SAN BENEDETTO DEL TRONTOIn attesa della lunga intervista che Cisberto Milone ha promesso alla città, stamattina mi è stato dato, affinchè lo chiamassi, il numero di cellulare di Luigi Appierto, il torinese originario di Napoli, anch’esso interessato a rilevare la società rossoblu.

Nella telefonata durata oltre mezzora mi ha indicato per filo e per segno quali sono le sue intenzioni. Senza prima però rammaricarsi per la scritta: «Tra i tre pretendenti alla Samb c’è anche Luigi “Giggino la questione” Appierto», che ha trovato ieri su un sito on line sambenedettese.

“Me lo ha fatto notare mia moglie ma avrei soprasseduto se non avesse fatto seguito ad altre voci maligne e calunniose sul mio conto che mi sono state riferite nei giorni scorsi.  Io con tal ‘Giggino la questione’ non c’entro nulla né so chi sia. Ho un profilo Facebook dove si può sapere molto, se non tutto, su di me. Chi l’ha scritto però dovrà assumersi le sue responsabilità perché c’è un chiaro riferimento alla mia persona con un tono che non sembra edificante”

Bene ma credo che la cosa sia relativamente importante ai fini della sua voglia di acquistare la Samb, le va di farsi conoscere meglio anche per evitare fraintesi spiacevoli?

Come no, l’ho fatta chiamare per questo motivo, con la speranza che certe cose non accadono più ma anche per tranquillizzare tutti gli sportivi della vostra città. Inizio dalla mia vita personale: sono venuto in Piemonte per la prima volta quando avevo 20 anni, avevo la valigia di cartone e venni a lavorare nella costruzione della Torino-Bardonecchia. Aspetto per giugno il settimo figlio (sul mio profilo ci sono quasi tutti), il primo ha 18 anni, mia moglie si chiama Flavia. Siamo stati io e lei protagonisti di una triste vicenda famigliare sulla quale però preferisco non tornare”

(I coniugi Appierto hanno perso nel 2008 un figlio, Lorenzo, di due anni per un incidente in piscina, la tragedia ebbe un’eco nazionale per via di loro presunte responsabilità poi chiarite mentre alcuni sanitari furono sospesi per ‘insufficiente’ soccorso)

Ci parli del suo lavoro

“La mia azienda si chiama Aspfer Srl e lavoriamo per Presider Spa con la quale abbiamo un sub appalto per imprese come Impregiro, Pignarotti, Astaldi. Forniamo infrastrutture in cemento armato per costruire ponti autostradali, in questo momento stiamo lavorando al nuovo ponte in costruzione per Espo 2015 che si terrà a Milano. Adesso, in un periodo di crisi il problema più grande è farsi pagare ma quando si ha a che fare con certi colossi il problema non esiste o quasi. Noi non abbiamo risentito della crisi”

Ci dica qualcosa di più sulla Aspfer Srl

“Abbiamo tre stabilimenti a Cassino, Brescia e Torino legati a due società per un totale di 80 dipendenti. Chiaramente non sono uno sceicco ma ho la possibilità e la voglia di investire nel mondo del calcio perché, secondo me, oggi le squadre di calcio sono paragonabili a normali aziende e come tali vanno gestite”

Giustappunto, passiamo ai motivi che l’hanno spinta ad interessarsi della Sambenedettese Calcio, società della quale prima si conoscevano solo i suoi successi adesso è diventata lo zimbello dell’Italia per i continui disastri finanziari degli ultimi venti anni

“Mi piace il calcio e avendo la possibilità economica di poterne acquistare una di piccole medie dimensioni mi sono messo in moto per farlo. Ho trattato la Triestina ma non ci siamo accordati, ho fatto il vice presidente del Settimo Calcio, squadra di Eccellenza che ho lasciato perché certi modi di gestire la società non rientravano nel mio stile di vita. Adesso, oltre la Samb, sono interessato al Bra, formazione che milita in Seconda Divisione”

Il Bra è ultimo e quindi già retrocesso in serie D, la stessa serie ove militerà la Samb nel prossimo campionato

“È vero ma sono due realtà totalmente diverse con storie assolutamente non paragonabili ma principalmente con un potenziale nocciolo duro di due-trecento tifosi a Bra e duemila a San Benedetto che ha alle spalle ben 21 campionati di serie cadetta. Insomma non ci sarebbe paragone nel caso dovessi scegliere. La cosa però che più mi intriga è il calore del vostro tifo e una passione che vedo molto vicina a quella del mio Napoli. Squadra della quale sono super tifoso”

Bene, come è attualmente il rapporto con il presidente della Samb Moneti, state trattando?

