GROTTAMMARE – Siamo davanti allo studio di Francesco Colella, pittore e poeta di Grottammare.

Molte volte, passando, il nostro sguardo è entrato furtivamente nel suo “Spazio”, volando sulle ali magiche di quel grande gabbiano che fa da guardiano alla porta della sua “bottega” che dista pochi metri dalla nostra scuola… Ora abbiamo l’opportunità di entrare e di conoscere meglio, attraverso le sue parole e le sue opere, il linguaggio della sua arte in tutte le sue forme.

Quando ha scoperto di avere doti artistiche e in particolare per la pittura? La sua famiglia era d’accordo?
La voglia di dipingere risale sicuramente alla mia infanzia. Già da allora, attento e curioso osservatore, cercavo di riportare sui fogli, a modo mio, la lettura di oggetti, di volti, di espressioni. I miei genitori non hanno mai ostacolato questa passione.

Come trova l’ispirazione per le sue opere?
Mi ispira il mio paese: il suo mare, i suoi colori, la sua storia.

Quali sono le tecniche di pittura che preferisce?
Dipende da ciò che voglio realizzare, ma il colore ad olio dato con la spatola è la tecnica che preferisco.

Perché adopera spesso il rosso e il blu nei suoi dipinti?
Per me , il blu rappresenta l’eleganza e la giustizia; il rosso esprime la passione, la voglia di fare.

Il mare è spesso presente nei suoi quadri. Perché?
Il mare con tutto il suo contesto rappresenta la vita, il mistero, Dio,

Perché disegna spesso i gabbiani?
Il gabbiano è simbolo di unione tra terra e cielo, rappresenta la libertà.

Perché ritrae spesso soggetti con gli occhi chiusi?
Quando chiudi gli occhi sei solo con te stesso e scendi in profondità dentro te stesso. –

Le piace maggiormente scrivere poesie o dipingere? È il quadro che le ispira la poesia, o il contrario?
Sono due forme artistiche che sento allo stesso modo. La poesia è nata come esigenza di dare voce alle opere raccontando con i versi o riflessioni ciò che non riesco ad esprimere con il colore.

Qual è la sua opera preferita?
Quella che devo ancora fare. Ogni volta che termino un quadro, penso di farne un altro ancora più bello, quindi ancora non ho fatto il quadro più bello.-

Cosa consiglierebbe a un bambino che volesse diventare un pittore o comunque un artista?
L’importante è essere curiosi verso l’arte, l’arte intesa come linguaggio universale. Ma è fondamentale inseguire e coltivare i propri sogni, le proprie passioni anche quando sembrano impossibili e irrealizzabili, bisogna lottare, crederci e non mollare mai.

Dopo questa piacevole chiacchierata abbiamo ammirato le opere su tela e in ceramica che riempiono di colore il suo studio, che l’artista preferisce chiamare “Spazio”aperto, libero, luogo d’incontro per gli appassionati dell’arte.
Abbiamo ringraziato il signor Colella per la sua cortese ospitalità e, dopo avergli augurato buon lavoro e tanto successo per le sue opere , siamo tornati scuola. È stata un’esperienza eccitante, colorata ed istruttiva.
Per giorni abbiamo avuto gli occhi e il cuore pieni di colori e di emozioni e abbiamo voluto essere anche noi un po’ pittori e poeti rappresentando, a modo nostro, l’arte del maestro Colella: è nata così la nostra piccola raccolta di disegni intitolata “ Noi gabbiani della 5^ A”.