
Pubblicisti? Capisco sempre meno (o di più, fate voi) il sindaco di San Benedetto del Tronto, Giovanni Gaspari. L’ultima sua uscita: “Qui abbiamo solo pubblicisti e non giornalisti“, è veramente incredibile. Tanto che mi sono domandato cosa volesse dire. L’aver preso poi come riferimento Indro Montanelli è esilarante. Tanto da far rivoltare nella tomba il grande giornalista di Fucecchio che, come qualcuno ha fatto notare, da vivo avrebbe ricoperto di insulti meritati quelle persone, politici e non, che si comportano come il nostro primo cittadino. Il quale si rifiuta di parlare con un giornale senza mai spiegare perchè ma soltanto usando frasi fatte che non dicono nulla.
Abbiamo la coda di paglia? Certo, mica siamo cretini o facciamo come lui che evita sempre di entrare nel merito delle questioni. Probabilmente perché ne uscirebbe sempre perdente. Ultima appunto questa cosa dei pubblicisti. Se lo ha detto, almeno una volta, mi piacerebbe sapere perché e in base a quale ragionamento. Pensa probabilmente che essere giornalista-professionista e non giornalista-pubblicista è sufficiente per essere degno di fare… il giornalista, in pratica misura la bravura e la serietà in base ad un ‘pezzo di carta’. Anche il più ignorante degli uomini sa che non è così. Oltretutto lui, su un altro campo, ne è la dimostrazione vivente.
È come se in uno dei miei tanti disappunti avessi scritto che per fare il sindaco ci vuole la laurea e non uno che ha fatto le scuole basse. Un comunista come lui sarebbe andato su tutte le furie e mi avrebbe detto che sono un becero classista, che misura l’onestà, le capacità di un sindaco con la laurea, un pezzo di carta. Insomma si è dato la zappa sopra i piedi. Non risponderà neanche adesso. Come potrebbe!
Ospedale. Dopo un trentennio di evidenti torti pare che la città si sia accorta che il “Madonna del Soccorso” è, come si suol dire, alla frutta. Adesso che dentro la stalla non c’è più nemmeno un bue. Tra chi protesta gli stessi che hanno fatto orecchie da mercante quando, da questa mia rubrica, arrivavano segnali chiari di quanto stava accadendo. Anche in questo il detto “verba volant, web manent” è quanto mai utile. Archivio docet.
Andate a rileggervi quello che ho scritto su quasi tutti i Direttori Generali che si susseguivano alla guida dell’ospedale con stipendi principeschi (i sicari costano!) per far fare al nostro nosocomio passi indietro lenti ma costanti. Per non farsi scoprire. Le mie grida di allarme non sono state mai ascoltate ma quello che più mi addolora è che la politica ha approfittato della situazione in modo che definire spregevole è poco. Si sono fatti pagare profumatamente il loro silenzio (sapevano tutto come me) con posti di lavoro a famigliari e amici per alimentare quel clientelismo che poi si ripercuoteva positivamente (per loro) in cabina elettorale. Oltretutto chi oggi protesta li ha votati e continuerà a farlo.
E magari qualcuno sta ora chiedendo il conto al Partito (mentre molti altri iscritti al Pd sambenedettese continuano a dormire sonni profondi) sotto forma di un posto di consigliere o assessore in Regione, visto che qualche suo ex compagno ha già fatto bottino pieno. E come la mafia va ai funerali delle sue vittime, anche i nostri “eroi” non mancheranno alle esequie dell’ex ospedale provinciale della Riviera delle palme. Tra gli eroi alla rovescia, però, è giusto precisarlo, ci metto anche coloro che all’interno della struttura si sono fatti i cavoli loro con avanzamenti di carriera assurdi poi, appena messo il piede fuori, hanno iniziato a sbraitare. Chiudo qui perché mi sta venendo il voltastomaco.
Lascio la parola a chi vorrà contraddirmi: lo spazio dei commenti è a loro disposizione.
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