“È un mese che non ho notizie e sono giunto a pensare (indipendentemente dagli spiacevoli  inconvenienti di cui parlavo all’inizio che addebito a persone non informate e un po’ superficiali) che, se il venditore non vuole vendere, non posso stare ad insistere tutti i giorni, avrà trovato di meglio visto che di aiuto ne aveva bisogno”

Quando è venuto a San Benedetto cosa si è detto con Moneti, avete parlato di come poter instaurare una collaborazione o la sua è una richiesta di acquisto e basta?

“No, anche insieme a me va bene. Si è parlato di un 50% alternandoci alla presidenza o al 51% per me con alcune clausole che tutelano entrambi. Con l’impegno che avrei sistemato i conti in sospeso di questo fine campionato. La prima cosa che ho notato è che, rispetto ad altre realtà del campionato di Eccellenza, la cifra spesa quest’anno mi è sembrata esagerata”

Il campionato stravinto può giustificarla…

“Magari sì, magari no ma a me, fino a quando non sono dentro la società, interessa poco. Se entrerò in qualche società di calcio allora sì che farò valere il mio parere perché io non ho mai buttato soldi e mai lo farò”

Chi ha incontrato a San Benedetto oltre a Moneti?

“Il presidente della Samb mi ha presentato il sindaco Gaspari con il quale abbiamo parlato della situazione Samb ed anche dello stadio “Riviera delle Palme” per il quale continuano ad esserci grane in corso. Gli ho confermato la mia disponibilità e nulla più. Nel senso che mi ha fatto piacere conoscerlo ma può essere considerata una sola visita di cortesia perché da parte mia non c’è alcun interesse a lavorare per il Comune o nel territorio, i miei interessi sono altrove, a San Benedetto mi piacerebbe semplicemente togliermi un po’ di soddisfazioni personali mettendo a prova le mie capacità progettuali anche nel calcio che è lo sport che amo di più. La mia squadra resta il Napoli, la Samb potrebbe diventare la mia seconda passione calcistica, per ora è una squadra come tante altre”

Sua moglie, la sua famiglia che dicono? Con sette figli non sarà facile dirigere una società da 600 chilometri di distanza?

“Mia moglie ha fiducia in me e non mi creerebbe problemi. So che è un ambiente gratificante per chi tratta bene la squadra che è una specie di monumento per la città. Il problema non esiste. Io non mi stabilirei a San Benedetto ma sarei molto presente, anche se è giusto che i miei dipendenti mi vedano ogni tanto. Un mio uomo di fiducia sarà stabilmente in società ma nessuno, se non io in persona, gestirà i conti economici, sono fatto così”

Veniamo al nodo che io ritengo fondamentale: come, quando e cosa investirebbe per la causa Samb?

“Innanzitutto, come ho già detto a Moneti (nella concitazione Appierto lo chiama spesso Minetti. Ndr), i miei investimenti saranno cash e anticipati per rispondere al ‘come’. Quando? Subito dopo che sarò entrato in società.  Cosa? Ho le idee chiarissime: ogni anno metterò a disposizione 250-300 mila euro che dovranno finire nelle casse rossoblu e non uscirne più. Mi spiego: oltre quella cifra non tirerò fuori un euro in più ma se per le spese necessarie a portare a termine il progetto (l’ingresso nel professionismo), visti gli altri introiti (abbonamenti, premi federali che un mio amico ben informato mi ha detto interessanti, sponsor ecc.), ne servissero di meno, la cifra resterebbe nelle casse rossoblu e sarebbe comunque rimpinguata negli anni successivi fino a quando (la serie B sarebbe l’ideale) non diventeremo autosufficienti per poter evitare il versamento di 250 euro annui che, capirà, non potrà continuare all’infinito. Insieme a Moneti, che dovrà fare lo stesso, il progetto finale potrebbe arrivare a regime con molto anticipo. Tutto qui, nessun proclama faraonico, il mio versamento cash sarà trasparente e visibile a tutta la città. Come i prelievi per la causa rossoblu”

