Il video sarà visualizzabile anche sui canali della televisione digitale terrestre Super J Tv, visibile al canale 603 nelle Marche e in Val Vibrata e 634 in Abruzzo.
Intervista di Massimo Falcioni
Riprese e montaggio di Arianna Cameli
Telegiornali ore 14 e ore 19 e in replica

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La fine di un’epoca. Nell’era degli smartphone, per le cabine telefoniche non c’è più spazio. Dimenticate, abbandonate e destinate a svolgere un mero ruolo decorativo all’interno delle città, oggi rischiano di scomparire definitivamente a causa di una delibera dell’Agcom, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 2 gennaio 2010, che autorizzava la Telecom Italia a rimuovere i telefoni pubblici “superflui”. La sforbiciata non riguarderà tutti. Si salveranno gli apparecchi presenti negli ospedali, nelle scuole e nelle caserme, anche se il destino appare comunque segnato.

A San Benedetto sono già tre le strutture a rischio, con il numero destinato in breve tempo ad impennarsi. Più che di cabine, si tratta delle cosiddette cupole telefoniche, munite della sola protezione in plexiglas. I primi cartelli d’avviso sono stati posizionati sugli impianti installati lungo Viale Marconi, Viale Europa e Piazza Sciocchetti.

“Questa cabina sarà rimossa dal 3 maggio – si legge – per chiedere che questo telefono pubblico resti attivo puoi inviare una mail all’indirizzo cabinatelefonica@agcom entro trenta giorni dalla data di affissione di questo avviso, indicando i tuoi dati, un recapito, l’indirizzo della cabina e le motivazioni della richiesta”. In realtà i tempi di intervento sono più ampi, dato che la data d’inizio del conteggio è fissata al prossimo 3 marzo.

Ma come sono state selezionate le cabine da dismettere? Nessun sorteggio, bensì un cinico calcolo della resa del servizio. La Telecom sopprimerà pertanto i telefoni dai quali partiranno meno di tre chiamate al giorno, mentre per quanto riguarda la situazione in Riviera l’azienda di telecomunicazioni avrebbe preso di mira i punti incapaci di raggranellare almeno 20 euro nell’arco di un anno.

Pur rappresentando per molti un importante pezzo di memoria storica, è sempre più difficile trovare reali fruitori delle cabine in questione, in molti casi bersagliate dai writers, devastate o, ancora peggio, usate come bagni di fortuna.

Ecco allora la demolizione, dolorosa quanto inevitabile. Secondo la stessa Telecom, dal 2001 l’utilizzo della struttura si è ridotto del 90%, sia in ambito di conversazioni che come media di minuti passati alla cornetta. La prima cabina vide la luce a Milano in Piazza San Babila, il 10 febbraio 1952 e nel 2000 se ne contavano oltre 300 mila su tutto il territorio nazionale. Dato crollato a quota 100 mila tredici anni dopo.

In passato si erano verificate simili rimozioni, dipendenti però dalla volontà esclusiva dell’amministrazione comunale di facilitare il transito di pedoni su alcuni marciapiedi. Stavolta le motivazioni sono altre: le spese di gestione sono alla lunga più imponenti dei ricavi.