GROTTAMMARE – Riportiamo e pubblichiamo un comunicato congiunto del sindaco di Grottammare Enrico Piergallini e dal Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno Vincenzo Marini Marini riguardante il progetto Anima:

Probabilmente, non è stato adeguatamente informato riguardo alla questione di Anima il Soprintendente Stefano Gizzi, quando afferma che la Soprintendenza stessa non è stata coinvolta. Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: la Soprintendenza ha seguito il percorso di progettazione dell’opera attraverso l’architetto Miriam Pompei e questo il Soprintendente evidentemente non lo sa, ma per nostra fortuna lo provano i documenti, nel caso non bastassero i testimoni e l’architetto Pompei in primis.

Nel merito dell’iter, inoltre, va ricordato che il suo predecessore Cozzolino si era già espresso sia sulla pianificazione urbanistica dell’area che sulla questione degli edifici rurali. Da questo parere, lo ripetiamo ancora, si era dato l’avvio più di due anni fa all’iter amministrativo che riguardava l’accordo di programma prima e la progettazione di Anima.

Non riusciamo a spiegarci, pertanto, sia la natura del suo provvedimento, che quella delle sue esternazioni, anche perché egli stesso, nella sua lettera del 6 marzo 2014, affermava di preferire ad Anima lo studio (Schematic Design Phase) che la Soprintendenza ha discusso con Tschumi stesso il 20 febbraio 2013 e che, come chiunque può ben vedere, è decisamente più impattante di Anima e di certo copre un maggior numero di siepi e olivi.

Una cosa è certa, il Soprintendente Stefano Gizzi non è nuovo a sorprendenti provvedimenti forieri di accese discussioni nella città del suo precedente incarico, Napoli. Il nostro Soprintendente è autore dell’incomprensibile difesa delle Vele di Scampia e dell’inerzia sull’abbandono di pregiate opere architettoniche della città partenopea. Abbastanza tollerante per permettere il parcheggio all’interno del Palazzo Reale e davanti al Museo Archeologico nazionale ma non troppo per illuminare monumenti al buio, scomodando un classico della letteratura tedesca per giustificare una scelta dubbia dal punto di vista della salvaguardia del patrimonio culturale: Gizzi, infatti, sostenne che i monumenti dovevano essere osservati alla luce della luna (come afferma Goethe nel Viaggio in Italia) e pertanto non dovevano essere illuminati.

Scelta curiosa, tanto quanto quella di non permettere la costruzione di Anima perché coprirebbe gli ulivi e le siepi della Valtesino“.