SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Se Giovanni Gaspari vorrà tentare l’avventura in Regione dovrà prima abbandonare la carica di sindaco. A fugare ogni dubbio è il segretario marchigiano del Pd, Francesco Comi: “Per i comuni sotto i 15 mila abitanti vale il discorso di incompatibilità, che costringerebbe alle dimissioni da uno dei due ruoli una volta eletto. Sopra i 15 mila scatta invece l’incandidabilità”.

San Benedetto, che ne conta più del triplo, rientra nella seconda categoria. Ciò significa che – nel caso di una bocciatura nella corsa a Palazzo Raffaello – il primo cittadino non potrà cadere in piedi e sarà costretto a rinunciare all’ultimo anno di legislatura, comunque non più rinnovabile. Ma le brutte notizie per Gaspari non finiscono qui.

Nell’ultimo appuntamento di “Piazza Democratica” di venerdì, i simpatizzanti del Pd hanno ribadito in massa la contrarietà all’ipotesi di un terzo mandato di Gian Mario Spacca. Al presidente sono state contestate principalmente le situazioni infrastrutturali e l’emergenza relativa alla sanità. “Il nostro ospedale è umiliato – hanno tuonato i renziani – la regione va da Pesaro ad Ascoli, veniamo sempre dimenticati”. Severo anche il giudizio di Pietro Colonnella: “Siamo la provincia più sofferente delle Marche. Per quale motivo tutto si ferma a Porto Sant’Elpidio?”.

Comi prende appunti e alla fine si sbilancia, strizzando l’occhio alla tesi del rinnovamento: “Spacca ha governato bene, ma è necessario aprire una fase politica nuova. C’è bisogno di un presidente che faccia bene e subito, che dialoghi con gli amministratori e che sia emancipato dalla preponderante invadenza della tecnocrazia. La candidatura che ricerchiamo non deve avere criteri anagrafaci-mediatici. Le elezioni non sono concorsi di bellezza e simpatia”.

Il leader dovrà godere di ampia condivisione. Se non dovesse esserci, spazio a quel punto alle primarie. Nel Piceno il nome di Spacca continua ad essere quello meno battuto. Scenario che penalizza lo stesso Gaspari, principale sponsor nel sud delle Marche e legato a doppio filo al destino del governatore uscente.

“In Regione c’è la tentazione di fare gestione”, ha dichiarato il sindaco nel suo intervento. “Fare gestione ti fa ubriacare. Se la fanno tutti, chi programma e legifera? Servono ruoli distinti. La Regione programmi di più, crei le condizioni. Auspico che ci sia determinazione sui progetti. Bisogna lavorare tanto sulla Macro-Regione, da cui possiamo trovare qualche risorsa per i nostri territori”.