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Qui cronistoria della “discarica all’Agraria”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In questa pagina pubblichiamo un articolo di Pasquale Bergamaschi, apparso qualche mese fa su “Il Resto del Carlino”, e una interrogazione parlamentare del 2002.

Cosa unisce questi due documenti?

Innanzitutto, un interrogativo. Nell’articolo di Pasquale Bergamaschi si solleva il dubbio, grazie alle dichiarazioni di un ex dipendente della “Piattaforma Ecologica” di via Val Tiberina, nel quartiere Agraria, che nel sottosuolo della stessa siano stati depositati materiali altamente inquinanti. “Addirittura radioattivi”. Naturalmente Bergamaschi precisa che “potrebbe essere una bufala”, che “la notizia va verificata”. Ma la presenza di grafite radioattiva (“mattoni radioattivi” nell’articolo in riferimento alla discarica) richiama appunto l‘interrogazione del 2002, presentata tra gli altri da Ermete Realacci e Vincenzo Calzolaio, in merito alla presenza di grafite radioattiva nello stabilimento della Sgl Carbon.

Questione ribadita anche in un articolo del quotidiano La Repubblica del 13 giugno 1998 (firma a.cian.), nel quale, in riferimento a episodi di materiali radioattivi adoperati in diverse imprese italiane, si legge: “Problemi giudiziari pure per una fabbrica di Ascoli Piceno, la Sgl Carbon che produce elettrodi per le acciaierie, anche se in questo caso non è chiaro il motivo della contaminazione. Comunque, dopo le proteste degli operai, sono stati compiuti controlli della Usl che hanno portato al sequestro di partite di grafite radioattiva”.

Ma qual è la fonte alla base dell’articolo di Pasquale Bergamaschi? Si tratta appunto di un ex dipendente che è deceduto però poche settimane fa (successivamente, tuttavia, all’articolo in questione). Ci sono tuttavia persone che hanno avuto con l’uomo un contatto duraturo e continuo (un “amico” nell’articolo). Sarà nostra premura continuare questa inchiesta e chiedere alle autorità comunali, provinciali e regionali di verificare lo stato della discarica, rimuoverla al più presto possibile e accertarsi che nel sottosuolo non siano presenti “regali” tutt’altro che rallegranti.