In questi giorni sta impazzando la nuova moda del momento: postare sul gruppo facebook “Sei di San Benedetto Del Tronto se…” un qualche riferimento sulla città di San Benedetto.

In realtà questi post non tendono quasi mai a connotare qualche tipicità locale che contraddistingua la “sambenedettesità” ma tendono all’amarcord ricordando episodi della propria infanzia/adolescenza, personaggi, aneddoti ed avvenimenti del passato con un tono profondamente nostalgico quasi a ricordare una San Benedetto di altri tempi, che oggi non esiste più e solo il fatto di ricordarsi delle varie citazione in qualche modo possa creare un senso di appartenenza.

Non voglio assolutamente fare lo psicologo o l’esegeta di questi fenomeni sociali che vanno presi per quello che sono, ma in città sento troppo parlare di passato e poco di futuro. Purtroppo non credo che questa sia la vera indole sambenedettese. Non credo che questa fosse l’indole dei pescatori che solcavano gli oceani nell’era della pesca atlantica o di chi andava a pionieristicamente a promuovere il turismo in giro per l’Europa.

Se avessero pensato al passato la città non avrebbe potuto svilupparsi; ma proprio per questo modo di attaccarsi al passato, come se quei tempi non potessero tornare mai più per chissà quale autolimitazione imposta, ci rende una città di ruderi e di “ex-qualcosa”.

Se si avesse il coraggio e l’ambizione di guardare avanti, tutti i vari “ex-qualcosa” di città avrebbero un progetto pronto per il loro rilancio contestualizzato con le esigenze del futuro di una città moderna ed il senso di appartenenza si dovrebbe proprio creare sull’unione per il raggiungimento di obiettivi comuni che possa dare slancio e lustro all’immagine di questa città.

La memoria storica di una città è fondamentale, ne costituisce la cultura, la tradizione e l’ossatura del suo popolo, ma non deve essere motivo di nostalgia che possa sfociare nell’autocommiserazione. La memoria storica deve essere la radice e fonte di ispirazione su cui costruire uno sviluppo futuro sostenibile, serve per guardare avanti e non partire ogni volta da zero.

Il mio auspicio è che questo successo “social” possa fare un passo avanti, e una volta ricordati gli avvenimenti del passato si possa essere di San Benedetto del Tronto se si è capaci di guardare al futuro.