SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sole, mare, relax. Prima della nuova avventura con destinazione Brasile. Per Maurizio Compagnoni si tratterà del terzo Mondiale, a cui si aggiungono altrettante Olimpiadi (1996, 2000 e 2012), un Europeo portoghese e la Coppa America del 2011.

“La stagione è stata lunga ed impegnativa. Sono arrivato all’ultima giornata di campionato provato. Mi sto ritemprando, ne avevo bisogno. Vado incontro ad un mese intenso”. Il telecronista Sky commenterà complessivamente dieci gare, cinque incluse nella fase a gironi. Nessun abbinamento fisso con una Nazionale, bensì una rotazione dettata dagli orari di programmazione. La base? Ovviamente Rio de Janeiro. “Dormirò in albergo, mentre nel 2010 avevo un appartamentino. All’epoca mi portai la pasta dall’Italia, stavolta non sarà possibile!”.

Di diversi viaggi in Sud America, mai uno in Brasile. La prima volta andrà a braccetto con una comprensibile emozione: “Mi affascina l’idea che il Mondiale si giochi lì, luogo del calcio per eccellenza. Anche se il rischio è che non sia una festa popolare. Il timore è quello di andare incontro ad una protesta clamorosa. Una fetta della popolazione non ha condiviso gli investimenti compiuti per l’organizzazione della competizione. L’anno scorso, quando commentai il match inaugurale della Confederations Cup, mi sarei aspettato applausi per il presidente Dilma Roussef. Al contrario, il discorso venne sonoramente fischiato”.

Nel 1950, anno dell’unico altro precedente casalingo, i verdeoro persero clamorosamente la finalissima contro l’Uruguay. Un dramma sportivo (e non solo) indicato col termine Maracanazo, che potrebbe rifare capolino sessantaquattro estati dopo. “Il Brasile non ha la squadra più forte – osserva Compagnoni – il fattore campo secondo me influirà in positivo. Sulla carta ci sono almeno due-tre compagini migliori, tipo Spagna e Germania. L’Argentina in attacco è dieci volte più forte. Ma è pur vero che negli altri reparti non è un granché”.

Kakà l’avresti portato?
“Come riserva magari sì. Quello della prima parte di stagione meritava ampiamente la convocazione. La seconda parte è stata però deludente”.

Hai individuato la possibile sorpresa?
“Il Belgio, anche se lo dicono in molti. Avrei aggiunto la Colombia, tuttavia senza Falcao la musica cambia. Comunque, un attacco con Cuadrado e Jackson Martinez non è affatto male”.

Quale stella rimasta a casa rimpiangi di più?
“Bale, assolutamente. Il vero fuoriclasse è lui. Senza dimenticare lo stesso Falcao e Giuseppe Rossi. Due grandi attaccanti”.

A proposito di Rossi, tu l’avresti lasciato fuori?
“L’esclusione di Rossi è una cavolata. Per fortuna non è stato escluso pure Verratti. In ogni caso Prandelli merita fiducia, nel 2012 svolse un grande lavoro”.

Un pronostico?
“Il Brasile sarà una delle quattro che arriverà in fondo. Le altre suppongo saranno Spagna, Germania e Argentina”.

E l’Italia?
“Gli Azzurri sono in seconda fila, assieme ad Olanda, Francia, Inghilterra, Colombia e Belgio. Sono convinto che il Belgio non sia inferiore a noi”.

Tornando alla Serie A, qual è stata la delusione dell’ultimo campionato?
“Il Milan soprattutto ed un pochino l’Inter, che poteva fare meglio”.

Mazzarri non ha ancora rinnovato il proprio contratto. Pensi possa rappresentare un limite per i nerazzurri?
“Lo stimo molto, credo che per il rinnovo conteranno i primi due mesi dell’anno prossimo. Se partirà alla grande il prolungamento arriverà automaticamente. E’ comprensibile che la dirigenza per ora non se la senta”.

Che ne pensi di Inzaghi sulla panchina del Milan?
“Pippo vive di calcio, mi è simpatico. Ha allenato solo i ragazzi, ma ha la testa per diventare un allenatore vero. Avrà anche bisogno di una squadra e di un po’ di fortuna”.

In queste settimane la tua voce è accostata ad una nota marca di birra. Prova di una figura del telecronista sempre più popolare.
“Io non pubblicizzo il prodotto, deontologicamente non potrei. Ho chiesto il permesso a Sky e all’ordine dei giornalisti. Ho ottenuto il via libera, altrimenti non l’avrei mai fatto. L’interesse mi ha lusingato, sono stato contattato da Armando Testa. E’ stata una bella esperienza, hanno studiato le mie telecronache. Abbiamo interagito, c’è stato un ottimo lavoro di equipe. Alcune mie modifiche sono state avallate. Il telecronista è diventato un personaggio popolare, è evidente. Questo non può che farmi piacere”.