SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Che siamo belli lo sappiamo. Ce lo siamo detti una marea di volte, prendendoci pure dei meriti che in realtà andrebbero riconosciuti esclusivamente a madre natura o a qualche architetto illuminato. Il problema semmai è mantenersi attraenti ed attrattivi, ed è proprio qui che entra in scena la mano dell’amministrazione comunale.

In questa pazza estate, bagnata dalla pioggia un giorno sì e l’altro quasi, San Benedetto deve pure fare i conti con un biglietto da visita che definire poco soddisfacente è un eufemismo.

Partiamo dalla fine, cioè dal divano abbandonato che appare in “bella” mostra da almeno cinque giorni all’imbocco del pontino lungo di Via Carducci. Una scenografia imbarazzante, arricchita dalla vergognosa condizione in cui versa il principale percorso di collegamento tra il versante est della città e Piazza San Giovanni Battista. A parte le mura, che più imbrattate non si può, non passa inosservato il fango depositato ai lati, figlio del violento acquazzone dell’ultimo weekend di luglio.

Non sta meglio l’altro pontino di Viale Secondo Moretti. L’aggravante in questo caso sta nella centralità della struttura, attraversata da migliaia di turisti ogni giorno. Scritte e ‘tag’ la fanno da padroni, senza che il Comune osi muovere un dito.

Sul lungomare le cose vanno addirittura peggio. A partire dall’installazione di Ugo Nespolo. Pur promuovendo, visti i tempi, uno slogan impopolare, “Lavorare, lavorare, lavorare, preferisco il rumore del mare” identifica la Riviera delle Palme oltre i confini nazionali. Un monumento tanto fotografato quanto deturpato, senza che dalle parti di Viale De Gasperi nessuno si sia mai preso la briga di ripulirlo. Costo ipotetico dell’operazione? Appena 10 mila euro.

Poco più a sud, ecco le meravigliose balaustre di Luigi Onorati. Tutelate dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali (figuriamoci se non lo fossero), queste perdono quotidianamente i pezzi tra l’indifferenza generale e l’idiozia di chi si diverte a lasciare scritte “memorabili”. Sul tema il centrosinistra non si esprime, se non per annunciare progetti faraonici di restyling plurimilionari. In realtà basterebbe limitarsi a conservare l’esistente.

La cornice alla cartolina la regalano infine i sacchi dell’immondizia, abbandonati a bordo strada ad ogni ora del giorno. Le date dei conferimenti vengono spesso violate, con il sole ed il caldo che incrementano i cattivi odori. E se le situazioni nelle vie periferiche appaiono magari lontane dagli occhi dei vacanzieri (non che i residenti siano figli di un Dio minore), lo stesso non si può dire dell’area portuale.