SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Emilio Pelliccioni come Beep Beep, celeberrimo antagonista di Wile Coyote. Frenare la sua velocissima cavalcata nell’area piccola è arduo come fermare una Ferrari a 300 km/h. Si arrabbia quando la mira è imprecisa, altruista nel far gioire i propri compagni, incita la squadra anche dalla panchina. Sempre pronto alla causa del Porto d’Ascoli, l’attaccante biancoceleste non si risparmia mai: il sostegno è totale.

In cinque anni di militanza nel Porto d’Ascoli, quale è la stagione a cui sei più affezionato?
“Sicuramente lo scorso anno, quello del triplete. Una gioia personale incredibile ed una stagione bellissima condivisa con un meraviglioso gruppo: società, mister e compagni”.

Il tuo soprannome è “speedy”. Ma Emilio non è solo velocità.
“E’ vero così dicono. In realtà è la passione per questo sport che mi fa tirare fuori tutte le mie qualità, in altre parole mi fa accendere il turbo”.

Impegno incessante il tuo anche se siedi in panchina.
“Negli allenamenti do il mio meglio perché credo che l’impegno ed il sacrificio diano risultati. A tutti piace giocare, comunque cerco sempre di dare il massimo e di essere decisivo ogni volta che mister Filippini mi chiama in causa”.

Nonostante la forte concorrenza nel reparto attacco, sei rimasto. Cosa o chi ti ha convinto?
“Abbiamo un grande reparto avanzato anche di categoria superiore alla Promozione. Sono rimasto per il gruppo, per la stima che il mister ha nei miei confronti, per la società e l’ambiente Porto d’Ascoli. Persone e strutture che difficilmente si trovano in giro”.

Dove può arrivare questo Porto d’Ascoli?
“Se manteniamo concentrazione, determinazione, gruppo e spirito di sacrificio fino alla fine, nessuno ci fermerà”.