SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Non c’era Giovanni Gaspari all’incontro sul tema della bretella organizzato dal Circolo Nord del Partito Democratico mercoledì sera. Un’assenza pesante, confermata nonostante il segretario Andrea Manfroni avesse inoltrato l’invito al primo cittadino già il 7 marzo.

Oltre al sindaco, erano stati coinvolti gli assessori e i consiglieri comunali di casacca ‘democratica’. Tutti non pervenuti, così come i parigrado di Manfroni, Nicola Rosetti e Roberto Giobbi.

Ma se per creare una prova servono tre indizi, ecco spuntare dal nulla un’altra riunione, promossa dallo stesso Giobbi, che invitava alle 19 nella sede di Via Balilla i presidenti dei Comitati di Quartiere per un faccia a faccia fissato appena ventiquattr’ore prima.

Gesti accolti con ampio malumore e fastidio da Manfroni e dalla trentina di militanti che hanno preso parte all’appuntamento. Tra loro spiccava la coordinatrice dell’Unione Comunale Sabrina Gregori (che non ha preso la parola) e Paolo Perazzoli, coinvolto in quanto consigliere regionale e sponsor del progetto della circonvallazione fin dai tempi del secondo mandato da amministratore rivierasco.

“Mi interessava sapere se per il Pd quell’intervento è ancora una priorità – commenta il segretario – l’inquinamento acustico e quello atmosferico sono un grande problema. Voglio un partito aperto, che affronti temi utili a tutti, questa è per me la politica. In quattro mesi ho organizzato sette riunioni. Mi ha fatto enorme piacere la presenza in massa dei Giovani Democratici, per noi è una grande carica”.

La bretella potrà godere di un finanziamento solo se dalle parole si passerà ai fatti, o almeno se si mostreranno le idee chiare dinanzi alla strada da percorrere. Fondi Anas o Fas? “In ballo ci sono diverse ipotesi. Quando la situazione si sbloccherà verranno favoriti progetti già approvati, non possiamo farci trovare impreparati. Proporrò a stretto giro un nuovo incontro. C’è bisogno dell’accordo tra i Comuni di San Benedetto e Grottammare, la Provincia e la Regione”.

L’appello è stato raccolto da mezzo Pd, a riprova di un partito sempre più dilaniato. Gaspari ha attribuito la defezione ai fitti impegni legati alla prossima approvazione del Bilancio di previsione. Tesi che però non convince l’altra frangia del movimento, che avrebbe gradito un atteggiamento meno ostile e prevenuto, esteso perdipiù agli altri esponenti della giunta e dell’assise.

Giobbi, inizialmente favorevole all’incontro, ha poi cambiato registro. La colpa di Manfroni sarebbe stata quella di aver riunito i circoli in maniera congiunta, avvisando i segretari a comunicazione inviata. “Noi non sapevamo niente – informa Giobbi – siamo stati coinvolti a cose fatte. L’idea era lodevole, ma bisogna muoversi assieme”.

Dal Circolo Nord parlano chiaramente di boicottaggio premeditato, condito da diverse avvisaglie percepite alla vigilia. Evidentemente la fuoriuscita di Emili e Pezzuoli non ha placato le acque in tempesta all’interno della prima forza di maggioranza.