In cosa consisteva il suo lavoro? Quanti anni aveva quando ha iniziato questo mestiere?

“Io facevo il battellante con i remi. Ora non esiste più questo mestiere! Ho iniziato a fare l’ormeggiatore di porto a dodici anni e quando intrapresi questo lavoro, il porto non era come ora. La banchina era stretta e piena di scogli di rinforzo quindi era necessario avere dei battelli per l’ormeggio dei motopescherecci ed il trasporto del personale di bordo. Collaboravo con mio fratello Umberto e l’introito era diviso in due. Inizialmente il pagamento era <<in natura>> cioè con una coffa (cesta, n.d.r.) di totani. Successivamente feci il pilota di porto con un peschereccio a motore, quando a San Benedetto iniziarono ad arrivare le barche atlantiche.

Quando il porto iniziò a prendere le sembianze della modernità, smisi di fare il <<battellante>> ed iniziai ad andare in mare, praticando la pesca a strascico. Nel 1967 lasciai la pesca e la vita in mare a causa di un malore, ma non smisi mai di seguire le attività marittime. I miei figli seguirono le mie orme, quindi fecero costruire un’imbarcazione ed io iniziai a seguire il loro operato. Andai in mare per circa quarant’anni”

Come mai ha scelto di fare questo mestiere?

“Per proseguire la tradizione familiare”

Quali sono la cosa più bella e la più brutta che le sono capitate?

“Mentre stavo navigando, a circa dodici miglia dalla costa cittadina, si ruppe il timone, la barca era in balia del mare mosso. Il <<San Pompeo>>, un motopeschereccio che passava da quelle parti, riuscì a portarmi a rimorchio nel porto di Giulianova. L’episodio più piacevole è la cattura di uno storione, nel mar Adriatico, di quarantasette kili, con un guadagno di duecentodue mila lire”.

Secondo lei è cambiata la pesca negli ultimi anni?

“Le modalità di pesca non sono cambiate. Quello che è cambiato è l’aumento del gasolio e le spese di gestione”.

Ci sono molti pescatori? Ci sono molti pescherecci?

“Il numero dei pescatori locali è diminuito; quello dei motopescherecci locali è diminuito di tre quarti. Attualmente nel porto di San Benedetto sono ormeggiati trentacinque motopescherecci mentre prima ce n’erano centoventi”.

Consiglierebbe la vita del pescatore alle nuove generazioni?

“No, non consiglierei la vita del marittimo alle nuove generazioni perché è una vita sacrificata però, data la situazione lavorativa attuale, sì perchè il guadagno è assicurato, anche se poco”.