SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Di seguito potete leggere il commento inviato alla mia persona da Giuseppe Formentini, il promotore di Progetto#SBT2020. Dire che ho apprezzato la sua disanima è poco, mi ha confermato un particolare che spesso viene poco considerato: la necessità di conoscere le persone prima di emettere un qualsiasi giudizio. 

Un esempio lampante l’interpretazione del mio ultimo disappunto che riguardava proprio la sua bella iniziativa, resa pubblica nei giorni scorsi.

Chi non mi conosce lo ha ritenuto una ‘stroncatura’ fino a scambiare il mio coraggio, la mia voglia di difendere la mia città ad ogni costo, per voglia di protagonismo o accusandomi di essere presuntuoso. Non sono nessuna delle due cose, il protagonismo proprio non mi compete perché può riguardare chi si affaccia da qualche anno di fronte all’opinione pubblica non chi è sulla bocca di molti da almeno 30 anni.

 Chi mi conosce, basta frequentarmi un paio di volte, ha di me un parere diverso, direi quello giusto. Chiedete, per esempio, agli oltre 50 ragazzi che hanno acquisito il patentino di giornalista-pubblicista collaborando per almeno due anni con le testate che ho diretto.  Qualche conto in sospeso in via di risoluzione con alcuni di loro non può aver modificato il sentimento maturato nei miei riguardi. Ne sono certo. Oltre loro Formentini e tanti altri.

Giuseppe lo ha dimostrato più di quanto pensassi con il testo che segue. Sul quale non ho nulla da obbiettare se non che, secondo me, non va fatta “una consultazione popolare per selezionare il candidato Sindaco alternativo all’attuale maggioranza”  ma per selezionare i candidati che dopo alcune riunioni dovranno nominare  a grande maggioranza il potenziale sindaco. Senza nessuna preclusione, nè di Partito né per antipatia e tanto meno di chi faceva parte dello stesso pensiero politico oggi inviso. Per vincere, tutti coloro che ritengono insoddisfacente l’amministrazione passata, devono collaborare per cambiarla all’insegna di un impegno comune scritto e sottoscritto. Creare, insomma, prima un documento poi individuare le persone che i cittadini ritengono adatti e che sono disposti a concretizzarlo. Solo questo volevo dire e Giuseppe lo ha capito molto bene. Grazie.

«Caro Direttore,

rientrato a San Benedetto stasera, sento il dovere di rispondere all’articolo per chiarire alcuni punti che effettivamente lei mi fa notare possono essere stati
interpretati non nella giusta maniera. L’idea di dare vita ad un contenitore che poi abbiamo chiamato “PROGETTO#SBT2020” era in mente da tempo e nei mesi scorsi con alcuni ragazzi-amici abbiamo iniziato a parlarne, a creare alcune occasioni di incontro, a scambiare alcune idee e provare ad immaginare un percorso aggregante ed assolutamente non divisivo lontano dalle sole logiche di bandiera e di partito. Il tentativo e’ quello proprio di andare anche oltre situazioni di colore che spesso hanno limitato la partecipazione e il contributo dei singoli.

Abbiamo analizzato il bilancio comunale, incontrato giovani architetti ed ingegneri per aprire un tavolo di confronto sulla “ristrutturazione della
Citta’”, abbiamo incontrato amministratori anche di comuni vicini per far crescere la consapevolezza di cosa voglia dire fare politica
in un contesto locale come il nostro. Ho personalmente invitato a partecipare diversi giovani per la loro prima volta ai consigli
comunali, dovendo spiegare loro anche dove fosse l’aula del consiglio comunale giusto per dare un idea di quanto la politica, non solo nazionale, sia distante dalle famiglie e dai singoli cittadini. Dimostrazione ne sono le ultime tornate elettorali, comunali-nazionali-europee, che hanno confermato come quasi la metà degli aventi diritto preferisca non esprimersi.

Ovviamente un tale contenitore deve avere un’aspirazione civica-politica, civica nel senso che deve riuscire a coinvolgere tutte le forze intraprendenti
della Citta’ e del Territorio nello sforzo di contribuire al cambiamento, al rinnovamento ed al futuro di San Benedetto del Tronto, politica perche’ deve prendere le distanze da un gruppo di potere, quello che ruota intorno al Partito Democratico, che negli ultimi 20 anni (con piccole eccezioni) ha governato la Citta’, il territorio Provinciale e quello Regionale.

Lei dice che sarebbero stati imposti dei nomi e le assicuro che così non è, la comunicazione è solo arrivata a seguito di un evento conviviale, (da
me organizzato e da me come sempre finanziato, ci mancherebbe altro, ma giusto per porre distanza con chi anche per queste iniziative chiede rimborsi ad enti pubblici), al quale ho avuto piacere di invitare amici personali, che legittimamente hanno dei ruoli politici, sono persone a me vicine con le quale in questi anni mi sono confrontato, ho condiviso battaglie e che ritengo amici prima che politici. Capisco che i due piani siano entrati in conflitto e mi
auguro vi possa essere maggiore precisione in seguito.

Devo dire, però, che prima lei critica esponenti politici che annovero come miei amici e poi lascia aperte le porte anche a chi ha già ricoperto ruoli
istituzionali. Quindi o c’è del pregiudizio verso alcuni esponenti o non si capisce chi possa dire si ad uno e no all’altro.

Condivido con Alessandro Palestini il fatto che dobbiamo uscire dalla retorica che vi siano dei “luminari” da far chiamare a furor di popolo, primo perché
così non è, secondo perché se anche fosse e non hanno avuto coraggio nell’intraprendere una loro iniziativa, chi dice siano in grado di amministrare una Citta’ ed ultimo perché alle ultime elezioni comunali i candidati erano 500 e dire che non vi fosse scelta è compito arduo che lascio a lei. Detto questo non siamo contrari ad una consultazione popolare per selezionare il candidato Sindaco alternativo all’attuale maggioranza.

La verità è che troppe persone sono deluse da comportamenti clientelari, propaganda continua senza nessun risultato, coinvolgimento solo a fini elettorali (a questo si riferiva il “chi è rimasto fuori dai giochi e dai riti del palazzo”). L’intento di questo contenitore deve essere quello di riallacciare un rapporto con tutte le persone che hanno a cuore la nostra Città.

Il discorso sarebbe ancora lungo, ma spero avremo modo di parlarne in un confronto diretto.

Lei sa bene che sarebbe per me un piacere e vedrebbe che il “PROGETTO#SBT2020” potrebbe essere un qualcosa che balla oltre ad essere bello.

Ps: il fatto che nei giorni scorsi, dopo il nostro comunicato, un Assessore sia corso a precisare che il marchio SBT2020 (nota bene non il marchio
PROGETTO#SBT2020) sia un marchio registrato in una delibera urbanistica comunale del 2013 e quindi non puo’ essere usato mi fa capire che siamo sulla buona strada e che la Città merita di meglio. Speriamo di esserne all’altezza»

Giuseppe Formentini