
RIO DE JANEIRO – Per noi italiani parlare della “Deutschland” non è facile. È presente una rivalità storica, fin dall’inizio dei tempi, in ogni ambito. Sociale, economico, gastronomico, automobilistico e sportivo. Soprattutto nel calcio. Ma è arrivato il momento di essere obiettivi.
Il giorno dopo la vittoria della Germania, nella finale di Coppa del Mondo giocata al Maracana contro l’Argentina di Leo Messi, bisogna riconoscere i molteplici meriti dei tedeschi. Il goal decisivo di Mario Goetze, 22 anni, è la ciliegina di un progetto nato nel 2006 (sfruttando il Mondiale disputato in casa). Già, il tanto fantomatico progetto che qui in Italia si cerca da qualche tempo di creare ma che se ne parla soltanto in maniera confusionale. I teutonici rinnovarono gli stadi (rendendoli confortevoli e moderni) e cominciarono a investire in maniera seria sui settori giovanili.
Come dichiarato qualche giorno fa dall’ex giocatore di Ascoli e Milan Oliver Bierhoff (ora team manager della nazionale): “La Federcalcio tedesca e la Lega calcio hanno lavorato molto bene negli ultimi 10-15 anni investendo grandi risorse nei settori giovanili fin dai bambini più piccoli. E’ importante che s’inizi a investire nelle infrastrutture e nell’educazione sportiva dei più giovani, oltre che del pubblico”.
E in più hanno cominciato a mantenere un’etica e una pazienza nel “lavorare” senza farsi prendere da isterismi, solitamente un classico nel panorama italiano. Nel 2006 la squadra arrivò terza dopo essere stata eliminata in semifinale dalla nostra Italia. L’allenatore era Jurgen Klinsmann e il vice Joachim Low. Quest’ultimo, dopo il dramma sportivo, fu promosso capo della selezione e cominciò a tessere la sua ragnatela. Nonostante lo shock di un mondiale perduto in casa, invece di piangersi addosso come stanno facendo adesso i brasiliani, continuarono a credere nel progetto di un ricambio generazionale con giovani di talento e nell’Europeo 2008 disputatosi in Austria-Svizzera, arrivarono in finale perdendo di misura contro quella Spagna che si apprestava a diventare campione di tutto. Dopo un’altra delusione colossale, in Italia tutti avrebbero chiesto la testa di Low. In Germania non è successo e hanno rilanciato. Tutti con Low. Tutti a credere nel progetto. Nel frattempo la Bundesliga acquisiva valore sportivo ed economico (grazie ai nuovi stadi) e le squadre tedesche cominciavano a imporsi anche in Europa. Naturalmente la selezione tedesca giovò di questo momento.
Infatti, nel Mondiale 2010 giocato in Sudafrica, arrivò terza, arrendendosi in semifinale soltanto con l’Invincibile Armada Spagna. Ma lanciò sei Under 21: Holger Badstuber, Toni Kroos, Jerome Boateng, Marko Marin, Mesut Özil e Thomas Müller, che sarà premiato come migliore giovane del Mondiale. Senza contare uomini come Sami Khedira, all’epoca 23enne. Tutta gente uscita dai vivai della Bundesliga. Anche in questa circostanza, nonostante un’ennesima delusione, si continuò a credere in Low. Autore principale di questo svecchiamento che stava cominciando a produrre i frutti desiderati. Cominciò a spuntare anche una nazionale multietnica composta da polacchi, tunisini e turchi. Impensabile dieci anni fa.
La Germania era finalmente unita in tutti i sensi. All’Europeo 2012 in Polonia-Ucraina sembra essere arrivato il momento giusto. La squadra va forte ed esprime un gioco spettacolare. Ma in semifinale ancora una volta l’Italia interrompe i loro sogni di gloria. Un vero complesso d’inferiorità nei nostri confronti. Strano ma è così. E ancora una volta la bacheca rimane vuota.
In Italia uno score così deludente avrebbe causato polemiche e processi a non finire (come sta accadendo in questo periodo). In terra tedesca no. Incredibile ma vero, Joachim Low rimane ancora una volta al suo posto e il progetto non viene smantellato bensì rafforzato. E dopo la finale, nel 2013, di Champions League tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund, ecco arrivare il tanto sospirato premio agli innumerevoli sacrifici e investimenti.
