Bucci e Moneti. Il tandem che da oggi in poi deciderà le sorti della Samb ha ricevuto commenti di ogni genere, per la stragrande maggioranza positivi o meglio ricchi di speranze. Insomma un post conferenza molto diverso rispetto a quello dopo Longo. Non tanto per la diversità dei personaggi che paiono aver in comune solo il numero di lettere del loro cognome.
Come sempre i giudizi è meglio rinviarli, nel caso Samb è un obbligo. Tanto più i facili entusiasmi che, a dir la verità, la nuova proprietà non ha volontariamente suscitato. Giusto così, nella conferenza di venerdì 23 maggio, invece, ci fu quasi un’apoteosi quando si parlò di grandissimi traguardi. Bucci e Moneti hanno sfiorato l’argomento promozione in serie C e puntato il dito sulla certezza che, se verrà tagliato il traguardo, la fidejussione verrà regolarmente fatta. Cosa che un paio di volte il presidente di Viterbo ha ricordato scherzosamente (ma mica tanto) al presidente romano. Un pensiero in meno.
Detto questo vado ad analizzare la nuova situazione che mi auguro cambi in meglio la storia della Samb. L’accordo reso pubblico ieri cambia, secondo me, alcune carte in tavola e ci riporta un po’ alle situazioni pre associazioni di tifosi che hanno caratterizzato i precedenti 77 anni di storia rossoblu. Con una variante però importantissima: essendo tramontata l’idea di un ingresso in società di sambenedettesi (nel mio colloquio con Barra e Moneti sembrava cosa quasi fatta) che erano quasi pronti in cambio di quote, adesso l’aspetto economico, inteso come denaro da versare in società, è tramontato o, perlomeno non è impellente. Fino a prova contraria. Le quote, oltretutto, non sono più a disposizione. Altri stratagemmi o compromessi sono fantasie che è meglio togliersi dalla testa. La partecipazione attiva ad una società non dipende solo dalle quote ma dalla presenza diretta su entrate e uscite. Giusto che l’abbiano oggi i detentori del 50% che moltiplicato per due fa 100%. Soluzione tra l’altro auspicata da tempo e quindi accettata con gioia da tecnici, giocatori e allenatori. Lo sarebebro stati anche con ilm 50% alla città.
Il contributo economico potrà invece essere corposo tramite sponsorizzazioni in cambio di visibilità per le proprie aziende ma anche di risultati sportivi. Insomma un “do ut es” senza nessun genere di implicazioni societarie. Giusto, così è sempre stato nei primi 77 anni di storia rossoblu. Si può ricominciare. Un distinguo o meglio un paletto va però messo: le varie sponsorizzazioni devono andare a braccetto con l’andamento economico della società calcistica (in tutti gli altri settori è un po’ diverso). Per esempio, nel mio incontro con Moneti e Barra, il presidente di Noi Samb ha detto una cosa che può risultare la chiave di un meccanismo all’apparenza complesso, eccola: “Caro presidente Moneti, la nostra più grande aspirazione e soddisfazione come sambenedettesi è quella di vedere pagati gli stipendi con regolarità mensile come fanno i club seri“. Aggiungerei all’uopo che i giocatori dovebbero fare un patto con la città: avvertirla tramite la stampa se lo stipendio non arriva nei tempi dovuti. Come cittadino e tifoso dico loro che, se si superano i 30 giorni di ritardo, per noi equivale ad una liberatoria, e quindi che sono stati pagati. Non saranno più accettate lamentele fuori tempo massimo. A meno che società e giocatori non diano in tempo reale spiegazioni chiare e sufficienti.
Dopo l’accordo Moneti e Bucci cambia il ruolo delle associazioni. Illusioni diverse sono assurde. Possono però contribuire sollecitando la campagna abbonamenti, sui quali però va fatto un piccolo distinguo: come in tutte le società il numero di abbonati cresce in funzione delle prime partitelle e non per cieca fiducia. Anche perché in genere il tifoso ragiona così: “mi conviene abbonarmi perché con ‘sta squadra vedere tutte le partite mi costerà di più“. Succede in tutte le parti per il 50% di chi si abbonerà. Le associazioni possono dare una mano ma è sbagliato insistere o forzare la popolazione oltre misura.
