
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un ordine del giorno respinto in massa. Il Movimento Cinque Stelle insorge per l’atteggiamento adottato dall’intero Consiglio Comunale nei confronti della proposta dei grillini in materia di gestione dei rifiuti.
Giovanni Marucci chiedeva di impegnare l’amministrazione ad introdurre sistemi di tariffazione agevolata, basati sul principio “chi produce meno e fa meglio la differenziata paga di meno”; ad ampliare gli impianti già esistenti o realizzarne di nuovi per la selezione, il trattamento, il riciclo e la valorizzazione della frazione secca; ad esprimere la disponibilità ad individuare anche nel territorio comunale un’area per l’insediamento di un impianto di selezione e trattamento della frazione secca dei rifiuti, in grado di recuperare interamente la materia prima secondaria, come già realizzato in altre realtà italiane e, infine, a confermare l’indirizzo che, a partire dalla pianificazione dell’intero ciclo di gestione dei rifiuti secchi, escluda non solo la produzione di combustibile da rifiuto, combustibile solido secondario o qualsiasi altro tipo di combustibile destinato all’incenerimento, ma pure l’eventuale invio di rifiuti presso altri centri in grado di trattarli.
Il verde Andrea Marinucci aveva risposto spiegando come i punti citati facessero parte degli atti già approvati in passato dall’amministrazione, definendo tuttavia miope la preclusione della possibilità di portare rifiuti in inceneritori, considerando il prossimo esaurimento della discarica di Relluce.
“Ci hanno accusati di voler aumentare il consumo di suolo, di desiderare la realizzazione di un’ulteriore discarica e di fare campagna elettorale”, racconta Marucci. “La verità è che i Verdi sposano certe iniziative altre località, non qui. Marinucci e Canducci sono politicamente ed intellettualmente incoerenti. Inoltre, l’assessore si era impegnato la volta prima a trattare il punto. Invece si trovava fuori dall’emiciclo. Noi facciamo banchetti ogni domenica, anche al freddo e al gelo e siamo orgogliosi di distanziarci fortemente dalle posizioni di chi possiede deleghe all’ambiente”.
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