Per i rapporti con la tifoseria o meglio con tutti gli sportivi (a San Benedetto la percentuale in funzione degli abitanti è altissima) cos’ha in mente?

“Per me i dirigenti di un’azienda calcistica devono investire in funzione di ripianamenti futuri, i calciatori devono rendere per quello che guadagnano magari anche di più in un posto come il vostro, i tifosi devono seguire la squadra per aiutarla salire più in alto possibile. Vie di mezzo non possono esserci perché nel tempo si rivelerebbero solo deleterie. Sotto questo aspetto sono inflessibile, né ho paura di addentrarmi in ambienti caldi come il vostro perché noi napoletani siamo così. Mi viene in mente adesso un richiamo a chi ritiene che io sia “Giggino, la questione”: può benissimo chiamarmi “Giggino, il determinato”.  So quello che faccio e la forza la traggo dalla mia buona fede e dalla mia voglia di trasparenza. Io ci metto sempre la faccia”

Capirà però che la nostra diffidenza è giustificata dai fatti e da molti personaggi che in passato si sono presentati alla città in modo simile al suo… siamo stanchi e non vogliamo che venga più strumentalizzata la nostra passione

“Come no ma io le assicuro che i giochi dell’oca che avete vissuto fino ad oggi non mi interessano: partire a gran velocità e tornare quasi subito al punto di partenza con me non può accadere. Al limite si può verificare che i miei investimenti annuali non sono stati sufficienti. A quel punto, come ho già detto, non tirerò fuori altro denaro senza la certezza di poterlo coprire. Insomma non indebiterò la società. Nelle mie aziende io non lavoro con le banche che ti danno i soldi poi, quando vogliono, li richiedono senza tener conto della tua situazione. Preferisco investire quello che ho veramente ed ora il mio budget annuale è quello che ho detto prima”

Sarebbe disponibile ad un’intervista video per ripetere le stesse cose che ha detto a me in modo che la città possa guardarla negli occhi?

“Questa mi piace e lo farò quando vuole poi però, nel caso i rapporti con Moneti si concretizzassero, ogni cosa verrà comunicata indistintamente a tutti i media locali interessati. Non sarebbe corretto diversamente. Aggiungo che ho una capacità, quella di capire le persone guardandole negli occhi, per esempio Moneti mi ha fatto un’ottima impressione, mi è sembrato una persona corretta e socievole. Il sindaco? Non ci ho pensato perché, ripeto, il mio rapporto con le istituzioni, se verrò giù, sarà vicino allo zero. Non per antipatia ma per evitare malintesi”

Non posso che farle un’ultima domanda, forse la più importante: quanto tempo aspetterà una risposta di Moneti prima di decidere cosa fare?

“Non per cattiveria ma più di tanto non posso aspettare, diciamo una settimana. Il giorno dopo mi sentirò libero di andare altrove”

Chiudo con una domanda tecnica: che tipo di calcio preferisce?

“Quello che serve per vincere tenendo però sempre conto della forza degli avversari. Ho però un debole per i giovani come faccio per i miei dipendenti, li scelgo sempre giovanissimi perché posso così plasmarli nel modo che ritengo migliore”.

Buona fortuna e auguri a tutta la sua famiglia per la nascita del settimo figlio

PS Credo di aver riportato fedelmente il pensiero e le intenzioni di Appierto ma l’intervista video sarà l’occasione giusta per verificarlo ed, eventualmente, per fare dovute aggiunte o correzioni. La foto appartiene al suo profilo Facebook