
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La quinta edizione della kermesse si svolgerà dal 5 al 13 luglio. Ancora una volta, alici, sarde, sgombri, ricciole e tonni saranno protagonisti indiscussi della rassegna, nata per promuovere e valorizzare la lunga tradizione ittica delle Marche e in particolare di San Benedetto, il cui porto è secondo in Italia sia per la quantità di pesce pescato che per la quantità d’imbarcazioni impiegate. Tanto che proprio il settore ittico, insieme a quello turistico, è l’attività trainante dell’economia cittadina.
Confermata, anche quest’anno, la formula del Festival che ha come regina indiscussa l’alice, chiamata Anghió in dialetto sambenedettese. Mostre a tema, convegni, incontri e seminari informativi aiuteranno i visitatori a conoscere meglio le qualità di questo pesce, oggi rivalutato dal punto di vista nutritivo e dietetico. Degustazioni, show cooking e piatti proposti da grandi Chef permetteranno ai partecipanti di apprezzare al meglio il gusto del pesce azzurro, un tempo considerato povero ma oggi rivalutato dal punto di vista nutritivo e dietetico.
Gustoso e leggero, il pesce azzurro è noto per le sue preziose qualità organolettiche, ricco di sali minerali, di vitamine e soprattutto di omega 3, gli acidi grassi polinsaturi che svolgono effetti benefici sul cuore e la circolazione abbassando il livello del colesterolo. E poiché a mangiare bene e sano è bene imparare da piccoli, accanto ai piatti tipici della tradizione italiana e internazionale, non mancheranno coinvolgenti laboratori didattici per bambini.
Il Palazzurro sarà ancora una volta il centro vitale della manifestazione: all’interno dell’imponente struttura, turisti e visitatori potranno approfittare di una vasta offerta gastronomica e gustare le tantissime ricette a base di pesce azzurro provenienti dall’Italia e dal Mondo. Con Anghió, la Rivera delle Palme si tinge d’azzurro.
Lascia un commento
Direttore quest’anno Anghiò ha ricevuto contributi pubblici?
Erano previsti contributi comunali anche quest’anno, motivo in più per dotarsi di una cartellonistica che rispetti il dialetto sambenedettese invece di scimmiottarlo. Anghiò è scritto male, e non si capisce perché perseverare con estrema INCURIA nello stesso errore per anni, con tanto di copia e incolla di quasi tutti i media! Com’è scritto fa Anghiò rima con però, farò dirò, mentre il suono reale fa rima con quaqquajó, cuccó, quindi si scrive “Anghió” con l’accento acuto sulla O. Sulla tastiera italiana la “ó” non c’è, e per digitarla occorre tenere premuto ALT e battere 1 6 2 sul tastierino numerico.… Leggi il resto »
Ti faccio notare che gli stessi organizzatori nel logo del festival commettono questo errore fonetico, stiamo messi proprio bene, in mano a gente competente che conosce la tradizione locale…. Ma d’altronde con un Sindaco di Montedinove che tifa Ascoli che vuoi pretendere…
Alessandro, per me potevano chiamarlo ALICI tranquillamente, ma se si vuole usare il dialetto per richiamare le tradizioni locali, va fatto bene. Aggiungo anche che lo stesso errore esce su quali tutti i media per effetto dei copia-incolla incrociati, compresa RivieraOggi.
Ci può stare, ma una volta segnalato e documentato l’errore, si dovrebbe rettificare.
Non più