senza leggere l’intervista. A me, invece, meraviglia una cosa. Renato Ciarrocchi ha detto chiaramente che la questione è irrisolvibile o che andrà alle calende greche che significa la stessa cosa. Non ho sentito una parola di dissenso da parte delle istituzioni. Silenzio assoluto. Che significa? Su questo… Leggi il resto »
Secondo Lei direttore i cittadini di San Benedetto sono stupidi? Pure i muri ha capito gli “intrallazzi” tra sindaco e Ciarrocchi.
Insieme hanno mascherato San Benedetto con pensiline esteticamente scandalose e non funzionanti… mandando una manica di ditte (che mantiene le famiglie) in difficoltà .
Non fu Riviera Oggi a fare un intervista dove promise addirittura lo schermo gigante per farsi pubblicità ?
SENZA PAROLE.
Quello lo dice nel finale lo abbiamo pubblicato e quindi ricordato sul settimanale cartaceo. In effetti non si è realizzato quello che disse.
Purtroppo i muri non parlano e gli esseri umani non spiegano cosa hanno capito.
Confermo la prima risposta sui silenzio delle istituzioni ma, mi corregga se sbaglio, lei è la stessa persona che qualche anno fa scriveva che la colpa era solo di Sergio Spina? Con accuse a mio carico… allegate.
Purtroppo gli intrallazzi sono intuibili ma tutti da provare mentre lo scacco matto annunciato a tante piccole imprese finite sul lastrico sono una realtà inequivocabile, e pare che non sia la prima volta che questo signore agisce in questo modo. Spero solo che il tribunale non gli accetti il concordato e permettergli di continuare ….
Per Renato Ciarrocchi le pensiline andrebbero messe al posto della fontana in pieno centro ….. caro Direttore……tanto non occore guardare l aspetto estetico bensi la loro utilita …..
Più di essere d’accordo con lei non posso.
Dico solo una cosa ….. la questione stadio e’ irrosolvibile …. ma Lui guadagna 300.000 euro all’anno ….. interroghiamoci su questo ……
Se le guadagna ha ragione
Diretto’ a meno che dopo miliardi di anni, il Sole abbia improvvisamente deciso di non irradiare piu la nostra Terra…. si, è sicuro che li guadagna quei soldi……
Bhè, mi sembra una costatazione alquanto superficiale visto che i proventi si fanno con i sussidi pubblici (conto energia) e non con la vendita diretta di energia elettrica….
300mila euro l’anno e parla pure… “mediazione”, “sponsor romani”, “sponsorizzazioni alla samb”….. bocca mia taci, senno’ mi prendo una querela …..
Grande Castignano….la penso proprio come te …. bocca mia taci…..bocca mia taci ….bocca mia taci …. 300.000 euro annui e facciamo pure le vittime ….ahhahahahahaaha ….purtroppo c e ben poco da ridere …. e dice pure che la situazione e’ difficile da risolvere.
Questione pensiline ? Purtroppo la maggior parte della gente si preoccupa del fatto estetico ….. ahahahahhaha e di che mi devo preoccupare ????????????????? Mettiamo le pensiline a piazza di spagna a roma o a piazza san marco a venezia tanto sono utili……..ma va va……
Infatti l’intervista è normale. Quando vengo accusato nello stesso tempo di censurare e di non farlo io sono contento. Significa che Riviera Oggi ha intrapreso 15 anni fa la strada giusta.
Era ora che qualcuno facesse parlare Ciarrocchi. Ottima intervista. Ma quanta mediocrità in giro tra la gente che prende decisioni importanti. Mai nessuno all’altezza della situazione.
Poi mi viene da ridere sul povero Sindaco… un ex comunista che fa il liberista, regala ai privati una struttura rendendola una incompiuta per sempre.
Ma se il fotovoltaico è finito… loro che sono del settore (e sanno bene che il business è negli incentivi) perché hanno reso possibile tutto questo disastro?
E’ stato sbagliato il timing dei lavori, il progetto non aveva i fondamentali economici compatibili con le tempistiche di realizzazione…
come al solito… la scarsa preparazione degli addetti ai lavori ha fatto la differenza. La classe dirigenziale della città non è preparata a sfidare le sfide del contemporaneo. Gli assessori più giovani invece che aiutare gli amministratori più vecchi… si sono omologati. Ma c’entra poco con questo articolo
Questa volta mi sento di dire che non è solamente un caso Sambenedettese, ma direi nazionale. Le amministrazioni non hanno i tempi del mercato, dove le cose si devono fare in tempo reale e rispondere una mail il giorno dopo, anziché subito, spesso significa perdere fatturato. Alle amministrazioni non gli importa perché non gestiscono soldi loro bensì dei cittadini e delle imprese a cui, tuttavia, si scordano di renderne conto con i servizi pubblici! Da questo punto di vista è l’Italia da riformare partendo dai cittadini passando per i politici e gli organi di informazione.
E’ molto comodo fare compartimenti stagni nella questione stadio, chi installa i pannelli e incassa 300mila euro annui, chi realizza le coperture e non viene pagato, chi fa debiti e non paga poi fallisce, chi è proprietario ma concede la gestione a privati senza garanzie (addirittura una società dilettantistica sportiva che fa lavori per milioni di euro e subappalta pezzi ad altre ditte!!!)… Sono atteggiamenti che servono solo a ingarbugliare le cose e a non risalire a vere responsabilità, prorogando indefinitamente le iniquità, specie per le ditte in difficoltà che hanno fatto lavori senza essere pagate. La questione è una… Leggi il resto »
Non sbagli Mariano, questa società Decasol è collegata allo stesso Ciarrocchi ed è l’unica a guadagnarci qualcosa, mentre altri non sono stati pagati, altri sono falliti, i lavori sono incompleti e non c’è l’agibilità.
E’ inaccettabile, il proprietario dovrebbe intervenire e rimettere in discussione tutto, ma non lo fa: perché?
C’è qualche movimento inconfessabile dietro, molto probabilmente!
Se vuoi ne facciamo un’altra. Il compito lo affido a te vista la tua bravura.
Scherzi a parte le domande sono state fatte ma le risposte pro domo propria si trovano sempre a meno che il giornalista non faccia il pubblico ministero (non può) o che l’intervista sia in diretta video.
La vera notizia, la più interessante visti i fiumi di parole spesi fino ad oggi (anche quelle che chiedi tu) senza cavare un ragno dal buco sta nel titolo. Poi se vuoi prendere il mio posto anche per fare i titoli, accomodati.
Diccelo tu