SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dopo alcuni squilli, Arcipreti irrompe sulla linea con la consueta verve: “Veloce, chiedimi subito quel che devi chiedere, ti rispondo subito“. Prometto di essere veloce, ma mi dilungo – e mi lascia fare. Il Ds rossoblu è un negoziatore (e intervistato) esigente, dalle risposte trancianti, ma alla fine concede sempre qualcosa.

Mercato definitivamente concluso?

“Praticamente sì. Oggi è arrivato un nuovo ragazzo, Jeffe Adjei, ghanese del ’96; viene da Udine e ha chiesto di fermarsi qui. Non resterà con noi, anche se ha fatto vedere diverse qualità – non è male. Il mercato lo abbiamo chiuso con l’arrivo di Andrea Lobosco (difensore classe ’96). Valuteremo – nel caso – qualche svincolato per puntellare il centrocampo, un under che possa mettersi in competizione con gli altri. Stiamo monitorando la situazione di José Aylton (centrocampista del ’95). Il ragazzo è venuto con noi in ritiro, ma non l’abbiamo potuto tesserare per questioni burocratiche. Vediamo come evolve la situazione”

L’organico che ha formato la soddisfa?

“Naturalmente. Faccio questo lavoro da tanti anni, non improvviso più. La squadra è esattamente quella che avevo in mente, anche in virtù del fatto che c’è una situazione societaria nuova, importante, che mi permette di lavorare con serenità. Sono molto contento del lavoro fatto, spero che i risultati siano gli stessi della scorsa annata e di quelle prima”

L’arrivo di Napolano è stato un colpo di grande effetto, come è nata l’operazione?

L’idea Napolano è stata esclusivamente del sottoscritto, confortata – naturalmente – dal giudizio positivo di Bucci e Moneti. Ero in comunicazione con lui da un mese, si è mostrata l’opportunità e l’ho colta al volo; il giocatore non lo scopro io: conoscevo da tanto il suo percorso, e conosco bene il suo procuratore Donato Di Campli. Abbiamo monitorato la situazione e fatto un blitz nel momento più opportuno”

Mosconi ha ammesso di avere in mente un’idea tattica diversa, prima del suo arrivo. Come vi siete confrontati?

“Quando si fa la squadra i giocatori li prende il sottoscritto, con il pieno appoggio della società. La forza e la coesione tra le varie componenti è la nostra forza: Moneti lo conosco da molto tempo, ma devo dire che anche con Bucci c’è stata subito sintonia e unità di intenti. Abbiamo verificato che probabilmente era meglio puntare fortemente sul 4-3-3 e abbiamo colto al volo l’occasione Napolano – un giocatore che sposta le partite, e che potrà fare molto comodo a Mosconi.

Ci spiega la vicenda Di Paola-Arezzo? Da fuori la situazione è parsa molto confusa. 

“Nessuna confusione. Quando abbiamo preso Napolano, in virtù dell’ottimo rapporto con l’Arezzo, si è subito aperta la possibilità di un suo approdo in amaranto. È stata una cosa al volo, e c’era un discorso di budget alla base. Se fossero rimasti in serie D sarebbe andato in porto, ma è andata come sappiamo – col loro ripescaggio in Lega Pro.

A livello di comunicazione si poteva fare meglio. Sembrava fosse stato scaricato dalla società.

“A livello di comunicazione non credo ci siano stati errori. Il giocatore non è mai stato scaricato, anzi: la permanenza di Di Paola mi rende l’uomo più felice sulla terra, anche perché l’ha preso il sottoscritto. Abbiamo accettato di farlo partire solo perché Arezzo era una società importante e un’ottima occasione per il ragazzo. Per noi farlo partire sarebbe stato un sacrificio enorme, e – nel caso – al suo posto avremmo sicuramente preso un giocatore altrettanto importante”

A proposito di attaccanti: Tozzi Borsoi ad Agnone è parso molto nervoso, e – già prima dell’espulsione – aveva rischiato il giallo in altre due occasioni. Frustrazione per l’andamento della gara o qualcosa di più radicato? Avete parlato col giocatore?

“Lo dico chiaramente: Tozzi Borsoi è e sarà il punto di riferimento di questa squadra, sia in campo che fuori. Romano è un giocatore che – ovunque – si è fatto apprezzare per un comportamento esemplare. Ad Agnone ha sbagliato, ma è stato il primo ad ammetterlo. Col ragazzo siamo in piena sintonia: ha sbagliato, ma nulla scalfisce il giudizio; rimane un giocatore e un uomo di assoluto livello”

Si è parlato molto di un possibile ritorno di Carteri. C’era qualcosa di vero?

