SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Era nell’aria da settimane, ora è ufficiale: le riprese di “Lassù qualcuno ci ama” slittano di almeno sei mesi. L’incontro tra i produttori del film e la Medusa si è concluso con una fumata grigia. Nessun accordo per ora, con la promessa di riaggiornarsi a settembre per una firma che, a quel punto, dovrebbe finalmente arrivare. “Credo proprio che ci finanzieranno – dice Gino Usai – il progetto interessa, vogliono realizzarlo”.

Le trattative con la casa di distribuzione vicina a Mediaset si sono complicate strada facendo, con la corsa agli Oscar de “La grande bellezza” che ha ulteriormente contribuito a dilatare i tempi. Fino alla riunione di venerdì, dove ci si è lasciati con una stretta di mano e la possibilità di avviare i ciak in autunno.

La pellicola, diretta da Enzo Castellari, avrebbe previsto la partecipazione di Franco Nero, Drena De Niro e forse di papà Robert, a cui si sarebbe aggiunto il prestigioso cameo di Quentin Tarantino.

Il cast avrebbe incluso poi altri nomi di valenza nazionale ed internazionale, che Nero aveva tentato di coinvolgere nel corso di una delle tante trasferte a Los Angeles. “E’ un colpo duro – prosegue Usai – da quattro mesi lavoravamo a questa idea, per noi è un grosso danno, siamo dispiaciuti”.

I contatti tra produzione e Comune di San Benedetto si sono interrotti oltre un mese fa. Stesso discorso per quel che riguarda la Film Commission Marche. La sensazione di uno stop era comunque venuta a galla, tenendo conto dell’esigenza della troupe di ‘allestire’ un clima autunnale, così come richiesto dalla sceneggiatura del film.

Usai avrebbe inoltre chiamato in causa un’altra difficoltà, stavolta legata alle strutture alberghiere. “Soprassediamo anche perché nella zona di San Benedetto in questo periodo non si trovano hotel. Le camere vanno a riempirsi di turisti, per noi diventava complicato”.

La lavorazione sarebbe durata circa due mesi. Tra le locations monitorate da Castellari nei mesi scorsi spiccarono alcune vie del Paese Alto, il porto, il Palazzetto dello Sport e il Forum di Porto d’Ascoli, dove il regista individuò l’Ambulatorio medico e lo scenario migliore per la ricostruzione degli scantinati.

“Lassù qualcuno ci ama” voleva narrare la realtà del pugilato minorile, macchiato dalla piaga delle scommesse clandestine. Il protagonista e l’antagonista – preferibilmente del posto per via degli impegni scolastici – avrebbero dovuto avere un’età compresa tra i 9 e gli 11 anni ed una preparazione atletica e tecnica nell’ambito della boxe.