GROTTAMMARE – Un articolo dettagliato sul sito tematico DesignBoom, ripreso dal popolare portale italiano Dagospia, casa delle indiscrezioni ma anche aggregatore di notizie ed articoli internazionali.

E fu così che Anima prese anima, progetto raccontato nei minimi dettagli ed accolto con stupore, dato che si tratterà della prima realizzazione di Bernard Tschumi in Italia. “Il centro culturale – scrive DesignBoom si propone di offrire alla provincia di Ascoli Piceno un luogo che racchiude in sé tutte le sinergie, le interazioni e la vasta gamma di attività artistiche presenti sul territorio. La struttura di 10.000 mq ospiterà un mix di programmi di eventi, mostre e workshop, con un layout organizzato intorno all’ampio atrio centrale. Dall’esterno, la struttura appare chiusa in un solido quadrato, mentre le facciate impermeabili lasciano intravedere l’uso di diversi linguaggi e molteplici modelli. Attraverso le aperture sulla facciata monolitica si accede all’interno e si viene subito a contatto con l’estrema versatilità degli spazi interni”.

Quindi la dettagliata descrizione: “Quattro cortili distinti circondano una sala principale che ruota su se stessa, con 1500 posti a sedere. Attraverso la sala centrale si arriva nei diversi ambienti, grazie anche a una serie di rampe che aumentano la potenzialità di movimento e danno la possibilità di osservare gli spazi da prospettive e altezze sempre diverse. Dalla presentazione del progetto finale a Roma nel febbraio 2014, la squadra dell’architetto Tschumi sta conducendo una serie di incontri con le autorità italiane per procedere alla costruzione. Si prevede che il centro culturale sarà inaugurato nei primi mesi del 2018”.

Pubblicato il 17 settembre, il pezzo è stato ripreso da Roberto D’Agostino venerdì pomeriggio. “La sfida di Anima? Diventare un polo di attrazione turistica e di crescita economica per la costiera adriatica”.

La Grande Opera, per anni promessa sposa della città di San Benedetto e poi accasatasi nella vicina Grottammare, fa parlare di sé prima ancora della posa del primo mattone. Un impatto mediatico che tocca relativamente gli interessi dei futuri fruitori della struttura, ma che al contrario rappresenta l’ennesimo smacco per la giunta Gaspari.

“Noi sapremo farci una ragione di questo finale di partita”, commentò polemicamente il sindaco nel marzo 2011, quando la Fondazione si accordò con l’amministrazione Merli. “Nulla ci era dovuto e nulla ci aspettavamo. La proposta non aleggiava in capo a una comunità immobile. La vita va avanti, non solo per la spinta del vento sulle vele, ma anche per l’energia di chi rema verso il futuro”. E a qualche giornalista che gli ricordò l’occasione perduta, ribatté con stizza: “Trasferitevi a Grottammare e prendete la residenza là”.