SAN BENEDETTO DEL TRONTO –   Ecco il racconto di un colloquio che ho avuto oggi pomeriggio con varie componenti della società rossoblu. L’input è stato il mancato invito della nostra redazione alla cena con cui la società rossoblu ha festeggiato mercoledì scorso la conquistata promozione. Presenti tecnici, giocatori, dirigenti e tre rappresentanti della stampa regolarmente invitati. Assenti Massimiano Fanesi, Stefano Bruni e Piero Zazzetta.

Quando me lo ha detto un mio collaboratore ho subito inviato questo messaggio al presidente Moneti “Grazie per l’invito” e qualche giorno dopo, a scanso di equivoci (vista la sua non risposta), “alla cena”. Non avendo avuto segnali, poco fa ho chiamato Moneti per chiedergli spiegazioni: avrebbe fatto piacere anche a me partecipare alla gioia della squadra come mi capita da oltre 40 anni.

Il presidente mi ha detto testualmente: “Ho detto a Stefano Bruni di chiamare tutta la stampa, forse si è sbagliato, magari ha capito solo la carta stampata”. “Ipotesi quest’ultima che equivale ad una differenziazione ancor più grave. Anche se lecita perché ognuno è libero di fare le scelte che vuole”, la mia risposta. Moneti: “Nessuna scelta, vuol dire che la invito prossimamente a pranzo”, io: “Non scherziamo presidente, io l’ho chiamata solo per capire”.

Lo faccio subito chiamando Stefano Bruni che mi dice: “Io non so niente, io stesso non sono stato invitato”. Dopo un po’ (adesso mentre sto scrivendo) mi richiama per dirmi che le cose starebbero così: “Moneti e Arcipreti, chiamati da Bassotti, Vinciguerra e Marinangeli per avere notizie, li hanno invitati alla cena”. Tutto lecito, ci mancherebbe altro, ma non è certamente un bel modello di professionismo come lo stesso presidente della Samb ha sempre detto di voler portare a San Benedetto, oltre ad essere la dimostrazione che Arcipreti e Moneti sono totalmente al di fuori della realtà sambenedettese. Insomma caos nel caos con una segreteria senza più addetti ai lavori, con le bollette di acqua, luce e gas che potrebbero fare la fine degli ultimi anni. Comunque fatti loro ma direi anche nostri perché io alla Samb tengo molto, forse troppo.

Chiusa la spiacevole parentesi ho cercato di saperne di più su quello che sarà il futuro societario. I nomi che circolano sono Moneti, Appierto, Milone. E loro ho chiamato. Moneti mi ha detto che di Milone non ha traccia che Appierto potrebbe risentirlo e che Damaschi ha difficoltà a staccarsi dal Foligno. Il portavoce di Appierto mi ha detto che l’imprenditore torinese ha avuto colloqui con Moneti e ne avrà ancora ma anche che Appierto è disgustato per le voci sul suo conto uscite a San Benedetto. Particolare abbastanza grave quest’ultimo che merita un approfondimento: se qualcuno qui a San Benedetto ha notizie certe o indizi sull’imprenditore originario di Napoli, li tiri fuori, li dica a Moneti affinché la trattativa tra lui e la Samb venga immediatamente chiusa. Se, invece, fossero solo invenzioni di qualcuno la cosa sarebbe gravissima oltre che deleteria per la causa rossoblu.

Dulcis in fundo, ecco quello che mi ha detto Cisberto Milone: “Quante volte devo dirlo che non siamo momentaneamente interessati alla Samb”. I motivi sono legati alle richieste dell’attuale presidente rossoblu? “Assolutamente no, Moneti è una bravissima persona che ha tutta la nostra stima, tra noi nessuna richiesta o offerta di acquisto”. Capitolo chiuso definitivamente? “Nella vita non si può mai dire mai, ma le prometto che fra un mese le rilascerò una lunga intervista per raccontare alla città i tanti passaggi di una vicenda che ci ha visti impegnati la scorsa estate e, per qualche verso, anche recentemente”. Non mancherò. La prendo in parola e puntualmente il prossimo 15 maggio la richiamerò.

Del resto è quello che la città si aspetta dopo un’estate 2013 molto nebulosa e ricca di punti interrogativi. Cari lettori pazientate un mese e vi prometto domande molto dettagliate all’imprenditore romano. Anzi, se ne suggerite qualcuna, meglio ancora.