I giocatori tedeschi dominano il Mondiale strapazzando il Portogallo, eliminando la Francia e umiliando il Brasile. Soffrono soltanto con l’Algeria vincendo ai tempi supplementari. La finale contro l’Argentina non è stata un grande spettacolo, però hanno tenuto duro e colpito nel momento giusto. Con un ragazzino di 22 anni servito da un 24enne (Andrè Schurrle). In più sono spuntati campioni come il portiere Manuel Neuer, Mesut Ozil e Mats Hummels. E si sono confermati “veterani” come il capitano Philipp Lahm, Thomas Muller e Bastian Schweinsteiger. A malapena raggiungono i trent’anni. Una menzione speciale va per Miro Klose, 36 anni, professionista serio che ha dato l’esempio a questa nuova generazione e ha portato a casa anche il record di goal segnati nei Mondiali, ben 16 reti.
Il progetto tedesco ha vinto. Il modello tedesco ha convinto. Magari “purtroppo” però dobbiamo essere, come ho scritto all’inizio, obiettivi e giusti. Hanno meritato di vincere. Onore a loro sperando in futuro di tornare a batterli. Traendo qualche insegnamento da loro. Non solo nel calcio.
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Concordo. Sono così giovani da poter creare un ciclo di gran lunga superiore a quello spagnolo. Non sono imbattibili. però, e per loro fortuna ci siamo eliminati da soli ;)
Bisogna essere obiettivi e “dare a Von Bismarck quel che è di Von Bismarck” …ma che sofferenza ammetterlo ;)
In un calcio atletico e muscolare i tedeschi possono fare i primattori, ma in questo mondiale si è visto anche un impoverimento tecnico preoccupante, quasi nessuna squadra ha il classico trequartista di gran classe che una volta avevano tutti, molte giocano col falso nueve…
E’ una moda che passerà presto, il calcio può essere molto meglio di quello che si è visto al mondiale brasiliano, basta non soffocare i talenti nascenti ma dargli il giusto spazio, per rivedere dribbling, cross, punizioni, rovesciate, i gesti che rendono bello e popolarissimo lo sport chiamato calcio.
Sono scomparse, da tempo, anche le classiche “ali” …
Secondo me nella finale l’Argentina non meritava di perdere ma si è comportata molto civilmente nonostante un rigore sacrosanto negato per un fallo ‘assassino’ del portiere tedesco Higuain. Gli è stato addirittura fischiato fallo contro. Nel complesso però la Germania ha effettivamente meritato il titolo.
Infatti se un qualunque giocatore facesse una entrata come quella di Neuer, prenderebbe il rosso diretto. Non si può consentire di essere così violenti. Hai ragione, l’Argentina è andata più vicina al gol della Germania, ma c’è da aggiungere che il calcio di Sabella è il solito calcio argentino, mai evoluto: tutti dietro sperando che qualcuno davanti si inventi qualcosa. Un po’ come quello di Cesare Maldini. Diciamo che in Italia dai tempi di Bearzot, poi Vicini, Sacchi e Lippi fino ai giorni nostri, nonostante alcune somiglianze (difesa arcigna, grandi mediani), il calcio è molto più corale. Sempre in attesa… Leggi il resto »
Perfetto.
Totalmente d’accordo con lei. Ho detto da subito (ci sono testimoni) che il rigore era netto e contemplava anche l’espulsione del portiere tedesco Higuain ha rischiato tantissimo. Poteva cambiare tutto. È anche vero che l’Argentina nella finale non meritava di perdere.
Credo che alla fine la Germania meritasse vincere ma non mi sembra fosse tanto grande la differenza.
La diversità ahimé è di ben altra natura che non dovrebbe c’entrare con la partita eppure c’entra.
Fra molti anni quando l’Argentina arriverà con fatica a un’altra finale i genuflessi di turno (genuflessi al Paese più forte non calcisticamente parlando) diranno come è successo in questo mondiale: “quel rigore nion assegnato all’Argentina nel Brasile 2014 bla bla bla”
Chi vivrà vedrà…
È così ma nella finale meritava di vincere più l’Argentina che la Germania