
Dopo Gaspari. Sulla stregua di due locandine apparse davanti alle edicole nei giorni scorsi “Margherita Sorge. mi candido come sindaco” e “Paolo Canducci: mi candido anch’io e sfido la Sorge“, mi candido anch’io alla carica di sindaco di San Benedetto del Tronto, dopo una giunta che ha ‘partorito un topolino’.
Perché? Facile dire che è difficile fare peggio ma non è questo il motivo. Mi candido intanto su un giornale e non ufficialmente. Come hanno fatto del resto i primi due, Margherita Sorge e Paolo Canducci. Come loro per gettare un sasso nel lago e vedere quanti cerchi fa. Quindi con la premessa che la loro, come la mia, è per ora una pura intenzione, nient’altro.
Perché? Perché ritengo di essere migliore di loro, di aver più capacità amministrative, di avere più esperienza di vita ma principalmente per quello che dovrebbe contare di più: cioè un curriculum vitae ricco di battaglie tutte finalizzate al trionfo della giustizia, dell’onestà, della voglia di cambiare il mondo, oggi diventato un bisogno impellente. A nessuno chiederò il voto in cambio di favori personali. Saranno rifiutati categoricamente. Insomma non toglierò voti a chi li prende così.
Una provocazione? Si vedrà. Se lo è la candidatura della Sorge e di Canducci lo è anche la mia. Non credo che basta essere iscritto ad un Partito per avere certe pretese? Cioè far parte di “cerchie” o “ditte” che prendono il sopravvento grazie all’assenteismo degli schifati dalla politica. Fino ad oggi, in effetti, è stato così ma con risultati molto mediocri. Io punterò su chi non pretende nulla dalla politica ma solo eguaglianza di diritti e doveri. Quindi stessero tranquilli, ripeto: non toglierò voti a chi li cerca così.
Servono Primi cittadini che meritano tale dicitura. Magari non la merito anch’io ma oggi posso permettermi di partecipare alla gara per il semplice principio della relatività, visto presente e passato. Appena ne riterrò uno con un curriculum migliore del mio (ce ne sono tanti ma hanno paura) mi ritirerò in buon ordine. Avanti un altro.
Ricapitolo. La mia sarà una candidatura rivoluzionaria basata su queste aspettative:
1-rifiuto permanente e assoluto del voto di scambio. Clientelismo zero. O voti veri o niente.
2-voglia di dare una possibilità diversa a coloro che non hanno votato più perché schifati (un buon 40%) nelle consultazioni elettorali precedenti. Solo così un primo cittadino si può definire sindaco di tutti. Sono altresì convinto che alla lunga ne beneficerebbe anche chi è abituato a convivere con i vantaggi personali a discapito di moltissimi altri
3-studierò insieme a persone che ho già individuato, ma ne serviranno altre, quali promesse è possibile fare alla città di San Benedetto del Tronto. Quelle realizzabili e nessuna di più, nemmeno una, con relative scadenze.Di solito l’inganno è dietro l’angolo. Con la premessa-promessa che nel caso non le realizzassi nei tempi stabiliti darei subito dimissioni irrevocabili.
4-formerò una sola lista. Senza quelle liste consorelle che sono da sempre un inganno per chi viene invitato a parteciparvi. Spesso con risultati umilianti.
5-tutta la lista dovrà essere formata da persone di valore assoluto, nessun gregario. Gli assessori e i possibili vice saranno individuati prima per cui l’elettore saprà per chi vota.
6-l’assessore alla comunicazione e alla trasparenza sarò io stesso e la pretenderò in modo assoluto da tutti i componenti la giunta e dai miei consiglieri.
Giusto per cominciare.
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Bene! In tempo di tagli dei trasferimenti agli enti locali, si potrebbe subito proporre una centrale di acquisto unica di Beni e Servizi per San Benedetto e i comuni limitrofi. C’è una legge del governo Monti ma mancano i decreti attuativi, potrebbe essere un bell’esempio che parte dal basso, oltre che a una discreta fonte di risparmi!
Ottimo direttore, è una mossa a sorpresa che un pò mi aspettavo, che mi fa piacere perché ne condivido le motivazioni. Il cambiamento che in tanti auspichiamo non può venire da chi ha malgovernato, né da chi ha fatto una impalpabile opposizione, serve un elemento “esterno” per scardinare il sistema clientelare e il gioco della vecchia politica.
È un impegno gravoso, ma sono convinto che hai le spalle sufficientemente larghe per sostenerlo.
Commosso. Principalmente perché mi conosci bene.
La decisione di Nazzareno Perotti è personale e non coinvolge il resto della redazione
Se qualcuno ne trova uno. Fantomatico o no.
Io non ho secondi fini se non questo: considero il giornalismo una “battaglia sociale” così come dovrebbe essere la politica, “parola” rovinata dai politici, il senso del suo significato è meraviglioso. L’opposto della politica vera è infatti la dittatura.
In ogni caso il senso del disappunto equivale ad una provocazione per il semplice fatto che non c’è niente di ufficiale come per Sorge e Canducci.
Anche la loro candidatura è per me, e per lo stesso motivo, una provocazione,
Per il resto e quindi per il futuro sarà quello che Dio vorrà
Devo precisare che il mio DisAppunto, provocazione o no, non coinvolge la redazione. Il pensiero da me espresso, se qualcuno non lo ha capito, è strettamente personale. La redazione sarà coinvolta e decisiva solo se diventasse una mia decisione definitiva ed ufficiale. Per adesso la mia intenzione è stata quella di mettere in evidenza che la carica di sindaco è una carica importantissima per la quale ultimamente ho visto molta superficialità e inadeguatezza tra chi l’ha ricoperta e tra chi la vorrebbe ricoprire. C’è un passaggio sulla relatività della quale qualcuno, anche tra i miei, non ha ben approfondito il… Leggi il resto »
Io ho un solo Dio
Marià secondo me il “dio mattone” è morto (parafrasando la celebre canzone di Guccini) e questo rimescola molto le carte in tavola per i prossimi candidati sindaci. Senza le cospicue sponsorizzazioni sarà difficile replicare palchi con in piazza Matteotti con cantanti famosi….. che ne dici?
In effetti, Mariano, basta farsi un giro per San Benedetto e dintorni…e si nota facilmente come del grande “sogno mattonifero” oggi non restino che incompiute, cantieri mai decollati e tanto, tanto invenduto!!!
Se mi permetti una digressione, per la situazione immobiliare la politica non è esente da colpe. Ha creato un’eccesso di offerta che non ha avuto mai modo di incontrare la domanda perché da un lato i motivi per vivere a San Benedetto sono sempre meno e dall’altro i costruttori non possono abbassare i prezzi senza pesanti ripercussioni finanziarie (le banche non consentono di abbassar ei prezzi perché la maggior parte del costruito è ipotecato e di conseguenza una svalutazione del mercato porterebbe ad una svalutazioni degli attivi delle banche). Se la politica fosse stata capace di rendere la città un… Leggi il resto »
La politica appunto e tutti i suoi rappresentanti attualii, dal primo all’ultimo.