
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Esportare il brodetto sambenedettese. Con questo obiettivo è stato istituito il regolamento comunale per la valorizzazione delle attività agro-alimentari tradizionali locali.
Si tratterà di un albo apposito, nel quale verranno iscritte determinate manifestazioni meritevoli di tutela e del marchio Deco, acronimo di Denominazione Comunale di Origine.
“E’ un primo passo per arrivare a riconoscimenti più prestigiosi come la Doc o la Dop”, dice l’assessore Fabio Urbinati. “Individueremo quelle iniziative che promuoveranno prodotti tipici della marineria e piatti locali. La prima Deco la destineremo a Lu Vredette, che si svolgerà prima della fine dell’anno”.
L’etichetta Deco sarà insignita da un’apposita Commissione, nominata dal sindaco. L’organo dovrà essere composto da un esperto del settore agro-alimentare, tre rappresentanti delle associazioni di categoria, un esperto di cultura e tradizioni locali, un dietologo e due esponenti del Comune. I partecipanti non riceveranno compensi e resteranno in carica con durata coincidente col mandato del primo cittadino.
“Molti turisti che vengono a San Benedetto nemmeno sanno dell’esistenza del brodetto”, spiega il consigliere comunale Vinicio Liberati. “Vogliamo dare un segnale istituzionale”.
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Il festival del “brodetto” (anche con l’aggiunta sambenedettese) è una definizione assolutamente insignificante per caratterizzare un piatto tipico locale. In tutte le Marche e in Abruzzo ne hanno uno. Se si voleva caratterizzare quello nostro gli andava dato un nome diverso. Per esempio, se in quello sambenedettese si mette più aceto e più tipi di pesce sarebbe stato importante chiamarlo “acetò” o “multispecie” giusto per suggerire due denominazioni che mi vengono in mente in questo momento a mò di più facile comprensione di ciò che intendo dire. Magari se ci penso di più ne trovo uno migliore ma per questo… Leggi il resto »