SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Lettere di fuoco tra Fiorella Pierbattista e Loredana Emili. La segretaria generale non ha gradito l’intervento dell’ex capogruppo del Pd nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale, chiamato a riapprovare la delibera sull’equilibrio e l’assestamento di Bilancio 2013.

Dichiarazioni ritenute offensive, tanto da spingere la Pierbattista a minacciare il ricorso alle vie legali. La Emili avrebbe però replicato con decisione e severità, escludendo passaggi diffamatori ed irrispettosi.

La segretaria, impossibilitata a confrontarsi durante i lavori, se non per delucidazioni legate ai punti all’ordine del giorno, era stata chiamata nuovamente in causa per il famoso consesso del 30 novembre scorso. L’esponente dei Diversamente Democratici aveva sottolineato la difformità tra il parere della Pierbattista e quello della dirigente del settore Gestione delle Risorse. “A norma dell’art. 175 del D.Lgs. n. 267/2000 e successive modificazioni ed integrazioni – scriveva Catia Talamonti alla vigilia del Consiglio bis – il bilancio di previsione può subire variazioni solo nel corso dell’esercizio di competenza e più precisamente entro e non oltre il 30 novembre dell’esercizio in corso, fatta salva la facoltà di ratificare, entro e non oltre il 31 dicembre dello stesso esercizio, eventuali variazioni adottate dalla Giunta in via d’urgenza”.

A dire il vero, a puntare il dito contro la Pierbattista nei giorni bollenti successivi la sentenza del Tar furono i capigruppo di maggioranza e, in particolare, l’intero Partito Democratico. Gli autogol attribuiti alla segretaria furono ben due: convocare una seconda seduta con un preavviso di 22 ore e 55 minuti e considerare l’assestamento di Bilancio una delibera come tutte le altre e non un’integrazione in extremis che, in quanto tale, avrebbe necessitato di 13 presenze nell’emiciclo e non di 8.

La Emili, che per tutta la durata della telenovela aveva indirizzato la polemica su un campo prettamente politico, avrebbe considerato la reazione della segretaria una sorta di pressione a quello che sarebbe il suo ruolo di controllo e vigilanza. Nella missiva ha pertanto rispolverato altre vicende che la riguardavano, dalla pompa di benzina al caso-Gambini, passando per il richiamo dell’Ombudsman regionale sul rispetto delle regole.