“Anche su questo argomento ho parlato fino alla noia. Premessa: conosco il giocatore, e lo stimo molto. In occasione dell’incontro con i dirigenti dell’Arezzo – parlando di giocatori – è uscito il suo nome. Io lo conoscevo meglio di loro, e ho subito detto che era un giocatore da confermare. Chiuso qui. L’ho raccomandato all’Arezzo, non lo abbiamo mai trattato.

La nostra squadra è al completo: abbiamo tre centrocampisti di livello come Baldinini, Ubaldi e Borgese, e altri ragazzi che si riveleranno importanti. A proposito del centrocampo, devo dire che sto sentendo giudizi molto strumentali su Borgese, un giocatore col quale il sottoscritto ha vinto due campionati in c2 – ripeto, C2: non serie D. Domenica ha fatto discreta partita, ma forse fa più comodo dire che abbiamo sbagliato acquisto.

La squadra, d’accordo con la società, è questa. L’entusiasmo della città non deve essere incrinato in alcun modo. Abbiamo due presidenti che tengono molto alla squadra, se ci sarà da fare uno sforzo non si tireranno indietro. Ma deve essere un’operazione importantissima, di quelle che fanno fare il salto di qualità: non prederemo tanto per fare”

Questo sarà sicuramente un campionato più duro, rispetto allo scorso anno. Qual è la squadra che teme di più, a livello di organico?

Sono convinto che, con la squadra attuale, siamo costretti a vincere. Il campionato non è semplice, lo vedo molto livellato; ci sono 3-4 squadre che lotteranno punto a punto, fino all’ultimo. Dalla nostra abbiamo una squadra forte, coesa nei sentimenti, e pubblico che nessun altro ha. Se manteniamo unità di intenti arriveremo all’obiettivo.

Come avversaria principale vedo la Maceratese, ma anche Campobasso e Matelica. Credo che uscirà una sorpresa, durante l’anno – succede sempre. Noi siamo consapevoli della nostra forza, bisogna evitare di scalfirla con polemiche strumentali e inutili. Accetto il giudizio di tutti, se è schietto, ma quando vedo ipocrisia e secondi fini, non ci sto. Vengo da 3 campionati vinti in 4 anni, puntando sempre tanto sulla coesione del gruppo: sarà così anche quest’anno”

A questa squadra manca qualcosa?

“Non credo. Questo è un organico attrezzato per vincere, e ha la possibilità di farlo. Bisogna allungare la batteria fuoriquota – come ho detto – ma per il resto siamo a posto. Andiamo avanti con la consapevolezza che c’è una società forte, vigile e attenta. Laddove ci fosse necessità di fare un’operazione importante, non si tireranno indietro. Questa è una sicurezza, e ne sono molto grato.

Al momento non sto pensando a nuove acquisizioni. Sono tanti anni che faccio calcio e credo che la squadra sia a posto così, ma rimango vigile: se capita un’occasione molto carina – irrinunciabile, diciamo – la coglieremo al volo. Ma prenderemo solo per dare un forte miglioramento alla squadra.

Da esterno come ha visto la vicenda Possanzini-Vis Pesaro? L’allenatore è stato esonerato per non aver accettato le imposizioni tattiche di un dirigente. Ha mai vissuto situazioni simili?

A volte capita, purtroppo. È una situazione molto brutta. Personalmente non mi è accaduto, ma so che accade. Io sono per il rispetto dei ruoli e – soprattutto – la salvaguardia per allenatore e giocatori: ognuno deve fare il suo. Noi questo problema non lo abbiamo, anche perché la squadra è guidata da due presidenti – Bucci e Moneti – che hanno già fatto calcio a livelli importante.

A loro spetta l’ultima parola, naturalmente, ma agiscono come presidenti, rivolgendosi prettamente all’aspetto societario. Vengono coinvolti in toto, com’è giusto che sia, ma hanno la capacità e la lungimiranza di valutare le cose come stanno, e lasciare lo spazio giusto a me e all’allenatore. Si tratta di fiducia e coscienza sportiva, un valore di importanza fondamentale. Purtroppo non tutti hanno la nostra fortuna”