SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Taglio del nastro e defezioni. All’inaugurazione del sottopasso di zona San Giovanni hanno fatto notizia anche le assenze. Tra rinunce volontarie ed altre causate da impegni lavorativi, a Porto d’Ascoli il centrosinistra guidato da Gaspari è parso tutt’altro che compatto.

Tra gli assessori mancava Paolo Canducci, mentre per un Gianluca Pasqualini presente all’appello e chiaramente soddisfatto per un’opera che prevedrà il doppio senso di circolazione, ci sono stati altri esponenti del Pd che hanno disertato l’appuntamento.

Chi non fa più parte della maggioranza è invece Paolo Perazzoli, che però da primo cittadino avviò il progetto del sottopassaggio quasi venti anni fa. Il consigliere regionale, invitato, era impegnato ad Ancona in alcune riunioni, ma anche con un agenda libera non avrebbe preso parte all’inaugurazione.

“Non ci sarei stato in ogni caso”, dice Perazzoli. “Ritengo sbagliata la scelta di ridimensionare il progetto, non è un mistero. Non condivisi il percorso allora e lo ribadisco oggi. I finanziamenti sono stati utilizzati male”.

Perazzoli, sindaco dal 1993 al 2001, ricorda come la necessità di intervenire in quella zona nacque all’indomani dell’alluvione del 1992. “Doveva fare da valvola di sfogo per il deflusso delle acque in caso di esondazione del Tronto, per questo motivo avrei preferito fosse più ampio. Ma siccome il progetto fu ritenuto invasivo dal Comitato della Riserva Sentina si andò alla revisione dell’elaborato, dando vita ad una trattativa infinita”.

Il sottopasso è alto 3,50 metri, largo 7,65 metri e accoglie una pista ciclopedonale. Il tempo perduto avrebbe inoltre diminuito i soldi a disposizione, con l’aggravante del passaggio dalla lira all’euro. “Bisognava attenersi alle dimensioni originarie – conclude Perazzoli – in troppi ci hanno messo mano. Sono d’accordo con  Tommaso Caroselli Leali che giorni fa ha espresso le sue titubanze”.