SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Niente acquisti negli esercizi affiliati alla Confesercenti”. La minaccia giunge dai Comitati di Quartiere, in risposta al presidente provinciale Bruno Tommaso Traini che, con una battuta, aveva sminuito il problema della movida molesta. “Che ne direbbe se proponessimo ai residenti delle vie incriminate, e creda, sono tanti, di operare uno sciopero bianco un giorno alla settimana? Magari gli altri iscritti in regola, o comunque coloro che non tollerano come noi questo stato di cose, non saranno altrettanto soddisfatti delle sue dichiarazioni così come non lo siamo noi. Pensi poi se tale sciopero si verificasse più volte in un mese…”.

“Se vi danno fastidio i rumori e gli schiamazzi, mettete i doppi vetri e accendete il condizionatore”, aveva dichiarato il rappresentante dell’associazione imprenditoriale. Traini si è successivamente scusato, sottolineando l’aspetto ironico dell’intervento. Dietrofront che però non è bastato a placare gli animi dei diretti interessati.

“Ormai si è sviluppata e si sta sempre più espandendo a macchia d’olio una situazione che sta portando parecchi giovani, soprattutto minorenni, a fare uso smodato di alcool e conseguentemente a comportarsi in maniera non adeguata costringendo i residenti a passare notti insonni oltre che a subire danni sia fisici che a strutture. E questa, caro presidente, è una situazione che dovrebbe farla pensare piuttosto che dichiarare che dovrebbero essere i residenti stessi a dotare le proprie abitazioni di condizionatori o doppi vetri. Perché sa, non tutti hanno certe possibilità, e questo stato di cose non è stato creato dai cittadini che da anni vivono in queste zone ma da alcuni gestori che vogliono fare soldi a tutti i costi e molti avventori che non hanno rispetto dell’altrui persona e non conoscono le regole della civile convivenza.

I presidenti di Quartiere se la prendono anche con quelle strutture troppo piccole per accogliere un imponente numero di clienti. “Ci spiace che Traini non inviti i suoi iscritti al rispetto delle norme ed a svolgere la propria attività con professionalità investendo i profitti del successo commerciale sul miglioramento delle attività. Chi non ha un locale a norma non si può sentire libero di fare ciò che vuole al fine di poter ricevere un numero di clienti superiore al consentito per legge. Probabilmente non ritiene che i locali dei suoi associati debbano avere servizi igienici in numero adeguato e a norma. A questo punto potremmo lasciare le chiavi nella toppa dei portoni ed il cartello con scritto per il bagno in fondo a destra, per consentire così comodamente l’uso del bagno di casa nostra, se non vogliamo che i ragazzi che lei difende vengano a fare i loro bisogni sulle facciate dei nostri fabbricati. Per chi dovesse vomitare, gli asciugamani sarebbero nel terzo scaffale”.