SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Negare l’evidenza, pure di fronte a prove schiaccianti. “Non mi sembra che la città sia sporca. Non vedo San Benedetto nel modo in cui viene dipinta, soprattutto dalla stampa”. Opinione di Eldo Fanini, assessore al Decoro Urbano: “I cittadini non la pensano così, i turisti dicono tutti che la città è pulita e stupenda”.

Nemmeno un mese fa ci aveva pensato una eloquente fotogallery a testimoniare le attuali e reali condizioni della Riviera. Erano i giorni in cui sotto al pontino lungo di Via Carducci appariva in “bella” mostra un divano abbandonato. Sarebbe rimasto lì per quattro giorni, ad arricchire l’imbarazzante stato in cui già versava (e versa tutt’ora) il principale collegamento tra la parte est della città e Piazza San Giovanni Battista.

Per non parlare di Viale Secondo Moretti e Via Gramsci, attraversate da migliaia di turisti ogni giorno. Scritte e tag la fanno da padroni e col passare del tempo si fatica a trovare sui muri anche un solo centimetro quadrato immacolato. “Il problema dei writers è diffuso in tutta Italia – taglia corto Fanini – con la Multiservizi abbiamo fatto molto, purtroppo il mattino seguente si è di nuovo daccapo. E’ una questione educativa, si potrebbe pensare di andare nelle scuole…”.

Promesse e buoni propositi rispolverati ciclicamente, che cozzano con la sensazione di un immobilismo imperante. Basterebbe concentrarsi sull’istallazione di Ugo Nespolo: come testimoniato più volte, “Lavorare lavorare lavorare, preferisco il rumore del mare” identifica la Riviera delle Palme oltre i confini nazionali. Peccato però che chi la fotografa è costretto a portarsi nel bagaglio dei ricordi anche la sporcizia che avvolge il monumento da oltre un lustro. Ripulirlo costerebbe appena 10 mila euro.

Poco più a sud ecco le balaustre di Luigi Onorati. Tutelate dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali, queste perdono quotidianamente i pezzi tra l’indifferenza generale e la stupidità di chi si diverte a lasciare scritte “memorabili”. Sul tema il centrosinistra non si esprime, se non per annunciare l’accensione di un mutuo e – come accade ormai da nove anni – l’avvio immediato del restyling.

All’elenco potremmo infine aggiungerci i rifiuti abbandonati in strada e i detriti depositati in spiaggia. Ma perché esagerare?