Un altro contributo, secondo me, ancora più importante, i tifosi organizzati possono darla assumendosi l’impegno di evitare le tante multe (sono soldi che vengono tolti a chi i calciatori deve comunque pagarli e per nuovi acquisti) che un paio di anni fa, per esempio, riempirono le casse della Lega Dilettanti. Organizzare riunioni periodiche per discuterne sarebbe, secondo me, molto producente per tutti.
Il settore giovanile? Un anno fa fu sostenuto, insieme ad altre incombenze, dai tifosi associati a Noi Samb. Per un costo di circa 100 mila euro. Adesso, in considerazione del fatto che l’importanza del settore è fondamentale per il futuro di qualsiasi società e che dovrà, nel tempo, essere più una risorsa che un costo (altrimenti perchè è importante?) sarebbe il caso che un dirigente dell’associazione di Barra fosse nominato presidente del settore con tutte le responsabilità inerenti. Di solito nelle società il compito aspetta ad un dirigente che in qualche modo contribuisce alle casse societarie. Nel caso nostro, vista l’esperienza maturata da Palladini & C. e per non staccare totalmente il cordone ombelicare con la città, non sarebbe sbagliato proseguire sulla strada tracciata da Noi Samb magari con modalità diverse: diciamo fissare una quota una tantum Pro Samb che non deve per forza corrispondere al pagamento delle spettanze di chi ci lavora. In questo modo le associazioni di tifosi avrebbero un fine preciso, definito e non illusorio da raggiungere annualmente. Fare come nel campionato scorso credo, tra l’altro, che sarebbe impossibile per più di un motivo.
Credo che i primi ad essere contenti di una soluzione simile siano quelli di Noi Samb e tutti gli sportivi sambenedettesi. Ma anche i due presidenti rossoblu. Infatti, solo se il connubio società-città diventa concreto e trasparente il 22° torneo cadetto, auspicato da De Lillo, può diventare negli anni realtà.
Stavo dimenticando un fatto che ritengo importantissimo e che lego ad una mia previsione: l’Alessandria fra una o due anni punterà alla serie A o ci sarà. Perché? Cinquanta imprenditori, tifosi o semplicemente vicini ai gloriosi colori grigi che lanciarono Gianni Rivera, si sono messi insieme, investendo 50 mila euro cadauno. Totale 2 milioni e 500 mila. Un bell’esempio di futurismo e di una società, una tifoseria, che per anni è stata in balìa di presunti singoli affaristi che avevano promesso la luna ma portato solo dolore a chi per la propria squadra soffre veramente. Nella Samb non sono 50, non sono nemmeno sambenedettesi ma, secondo me, il fatto che sono adesso due mi tranquillizza. Un po’.
A proposito di chi sta già denigrando i ‘due papi’, voglio dargli questo consiglio se lo accettano. Senza motivi certi la fiducia non va negata a nessuno ma va tolta subito quando i fatti lo pretendono. Adesso sembra che la forza economica per arrivare tranquillamente a fine torneo sia più sicura e consistente di prima. La stessa unione, senza più un solo responsabile, al 50% lo dimostra più di ogni altra cosa o ragionamento. Mi fermo qui.
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Ringrazio il direttore, per aver puntato il dito su quello che io dico da anni cioè: i tifosi dovranno contribuire anche loro, a non esagerare sugli spalti, non andare in escandescenza anche perché, il tifo Sambenedettese è il migliore in senso assoluto, e così facendo evitiamo multe salate e brutte figure, per il bene della società e non solo.
L’iportante è anche che non ci facciamo fare più multe e non ci facciamo più squalificare il campo per aver lanciato 2 bottigliette vuote di borghetti sul prato . Tradotto bisogna farci rispettare nei palazzi : In questo confido in De Lillo ……..
Innanzitutto: sarei al ribasso se mi lanciassi in considerazioni non supportate da fatti. Tu non sai quante cose sa un direttore di un giornale come Riviera Oggi. Io ho sempre utilizzato le informazioni per il bene della Samb ma anche per altre situazioni. Se non ho certezze non parlo. Tu puoi anche farlo ma non hai le mie responsabilità. Sei intelligente dovresti capire. Caro first sull’associazionismo dici una cosa che si avvicina molto all’assurdo partendo da un principio pericoloso: se non sono tifosi cosa vengono a fare? Fare un’operazione di massa è stata più volte sollecitata da me ma non… Leggi il resto »
First quando Gaucci prese il Perugia era tifoso del Perugia? No, era tifoso della Roma ma aveva voglia di fare calcio. O quando Zamparini ha venduto il Venezia per prendere il Palermo era tifoso del Palermo?
