SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ogni occasione è buona per litigare, per segnare il territorio, per rivendicare ruoli. Passati i Congressi, nel Pd ora ci si accapiglia per la presidenza dell’assemblea provinciale.

Incarico simbolico, nulla di davvero fondamentale. Ma per i renziani della prima ora quella poltrona spetta a loro, “per una questione di rispetto”. In lizza? Oltre all’ascolano Mauro Pesarini, anche il sindaco di Monteprandone Stefano Stracci e il sambenedettese Fabio Urbinati.

L’ipotesi però non soddisfa il segretario di federazione, Antimo Di Francesco, che preferirebbe virare su altri soggetti.

In Riviera, nel corso della riunione del gruppo consiliare di mercoledì, il nome di Urbinati sarebbe stato appoggiato dalla maggior parte dei segretari di circolo. Non dai consiglieri che, come il sindaco, pretendono dall’assessore un impegno full-time in giunta, non ‘appannato’ da ulteriori responsabilità.

Battibecchi pure per sulla riqualificazione del lungomare. I più ambiziosi – sempre riconducibili alla corrente renziana – intenderebbero asciugare il progetto di Farnush Davarpanah, mantenendo tuttavia il principio originario per una spesa di circa 6-7 milioni. Fondi che verrebbero reperiti attraverso l’accensione di mutui, per una realizzazione che avverrebbe a stralci. L’eventualità spaventa però un’altra fetta del Pd, capitanata dal capogruppo Claudio Benigni, che opterebbe per un intervento minimal, con la semplice ristrutturazione dell’esistente. L’idea che il restyling del litorale non rappresenti più una priorità dell’amministrazione si sta infatti facendo strada.