Siamo giunti oramai all’epilogo finale dell’estate ed è tempo dei primi bilanci sulla stagione estiva. Sicuramente per gran parte della stagione il grande assente è stato il bel tempo, oltre alla consapevolezza di avere come città un Grande Evento distintivo della stagione turistica che possa fungere da richiamo e veicolo promozionale del territorio.

Sul meteo c’è poco da fare, mentre la mancanza di un Grande Evento è un problema tutto nostro.

Molte altre località marchigiane hanno lavorato e programmato negli anni per sviluppare un evento distintivo del loro territorio sviluppando format di rilievo nazionale mentre qui a San Benedetto si fatica a trovare un’idea su cui credere.

Conclusa l’esperienza di Miss Italia, ogni anno si è provato a sondare iniziative, a cui forse non credeva nemmeno chi le proponeva, partendo dal flop del Watershow nel 2006 ed arrivando al recente MEF (Musical Europa Festival). Abbiamo assistito a tantissime risorse pubbliche impiegate in eventi senza alcuna programmazione alle spalle, tutte trovate estemporanee che come sono giunte in città sono andate via con altrettanta rapidità.

Nonostante il continuum amministrativo non c’è mai stata la volontà di trovare un format da sviluppare da adesso ai prossimi 5 anni, ogni anno siamo sempre all’edizione zero di qualche nuova trovata e finiamo di essere la moderna incarnazione della tela di Penolope: un anno si prova a costruire qualcosa salvo poi disfare tutto l’anno successivo. Il risultato? Nessun evento di rilievo nazionale targato “San Benedetto”!

Le uniche cose che si riescono a riproporre sono solo eventi di nicchia che non riescono a decollare e rimangono confinato ad una platea di pochi frequentatori in un recinto a margine della città faticando a promuovere la nostra destinazione fuori dai confini provinciali e qualche evento culturale che impallidisce a confronto con quello che gli stessi organizzatori propongono in altre località marchigiane (chissà come mai in altri comuni con le stesse persone riescono ad organizzare eventi degni di nota mentre a San Benedetto non riescono andare oltre una lezione di seconda superiore).

Rassegne di rilievo non nascono come i funghi, hanno necessità di essere programmati nel tempo, ogni anno si deve continuare a lavorare nel miglioramento del format proponendo quello che ha funzionato della passata stagione e lavorando su quello che non ha avuto successo modificandolo o sostituendolo. Basti pensare come uno dei più noti eventi marchigiani (il Summer Jamboree di Senigallia) sia giunto ormai alla sua XV edizione ma come sia salito alla ribalta solo negli ultimi 8 anni, partendo da un evento di un giorno con un solo palco ad un festival che dura più di una settimana con più di 5 palchi sparsi in tutta la città ma sopratutto con il coinvolgimento dell’intera cittadinanza.

Credo che proprio il coinvolgimento dell’intera cittadinanza sia la chiave del successo di un evento, perché sono i cittadini stessi che devono diventare i promotori dell’evento, in un’era fluida come quella che stiamo vivendo l’unità degli intenti di una cittadinanza diventa fondamentale per l’affermazione di un progetto di lungo periodo, perché è necessaria la collaborazione e la pazienza di aspettare i risultati dell’idea in cui tutti abbiamo deciso di crederci e scommetterci. Inutile che al primo anno di flessione di inizia a mettere sempre tutto in discussione buttando il lavoro degli anni precedenti, dobbiamo trovare la professionalità di trovare cosa non ha funzionato per continuare a sviluppare l’idea tirando la barra a dritta sugli obiettivi inizialmente condivisi.

Per far sì che succeda questo serve una rivoluzione culturale: i nostri amministratori e i vari dirigenti pubblici devono trovare l’umiltà (visti i risultati finora conseguiti dovrebbe arrivare naturalmente, ma potrebbe non essere così scontato) di aprirsi al confronto con la cittadinanza con una “call for ideas” in cui si mettono a confronto le proposte dei privati per un grande evento con delle rapide presentazioni alla platea dei cittadini in cui si sondano le opportunità di sviluppo di una futura rassegna che possa definitivamente colmare uno storico gap della nostra città.