Innanzi tutto sono esempi su piazze importanti di SERIE A, dove circolano milioni; Gaucci aveva i suoi casini e i suoi motivi che non fanno testo, Zamparini invece col calcio ci guadagna, è il suo business, e lo fa nella piazza più conveniente a prescindere dal tifo giustamente. Con la Sambenedettese non ci potrà guadagnare nessuno per diversi anni data la bassa categoria, forse non ci si guadagnerà mai, quindi sono tutt’altre molle che spingono le persone a venire a investire in loco. Fare calcio? Certo, si può fare in tanti modi e abbiamo già sperimentato i peggiori negli ultimi… Leggi il resto »
Che Zamparini guadagni con il calcio ho dei dubbi, certo è che non rimette a fondo perduto come mi pare giusto, a parte i primi anni di Venezia, Palermo ecc. Così Preziosi, così sarà per Bellini eccetera.
Chi invece con il calcio, secondo me, ci guadagna è Pozzo ma il risultato è frutto di un lavoro certosino serio e intelligente. Quello che piacerebbe a me.
Per il resto ti contraddici, prima dici che è meglio attendere poi ti sbilanci. Lasciare fare gli eventi. Potresti aver ragione ma anche no.
Anche noi tifosi e la città tutta è sotto osservazione come è giusto che sia. Io non sono mai stato tenero con nessuno e mai lo sarò. Ma fino a prova contraria questo progetto merita fiducia. Noi vogliamo comportamenti seri e giusti investimenti per tornare nel calcio che conta. Dall’altra parte loro Moneti e Bucci ci guardano e vogliono una piazza che merita categorie superiori in maniera concreta e non solo a chiacchierare. Io sono abituato prima a dare poi a pretendere per quanto ho dato, allo stesso modo adesso noi dobbiamo dimostrare di essere una piazza di categoria superiore,… Leggi il resto »
Scusa la franchezza ma mi stai deludendo. Nella mia vita non ho mai fatto niente di trasversale o di segreto per mantenere buoni rapporti. Ho sempre cercato di essere serio, onesto e di pensare prima di scrivere o parlare ma senza pensare alle conseguenze. Se non l’hai ancora capito bene è grave, visto che mi conosci abbastanza bene. Non hai poi letto con attenzione: il mio auspicio (e quello di moltissimi altri, elementi societari compresi) era una Samb a metà tra Moneti e imprenditori sambenedettesi. L’ho proposto e riscritto più volte molto chiaramente ma non ho avuto né la forza… Leggi il resto »
Mai avuto biglietti omaggio. Venga così almeno facciamo conoscenza.
Giro per conoscenza a Moneti e Bucci.
GIORGIO adesso hai toppato e sinceramente non mi aspettavo una cretinata del genere.. PEROTTI e ALTRI GIORNALISTI hanno un pass di accredito.. che tutti i giornalisti accreditati hanno.. FERMATI….
Voi il biglietto non lo pagate perchè avete l’accredito stampa, perchè se dovevate pagare lo stadio era l’ultima cosa che frequentavate.
Quando andavo (per tanti anni) da tifoso, e non per lavoro al Ballarin, pagavo regolarmente ma mi ricordo anche che il nostro glorioso stadio era pieno zeppo perché oltre noi sambenedettesi c’erano tanti sportivi-tifosi residenti a Porto San Giorgio, in Ascoli, a Fermo, Porto Sant’Elpidio, a Corridonia, a Macerata eccetera. Era un piacere vederli entusiasti per una gara di serie B o Coppa Italia contro Juve, Inter, Genoa, Verona, Torino, Bologna ecc. senza fare tantissimi chilometri.
Quello che è successo per l’Ascoli in crescendo nell’ultimo quarantennio.
Ha perso una grossa occasione per stare zitto.
Non è il posto giusto questo per certe discussioni. Dai smettiamola. I social network sono molto più adatti. Meglio continuare lì.
Vedo che è stato particolarmente colpito dalla mia serena considerazione, ha cambiato totalmente discorso.
Io non ho mai detto che le associazioni di tifosi possono sostituirsi agli imprenditori che, lei stesso conferma, neanche in Ascoli si sarebbero trovati senza Bellini.
Oltre a scrivere legga.
