Quarta puntata del fact checking del programma di mandato della giunta Gaspari per il lustro 2006-2011; questa volta si parla di Attività Produttive e Lavoro.

Inizio scontato per questo capitolo con i riferimenti alla crisi e alle difficoltà che essa comporta, ma entrando nel dettaglio del settore pesca risulta evidente una forte critica nei confronti dello stato centrale per non aver mai preso con la dovuta considerazione le esigenze di questo settore.

Ma dopo l’analisi del contesto di settore si giunge ad una promessa che è stata effettivamente mantenuta riguardante la riorganizzazione del fermo biologico (provvedimento giunto in consiglio comunale il 29/3/2014), poi prosegue con l‘ampliamento dello scalo di alaggio e l’impianto di captazione (i lavori sono iniziati nel 2012).

In seguito viene trattato il tema dolente come l’inertizzazione della cassa di colmata di cui ancora non si saprà quando verrà definitivamente sistemata, su questo tema anche il M5S si è fatto sentire nello scorso autunno sollecitando l’inertizzazione, ma le risposte su quest’argomento latitano (credo la risposta che si attende tutta la città sia la spiegazione per cui Gaspari ritenga questa discarica a cielo aperto una “grande opportunità” per la città)

Continuando nella lettura si cita il Nuovo Piano Regolatore del Porto, che dalle ultime notizie della stampa dovrebbe essere in Regione per l’approvazione definitiva, ma i cui contenuti non sono masi stati discussi con la città; quindi, al fine del fact checking potremmo considerare questo un punto assolto dall’amministrazione, ma ce ne ricorderemo quando si parlerà di partecipazione, in quanto su questo tema il coinvolgimento cittadino è stato molto basso.
Inoltre i propositi dell’amministrazione sono quelli di far diventare il porto il “cuore pulsante dell’economia sambenedettese” ma non si capisce bene come e quale progetto ci sia dietro per far avverare questa affermazione a cui tutti auspicano.

Il programma di mandato segue proponendo delle azioni per il commercio, in particolare promuovere “progetti di sviluppo dei cosiddetti centri commerciali naturali” di cui si è visto poco, poi l’amministrazione intende “porre un limite alle sagre che negli ultimi anni hanno inondato le estati sambenedettesi, per favorire lo svolgimento di quelle che hanno un vero legame con il territorio, coinvolgendo anche la filiera corta dei piccoli produttori locali del settore agroalimentare biologico e del mercato equo e solidale“, di sagre si, se ne sono viste di meno, ma non si può dire che quelle sopravvissute avessero un particolare legame con il territorio (ricordiamo tutti la Sagra Argentina dello scorso anno), pertanto questo punto, al momento, può essere considerato compiuto solo a metà.

Tutto sommato, l’operato dell’amministrazione in questo capitolo del programma di mandato sembra abbastanza coerente ed è la dimostrazione che quando non si vuole stra-fare, la politica può avere ancora credibilità; la macchia più grande risulta essere la mancata inertizzazione della cassa di colmata frutto di una scelta scellerata del passato che la città ancora sta pagando.

Alla prossima puntata