SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si torna in Consiglio, con la mente al 30 novembre 2013. Si ridiscuterà infatti la delibera di assestamento ed equilibrio di Bilancio annullata dalla sentenza del Tar, a cui è seguito il parere del Ministero dell’Interno che ha scongiurato lo spettro dello scioglimento dell’assise, ordinando semplicemente la nuova approvazione del punto non oltre la data del 30 aprile.

“Tanto tuonò che non piovve”, esclamò l’assessore alle Finanze Fabio Urbinati una volta reso noto il parere del Viminale. Lo seguì a ruota il sindaco Gaspari, con un tweet assai eloquente: “Il tempo è galantuomo”.

I dubbi continuano però ad invadere gli Uffici del Comune. “A norma dell’art. 175 del D.Lgs. n. 267/2000 e successive modificazioni ed integrazioni, il bilancio di previsione può subire variazioni solo nel corso dell’esercizio di competenza e più precisamente entro e non oltre il 30 novembre dell’esercizio in corso, fatta salva la facoltà di ratificare, entro e non oltre il 31 dicembre dello stesso esercizio, eventuali variazioni adottate dalla Giunta in via d’urgenza”.  Lo scrive Catia Talamonti, dirigente del settore Gestione delle Risorse, spiegando come allo stato attuale “il Consiglio, proprio in considerazione del decorso dei termini, non può autonomamente e discrezionalmente apportare alcuna variazione al bilancio di previsione 2013, essendo decorsi i termini summenzionati”. La Talamonti si limita quindi a prendere atto dell’invito della Prefettura di Ascoli Piceno, esprimendo per questo motivo “parere favorevole di regolarità tecnica e contabile”.

Il consesso ‘incriminato’ si svolse in seconda seduta. Per molti si trattò di un escamotage per approfittare dell’abbassamento del numero legale necessario per avviare i lavori (sceso da quota 13 ad 8), data l’assenza del ‘verde’ Andrea Marinucci.

La giunta giustificò il comportamento tirando in ballo il Governo, che solo il giorno prima aveva comunicato le indicazioni relative al provvedimento della mini-Imu. Tuttavia, un documento finanziario sostitutivo era stato messo a punto da quasi una settimana. Il contenuto avrebbe consentito la quadratura dei conti a prescindere dalle decisioni dell’esecutivo di Enrico Letta, attraverso una copertura garantita dall’applicazione massima delle aliquote a danno delle attività produttive.

Al pronunciamento del Ministero si aggiunge comunque il ricorso al Consiglio di Stato ad opera del Comune. Qualora il responso smentisse il Tribunale Amministrativo, l’amministrazione Gaspari potrà definitivamente archiviare la vicenda. Situazione che invece si complicherebbe forse in maniera irreversibile se l’appello dovesse confermare la sentenza del Tar.

Nel mezzo, la giunta porterà ugualmente a votazione il Bilancio previsionale 2014 entro la seconda decade di maggio.