Stop. Ho già spiegato ad un altro lettore perché.
La metà degli sportivi sambenedettesi la pensano come lei.
Un miracolo: un tifoso della Samb ed uno dell’Ascoli che, di comune accordo, non pensano prima di aprire la bocca. Scambiatevi la mail.
Giro a Bucci, Moneti e Bellini.
non mi stupirei se fossero la stessa persona……………….
Magari qualche presidente italiano ci starà pensando… Però adesso basta.
Basta così anche per lei. Usi anche lei i Social Network
Per giocare di anticipo, oltre allo scatto serve capire dove e quando arriva la palla prima dell’avversario. Per adesso stiamo giocando nella stessa squadra quindi anticipare un compagno di giochi a cosa serve.
Sarà così.
Grazie per i complimenti.
Il real Madrid lo fa da sempre, in germania hanno iniziato e stanno avanti, il futuro del calcio è quello delle associazioni che portano avanti progetti economicamente sostenibili. O pensate che si può andare avanti con questi ingaggi e questi bilanci a fine anno? Se Berlusconi ha detto che si è stancato di rimettere 50 milioni a fine anno qualcosa vuol dire. Se l’Inter è finto a un tailandese. La Roma agli americani il Cagliari pure a stranieri. Che facciamo senza ricchi scemi stranieri non facciamo più calcio? O si cambia radicalmente o si more e il calcio è già… Leggi il resto »
Il futuro del calcio è connesso agli stadi di proprietà! E noi con lo stadio abbiamo fatto parecchi casini…. mi sembra che spieghi tutto…
Patrik la storia per gli storici è complessa e spesso anche di difficile comprensione. Tra campionati di D mai vinti e promozione comprata a tavolino. Ripescaggi, iscrizione a campionati con società in dissesto finanziario. Benigni ha iscritto l’ascoli con 20 milioni di debiti.
Una volta si diceva degli alunni non molto bravi che venivano promossi coi prosciutti.
Uno storico direbbe certamente che la storia dell’ascoli è una storia scritta coi prosciutti.
Cmq di storia ognuno a la sua tu te la puoi raccontare come ti pare.
stop
Ok ho risposto in maniera civile
Per quanto riguarda ripescaggi,L’Ascoli non è mai stata ripescata ma promossa di ufficio il che fa molta differenza,tanto che a 10 giorni dall’inizio del campionato avevamo una squadra di serie B e affrontammo il Milan di shevcenko e Kakà senza grossi problemi costringendolo al pareggio,per quanto riguarda iscrizioni con conti non in ordine questo è vero ma il 60 per 100 delle società hanno conti non apposto e la Samb di Pignotti e Bartolomei ci ha vinto pure il campionato per poi fallire,quindi potevi stare zitto che facevi più bella figura e il terzo argomento è indiscutibile,lo discutiamo quando la… Leggi il resto »
Ha ragione per il presente ma il lettore sambenedettese si riferiva ai passaggi “politici” in serie C a cavallo tra gli 50 e 60. Una ‘fortuna’ che la Samb non ha mai avuto. Mai avuto un aiutino extra calcistico.
Allora mi sta bene anche se io in quegl’anni non ero nemmeno nato,se la Samb non ha avuto mai aiutini come dice lei non credo sia colpa dell’Ascoli,anzi le diró di più da come raccontano i più anziani all’Ascoli manca un campionato di A motivo : la Lazio non fu squalificata o penalizzata per illecito sportivo e l’Ascoli retrocesse a posto suo,sarà che la ruota gira e quella mancata serie A ci è stata restituita con anni di ritardo quindi almeno io con la fortuna calcistica mi sento in pari,con quella presidenziale dobbiamo accendere un cero alla Madonna ma anche… Leggi il resto »
Benissimo, Per la storia anche alla Samb hanno tolto un campionato di serie B perché il Taranto, quint’ultimo due punti sopra la Samb quart’ultima, fu penalizzato (scommesse) di 5 punti che gli fecero scontare nel campionato seguente. Risalimmo l’anno dopo.
È il mio stesso augurio anche se… in A sarebbe meglio.
Non bisogna andare agli anni 50 e 60 , la disparità di peso politico è evidente anche oggi , d’altronte non siamo provincia….per fortuna la passione per il calcio e l’amore per una squadra è un’altra cosa e sarà per questo che 5.000 persone vanno a vedere la samb in serie D con o sena società .