SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “L’Ospedale unico di Vallata, nonostante la vecchia politica sanitaria, un sindacato politicizzato, la meritocrazia e la partitocrazia, va sostenuto“, con questo concetto di fondo Benito Rossi ha avallato la proposta di Antonio Canzian, consigliere di maggioranza alla Regione Marche.  “Noi un nuovo ospedalecontinua l’ex consigliere comunale –  lo vogliamo VERAMENTEDi danni la vecchia politica e i suoi gregari sindacali ne hanno prodotti sin troppi; non è più tempo della sanità collocata ai voleri della qualità professionale di indicazione partitica. Occorre ricostruire la piramide qualitativa dei livelli di offerta sanitaria attraverso ruoli professionali capaci di svolgere elevata managerialità e scevri da impulsi partitocratici: IL RISULTATO E’ CIO’ CHE CONTA perché all’ammalato non interessano le diatribe interne mal gestite ma risolvere un problema di salute. Permetteteci molto pregiudizio verso quella classe politica che non è riuscita a costruire quando le risorse erano ben più consistenti, con a disposizione oltre un ventennio. Ancora oggi parlano? L’ammalato chiede risposte dalla serietà professionale e solo i risultati di evidenza possono gratificare le sue esigenze. Un servizio pubblico di tale importanza non può essere personalizzato ma di contro adeguato alle esigenze dell’ammalato acuto e/o all’utenza che usufruisce di servizi ambulatoriali e/o di consulenza. La proposta sostenuta dal consigliere in qualità di forza di governo rappresenta un percorso su cui relazionarsi realisticamente e pertanto faremo la nostra parte

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Una premessa che calza a pennello con un disappunto che mi gira in testa da circa un mese in seguito alla lunga intervista esclusiva rilasciataci dall’attuale Direttore Generale dell’Area Vasta 5, Massimo Del Moro. Tra le parole di Rossi ho giusto appunto evidenziato l’avverbio ‘veramente‘ perché in pochi hanno abboccato alla notizia di una prossima ‘prima pietra’ per l’Ospedale unico di Vallata da realizzare al centro del Piceno. È apparsa, ai più attenti, una semplice e un po’ ‘spudorata’ promessa elettorale da parte del governatore della Regione Marche, Gian Mario Spacca in vista di una sua candidatura al terzo mandato. Promessa avallata con un significativo silenzio da chi vuole entrare a far parte della sua ‘barca’ per guadagnarsi un posto nel Consiglio Regionale che seguirà. Fare i nomi non serve, sia perché sono facilmente deducibili dal comunicato di Rossi, sia per alcune mie affermazioni che potete trovare nell’intervista a Massimo Del Moro.

Perché non appare realistico l’impegno per la realizzazione dell’ospedale unico? Perché cozza con quanto fatto fino ad oggi con la ‘svendita’ del “Madonna del Soccorso” e con un miglioramento (si fa per dire) dell’ascolano “Mazzoni”. Infatti, pur non rendendo un eccellenza o quasi, nessuno dei due nosocomi, gli stessi continuano da venti anni a consumare grandissime risorse economiche. Per cui il sol pensiero di doverli ELIMINARE nei prossimi dieci anni fa rabbrividire i ben pensanti, gli economisti di più. Insomma, l’ospedale unico appare sempre più una colossale ‘balla’ messa in giro per i soliti interessi personali e partitici dai quali la nostra nazione, di questo passo, non si libererà mai. Con conseguenze drammatiche, purtroppo.

Tornando alla nostra intervista al Direttore Generale dell’Area Vasta 5, nonostante le tantissime letture (2686 fino a questo momento), l’eco ha visto l’assordante silenzio della politica locale sambenedettese, in particolare di Giovanni Gaspari e Paolo Perazzoli che con il loro mutismo non hanno fatto altro che avallare alcune mie osservazioni che li riguardavano. La comunità ha invece reagito positivamente alla notizia che il nosocomio di San Benedetto del Tronto sarà la sede del centro di riabilitazione cardiologica regionale, oggi diretto egregiamente per la provincia di Ascoli Piceno dal sambenedettese, dr. Mauro Persico. Molto probabilmente verrà assegnata a lui la dirigenza della nuova struttura, con il naturale gradimento della nostra città.

Non ha ricevuto consensi invece, anzi sta creando un malumore diffuso, la notizia data per certa da Del Moro, che il gabinetto analisi del “Madonna del Soccorso” verrà totalmente smantellato o meglio ridotto a laboratorio per le sole urgente. I locali attuali diventeranno un grandissimo centro prelievi che verranno trasportati presso il laboratorio ascolano in via di grande ristrutturazione e rinnovamento con un personale unico: in pratica gli attuali medici, biologi, chimici e tecnici oggi operanti a San Benedetto e in Ascoli entreranno a far parte del personale dell’Area Vasta 5 che avrà un unico laboratorio all’interno del “Mazzoni”. Problemi di dislocazione del personale a parte, la popolazione rivierasca si sta interrogando su alcuni dati di fatto. Eccoli.

Non risponderebbe alla verità l’affermazione di Del Moro, secondo il quale, le apparecchiature (costosissima e all’avanguardia tutt’oggi quella sambenedettese) diventano obsolete dopo soli cinque anni. Anzi quelle rivierasche vengono continuamente aggiornate per cui risultano più che funzionanti. Molto meno attrezzato, qualitativamente e quantitativamente, è invece il Laboratorio ascolano. Motivo per cui lo smantellamento prossimo o il suo scarso utilizzo porterà sicuramente all’adeguamento delle strutture ascolane. O, peggio ancora, ad attrezzature di nuova generazione con costi altissimi che cozzerebbero altresì con le valutazioni fatte ad inizio articolo sull’ospedale unico che, a quel punto, più che una ‘balla’ diventerebbe una ‘bufala’.

Non vorremmo che dietro, come spesso accade, ci fosse l’interessamento di multinazionali farmaceutiche che, in casi come questi, sarebbero le uniche a guadagnarci. Se la decisione regionale è veramente irrevocabile, trasferire le attuali attrezzature del laboratorio sambenedettese in Ascoli sarebbe sicuramente meno costoso. Risparmi però che, come la storia insegna, raramente interessano agli amministratori pubblici italiani.

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Dopo aver aperto il mio DisAppunto con un comunicato che avalla in un certo senso le ‘brutte sensazioni’ del popolo piceno, eccone uno stralcio egualmente “utile” di alcune considerazioni che Valeriano Camela ha inviato poco fa alla stampa: “E’ sicuramente molto valido, per vari motivi, il progetto di realizzazione di un nuovo ospedale nell’Area Vasta 5. Deve però essere chiaro che ciò comporta necessariamente la chiusura degli ospedali di San Benedetto e di Ascoli. Ma i progetti di riqualificazione ed ammodernamento di strutture, apparecchiature tecnologiche e reparti, insieme alle dichiarazioni, anche recenti, di Autorità in occasione delle inaugurazioni, fanno già capire quanto numerosi e grandi siano gli ostacoli che si presenteranno in questo percorso”

Pare che tutto riporti. Speriamo di NO.